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L'INEDITO
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Federico Garcìa Lorca: origini e continuità dell'amor oscuro |
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ORESTE
MACRÍ
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Esibisco
anzitutto i testi, dei quali mi sono servito sul tema: Federico García
Lorca, Obras completas [ ... ] Tomo I / Verso [ ... ], Aguilar, Madrid
1986 (abbreviatura: O. c.); Federico García Lorca, Sonetti dell'amore
oscuro e altre poesie inedite / Studio critico, traduzione e note di
Mario Socrate, Garzanti, Milano 1985 (lo studio sui sonetti alle pagine
249-269; la traduzione poeticamente eccellente è anche interpretativa
del non facile dettato lorchiano) (abbreviatura: Socrate); Piero Menarini,
El primer soneto de García Lorca, in Actas del VIII Congreso
de la A. I. I. [ ... ], Ediciones Istmo, Madrid 1986, pp. 287-294 (abbreviatura:
Menarini); Mario Hernández, Jardín deshecho. Los sonetos
de G.L., in "El Crotalón" [ ... ], 1, Madrid 1984,
pp. 193-328 (abbreviatura: Hernàndez).
Il sonetto inedito in oggetto mi è pervenuto in copia dattilografata su un foglio, accompagnata da altro foglio pur esso dattilografato, contenente una traduzione in italiano e la seguente nota: Questo poemetto è stato trovato da poco fra le carte di García Lorca e - dall'analisi della calligrafia -agiudicato dalla famiglia come un'opera del 1917. / Donato da Manuel Fernández-Montesinos García (nipote del poeta) a Susana Degoy, studioso dell'opera di Lorca, è stato da lei tradotto ed inviato per la pubblicazione su "Sud Puglia". / Fino ad oggi il poema era rimasto inedito. // Córdoba [Argentina], giugno 1987. Cortese tramite
è stato il poeta leccese Antonio Verri presso il dottor Aldo
Bello, che me lo ha affidato - di che vivamente lo ringrazio - per
pubblicarlo e commentarlo su questa rivista, della quale egli è
direttore; rivista proclive a cose ispaniche in quelle bodiniane "terre
di Carlo V".
Toda la obscuridad
de las noches sin luna Tu boca firme
y roja no sentirà el contacto Sobre el zarzal
florido quedóse mi agonìa Y a lo lejos
la diosa de la Melancolía Ho tentato in esametri sciolti una traduzione italiana leggibile: CANZONE EROTICA E IN TONO DI ELEGIA LAMENTOSA Tutta la oscurità di notti senza luna nell'anima è addensata in un fior di lamento. Nel calice d'acciaio essenze del Mai Più, e i petali si tingono d'un'elusa realtà. La bocca salda e rosa non sentirà il contatto delle mie labbra stanche di dare baci al vento. Né le mani assetate nel mio atto dorato vi lasceran violette recise nella carne. Sul roveto fiorito restò la mia agonia scorticata e ferita di Chopin e di piano, cominciata in un ritmo sessuale e sereno. E lontano la dea della Malinconia taglia il mio fiore amaro con la sua calda mano, imbiancandomi il capo con rose di memoria.
ese aroma de ausencia, / que dice al alma luminosa: nunca, / y al corazón espera. (3) Il sonetto di
alessandrini o doppi settenari risale, come è noto, ai cinque
Sonetos àureos in Azul di Rubén Darío (3a edizione,
1905) (4). Ma con nessuno di essi schemi coincide il lorchiano, compresi
La dea e i tre sonetti di Las ànforas de Epicuro in Prosas
profanas. Darío dispone le quartine ABAB / ABAB e le terzine
CCD / EED o CDC / DCD o CDC / DCD o CCD / EED: in Palabras de la satiresa
ABBA / BAAB / CDC / DCD. Notevole Melancolía di Cantos de vida
y esperanza (1915) con endecasillabi e un settenario, e la rima A
... A ripercossa nella seconda terzina, indizi di turbamento psicolirico:
A14 B14 B11 C11 / A11 B14 B14 A14 / C14 C14 D7 / A14 D14 A14.. Si
dà qualche coincidenza lessicale e rimica-semantica con il
sonetto di Lorca. Rimano armonia: melancolìa: agonìa:
melancolía; camisa férrea di Darío e acero di
Lorca; mundo amargo e flor amarga; espinas e zarzal.
oro, dorado, tarde, piano, llanto de piano, música, rosas, carne maldita, dulce violeta, melancolìa, amargura, herida, noche, agonìa, sensual, sensualidad, boca, besar, diosa, ecc. Gli elementi del sintagma diosa de la Melancolía si trovano nel v. 11 della XXIX delle Elegías intermedias: j Poeta melancólico, amigo de las diosas [...]. L'ingrediente di musica romantica nei vv. 10 - 11 ("Chopin (8) y piano [...] un ritmo sexual y sereno. // Y a lo lejos") è caratteristico della poesia juanramoniana fin da Arias tristes del 1903; raccolta che ha in epigrafe "Un piano ha Ilorado a lo lejos (9) / la serenata de Schubert" e pagine riproducenti spartiti dello stesso Schubert all'inizio di ciascuna delle tre sezioni. Ricorrono i nomi di altri romantici: Gluck, Schumann e Mendelssohn; e in Pastorales: Schumann e Beethoven. Lo Chopin di Lorca (si legga C(i)opén) si trova in due versi di Darío, varianti della Epístola / A la Señora de Leopoldo Lugones, in El canto errante del 1907 (VI, finali della VII ottava apparente in distici consonanzati): un libro. Ignoro si vino aquí con Musset, / y si la vampiresa sufrió o gozò, no sé - He leído ya el libro que hizo Aurora Dupin. / Fue Chopin el amante aquí, j Pobre Chopin!... (10). Ma più propriamente alla lettera in Villaespesa: Otono en el poisaje. / Chopin en tu piano [ ... ] Otoño en el paisaje, / Chopin en tu piano (Otoño in Rapsodia), El alma melancólica de Chopin, de una mano / enferma a las caricias, preludia en el piano / los líricos sollozos de su melancolía (11) (Myosotis, II. 9-11, in Las horas que pasan; sonetto in alessandrini). L'aggettivo di Chopin trovasi in un verso de La oración de las rosas, datata 7 marzo 1918, in Obras completas, cit., p. 992: "chopinescas romanzas de olor". Anche il semantema di sexual, in congiunzione con carne, risale a Juan Ramón nel sostantivo sexo, così usato per la prima volta in poesia nel Novecento e poi da Lorca, come vedremo avanti: duermen, soñando, los enfermos y los viejos, / con sexos negros y bocas encarnadas... (Elegías intermedias, VII), Bandadas de mujeres desnudas van dejando / olor a sexo de alma por el aire violeta... (Elegías lamentables, XXII), [...] Tú dormías, desnuda... [ ... ] y tu mano de seda, celeste, ciega, muda / tapaba, sin tocarlo, tu sexo tenebroso (La soledad sonora, XXII), El pinar se diría el sexo de la noche (Variaciones inefables, XIX, in Laberinto) (12). Il sintagma "sexo del alma" è un perfettamente stilizzato o marmorizzato ossimoro semantico di poesia pura, così come soleva Juan Ramón nel fondere la psiche romantica e la positivista nel primo ermetismo europeo. Naturalmente, questa, per così dire, catarsi spiritualista si operava sulla carnalità pagana faunesca del dannunziano Rubén Darío: Un vasto orgullo viril / que aroma el odor di fémina [sic] (13) (Por el influjo de la primavera, in Cantos de vida y esperanza). Detto sintagma "el sexo del alma" Juan Ramón lo sinonimizza in Torna la carne a ser el alma de la vida (La soledad sonora, XXXI). Ma già Rubén Darío congiunge i due termini col "ritmo", seguito da Lorca: sabe que està el secreto de todo ritmo y pauta // en unir carne y alma a la esfera que gira (Palabras de la satiresa, cit.). (14) Di qui parte Lorca, supposto diciannovenne, nella Canción erótica verso una nuova stilizzazione lirica approfondita nella scena fisiologica del dorado acto, sognato in un iniziale ritmo sexual y sereno, subito stroncato in disperata agonìa musicale, ancora con traccia romantica, una ferita nel fiorito roveto dell'amato (?). Il zarzal, da congiungere a nocche del v. 1, è il "sexo tenebroso" e "sexo de la noche" di Juan Ramòn; nella tenebra notturna, spazio simbolicoreale dell'alma che vi sprofonda, si consuma il dramma irrealizable del sonetto; tenebra amplificata nel primo verso alessandrino: Toda la obscuridad de las noches sin luna [ ... ]. Siamo alle origini della semantica torbida e infernale, lampeggiante e vitale dell'aggettivo oscuro nei Sonetos del amor oscuro degli ultimi due o tre anni di vita, arco sotterraneo costante, emergente nella eletta forma sonettistica e in alcuni punti più risentiti subiettivamente del percorso lirico-esistenziale. Se, ad es., il sonetto è ripreso, come vedremo, nel 1923, l'intervallo della prima raccolta, Libro de poemas del '21, accusa qualcuno di tali punti. Separeremo, con una freccia il testo della Canción erótica, per primo, da quello di detta raccolta, cominciando dal vocabolo sexo in una poesia intitolata "Elegía": la obscuridad de las noches [ ... ] Tu boca [ ... ] en tu carne [ ... ] mi agonìa [ ... ] ritmo sexual [ ... ] Melancolìa - pasas en la tarde [ ... ] con la carne oscura de nardo marchito / y el sexo potente [ ... ] Llevas en la boca tu melancolìa (Elegía / Diciembre de 1918 [ ... ] ); sexual - tu sexo de azucena (Madrigal de verano [ ... ] 1920); sexual - por un sexo sin mancha (Manantial [ ... ] 1919); Nevando mi cabeza con rosas de recuerdo - y no son las rosas blancas, / que ha nevado sobre ellas [ ... ] También sobre el alma nieva (Canciòn otoñal); mis labios cansados de besar en el aire - ¿ Dónde fueron tus besos lanzados a los vientos? (Elegía a Doña Juana la Loca); troncha mi flor amarga con su càlida mano - rosa [ ... ] ella tronchaba lirios con sus manos (Balada triste); y sus pétalos tienen color de irrealizable - tristezza resignada de cosas irrealizables; carne [ ... ] mi agonía [ ... ] herida - haciendo heridas en la ruda carne (Manantial, cit.); la obscuridad de las noches sin luna / ha cuajado en mi alma [ ... ] besar [ ... ] / piano [ ... ] violetas [ ... ] ritmo diosa de la Melancolía [ ... ] nevando mi cabeza con rosas - Aprendí secretos de melancolía [ ... ] el musgo, nevado de blancas violetas [ ... ] armonìa [ ... ] Las rosas [ ... ] la lira [ ... ] rosa [ ... ] tristeza viril [ ... ] ritmo [ ... ] ritmo [ ... ] lira [ ... ] rosa [ ... ] noche [ ... ] tenemos la entraña cuajada de nidos [ ... ] besos [ ... ] luna [ ... ] noche (Invocación al laurel / 1919 / A Pepe Cienfuegos) (15). Abbiamo detto sognato l'atto erotico nel segno eletto dell'oro (dorado); sognato significa immaginario in negativo o impossibile (irrealizable) (16); dato che il negativo in poesia non è l'opposto, ma può essere il superlativo del positivo, esso ha valore di iper-realtà o surrealtà nella manipolazione fremente delle membra materico-verbali; da cui, in questo sonetto, boca firme y roja, labios, manos sedientas, allusive del liquido seminale (sempre presente il seme nello stesso campo della sterilità), violetas hendidas en tu carne, che sono i morsi e lividi inferti da sanguinario impulso, il quale è flagrante anche in acero, boca firme, agonìa / desconchada y herida, troncha mi flor amarga. La tensione erotico-assassina si placa con l'intervento della dea della Malinconia sulla testa del poeta, incoronata di candide rose dell'oblio. La pur bella clausola versale: nevando mi cabeza con rosas de recuerdo assorbe ogni aspra punta di carnale accanimento in tonalità languida di maniera modernista. E' una fuga e una rinunzia all'acto, ma l'acquisto rimane: la mescolanza e contrappunto tra secca meccanica fisiologica novecentesca d'artificio (cuajado, acero, esencias, irrealizable) e fondo floreale e liberty d'"arte nuova" finiseculare (flor, pétalos, lamentable, dorado, violetas, florido, flor, rosas). Reputo impossibile districare i simboli dagli oggetti in merito al maschile e al femminile, essendo convertibili ("neutra luna"), sì che in definitiva risulta un indifferenziato tautologico-sinonimico-ripetitivo; così nel campo semantematico floreale della violenza sexual: flor, càliz, pétalos, color, boca [ ... ] roja, violetas, zarzal, florido, flor, rosas. Sia detto fuori
verbale (la critica non computa il dosaggio ormonico dei poeti, il
cui condizionamento è, semmai, sintomo di minore poesia) che
Federico non era un omosessuale, ma una donna possibile e irrealizzata
(irrealizable); basti il nome del dramma Yerma, simbolo di sterile
deserto. Che poi non avesse altro da offrire all'amato, quel che vale
è l'intenzione liricamente realizzata nell'avere superato il
condizionamento fisiologico. Nessuno ha tuonato contro i "maricas"
impuri quanto Lorca (Oda a Walt Whitman, 18a strofa).
Todas las mil
fragancias que emanan de tu boca Tus miradas
se pierden en los dulces senderos, En una noche
azuI y en el jardín silente, La estrella
de mi beso se posará en tu frente, Ed ecco la traduzione conforme all'anteriore: LA DONNA LONTANA / Sonetto sensuale I mille e mille aromi, dalla tua bocca effusi, son profumate nubi, di dolcezza assassine. E' un'anfora il mio corpo, fatto di notte oscura, che versa la sua essenza in te, folle divina! I tuoi sguardi nei dolci si perdono sentieri, per te la Notte e l'Erebo ritornano nel Nulla, Febe si smorza esangue innanzi a te, e s'umilia, e d'Eros sulla testa scende brina di fiori. In una notte azzurra, nel giardino silente, dove tu stia nebbiose regioni immaginando ed il piano dissecchi la canzone d'oblio, la stella del mio bacio ti si poserà in fronte, l'anima mia sorgiva t'inonderò di rose e vibrante di suono il piano canterà.
Toda la - Todas
las; obscuridad de las noches - noche oscura [ ... ] Noche y Erebo
[ ... ] noche [ ... ] regiones brumosas; luna [ ... ] mi alma - mi
alma [ ... ] luna [lezione anteriore del v. 9] [ ... ] Febe [ ...
] mi alma; flor [ ... ] flor [ ... ] florido - mis flores [ ... ]
jardín; cáliz - ánfora; esencias de Nuncas -
noche [ ... ] su esencia [ ... ] nada; tu boca [ ... ] labios [ ...
] besar - tu boca [ ... ] mi beso; el contacto / de mis labios - la
estrella de mi beso se posará [ ... ]; diosa - divina; hendidas
[ ... ] herida [ ... ] troncha - matan; piano - piano; sexual - sensual;
Canción erótica [ ... ] nevando mi cabeza con rosas
de recuerdo - y se escarcha L'acuta analisi
del Soneto sensual, compiuta da Menarini, mette in evidenza la struttura
simbolico-mitologica e i passaggi interni erotici della "diversità"
fino a un "futuro" di memoria serena e fredda. Flores [ ... ] Eros; mi alma [ ... ] rosas; estrella. Questa pietas per la "pazza divina" ci rammenta l'Elegía a Doña Juana la Loca, pur essa in alessandrini, della fine dello stesso anno; l'infelicissima regina, pur genitrice di molta prole, "Princesa enamorada sin ser correspondida" dal rozzo e labile don Felipe, che ella teneramente amava. Aveva versato il suo fuoco, racconta Federico, "sobre un cáliz de nieve", che è il "càliz de acero" del poeta nella Canción erótica e l'"ánfora de noche oscura" del medesimo nel Soneto sensual; e abbiamo già confrontato "mis labios cansados de besar en el aire" della Canción con " ¿ Dónde se fueron tus besos lanzados a los vientos?" di Doña Juana. Ancora dall'Elegía: Clavel rojo [
... ] rueca de acero [ ... ] tus alas se troncharon [ ... ] rosas
marchitas [ ... ] Tu canto amargo, [...] cofre Al "jardìn
silente" rispondono "los eternos jardines de la sombra",
dove "las simientes [ ... ] no florecieron" (Perpectiva
del 1923, O.c., p. 906). En su cáliz de acero hay esencias de Nuncas (Canción) - Mi cuerpo es como un ánfora hecha de noche oscura / que derrama su esencia en ti [ ... ] (Soneto). Corpo e anima dell'amante si identificano nella stessa essenza che si versa nell'amata. Questo è l'"amor oscuro" di Lorca, originario e indifferenziato; e il vero frutto dello sterile giardino è la stessa poesia, che si realizza dall'"irrealizable", secondo la formula di una poesia del '17 dedicata al poeta Antonio Machado: Poesía
es lo imposible / hecho posible [ ... ] la vida / que cruzamos con
ansia" ("Dejaría en este li Se il titolo,
El primer soneto de Garcìa Lorca, col quale Menarini ha cronologizzato
La mujer lejana, spetta ora alla Canción erótica, a
maggior ragione la qualità di "amor oscuro", che
lo stesso Menarini ha avuto il merito di rilevare nel sonetto da lui
studiato, pur se - a mio parere - l'aggettivo "oscuro" ha
un'estensione maggiore, della quale la "diversità"
propria è un tratto particolare e minore in ogni senso nell'economia
generale della grande arte umana di Lorca. la stessa considerazione
vale, in maggiore o minor misura ai limiti dell'arte e della poesia,
per qualunque omofilo novecentesco: Gide, Proust, Prados, Pasolini,
Cernuda, Penna, Saba, Palazzeschi, ecc., nonché per qualunque
"normale" o "super-normale", da Quasimodo a Ungaretti
infoiato con la sua "Giunone" (eppure con esperienza di
"diverso", come ebbe ad accennarmi Sinisgalli). 1) Canción
erótica y con tono de elegía lamentosa (1917); Un tredicesimo
di questa serie (ventiquattresimo del totale) si intitola Soneto e
comincia: "Cuatro arcàngeles - sì - de verte menta";
stilato alla maniera di Cal y canto di Rafael Alberti (1929), nome
che figura nella firma (Hernàndez, p. 214). 13) Soneto de
la guirlanda de rosas; Questi 11 sonetti
sono accolti in Socrate col titolo Sonetos del amor oscuro, giustificato
da testimonianze di suoi amici, nonché dal sintagma "amor
oscuro" in essi ricorrente un paio di volte. Fonte comune ad
0. c. e a Socrate il quotidiano "ABC" del 17 marzo 1984,
dove hanno il titolo Sonetos (Sonetos de amor nella prima facciata),
poi in edizione. In Socrate sono aggiunti tre sonetti col titolo Altri
sonetti; sono il 5), l'8) e il 9); quindi, considerati affini. Socrate
giustamente rileva il sonetto Adàn, il 9) del nostro elenco,
dove si profilano due Adami: il progenitore che sogna il figlio e
un altro, l'"Adàn oscuro" senza discendenza, purismo
edonistico assoluto. lo credo che si tratti del futuro Adorno, mitologema
dell'androgino omofilizzato e negato ("neutra luna"). Ma
quel che conta è la decisione nel l'alternativa, coincidente
con la dimora newyorkese e con la vita teatrale. Il sonetto è
datato nell'originale all'1 dicembre 1929. Dall'estate Federico èstudente
alla Columbia University; ai primi di marzo è a Cuba, dove
resta un mese e mezzo e s'ingolfa nel "teatro de relajo",
simbolico della "noche del alma para siempre oscura" (ultimo
verso del Soneto de la carta): un abbandono all'amore-natura (ultimo
verso di "j Ay voz secreta") dopo la tregenda, descritta
nel Poeta en Nueva York, della civiltà adamitica del primo
Adorno del seme contro l'Adamo del sangue, da cui il rifiuto e infinita
tenerezza e pietà per l'infima umanità e animalità
derelitta, assassinata, emarginata. Nel '32 la fondazione de "La
Barraca", Yerma nel '34; molto intensa nell'agosto di quest'anno
l'attività de "La Barraca", ancora nell'agosto dell'anno
seguente a Santander; oltre alla partecipazione di drammaturgo alle
compagnie di Margarita Xirgu e Lola Membrives. Nadie sabía
que martirizabas / un colibrí de amor entre los dientes [ ...
] la sangre de tus venas en Sei di tali poesie
arieggiano la chiusura epigrammatica del sonetto con quattro quartine
apparenti in versi assonanzati o sciolti. noches [ ... ]
aire [ ... ] mis manos [ ... ] hendidas [ ... ] zarzal [ ... ] herida
[agg.] [ ... ] flor amarga[ ... ] mano [ ... ] mi cabeza - "Largo
espectro" / viento [ ... ] noce [ ... ] mano [ ... ] herida [sost.]
[ ... ]Grieta [ ... ] mi cabeza [ ... ] flor sencilla [ ... ] la maleza;
Potremmo continuare col Divàn del Tamarit. Ma quel che importa rilevare è il principio anaforico-paraIlelistico-commutatorio dell'arte lorchiana per tutto il suo ventennio, insistente qui nella semantica ossessiva e puntuale dell'"acto" d'amore e morte, notturno e sanguinario, frustrato-reiterato all'infinito nel magro finito sonettistico, chiusa imago del periplo notturno: La aurora nos unió sobre la cama [ ... ] y el coral de la vida abrió su rama / sobre mi corazón amortajado (Noche del amor insomne); [traduzione, Socrate, p. 29]: Ci ricongiunse sopra il letto l'alba [ ... ] e aprì i rami il corallo della vita / sopra il mio cuore in un sudario avvolto. Tecnica medievale-popolare
(tradizionale) reiterativa e dissimilazione culta, massima di regola
nel sonetto, si scontrano e si fondono. Sulla tessitura parallelistica
dissimilata all'interno dei suoi stessi componenti, bastino le terzine
di El poeta habla por teléfono: "Dulce y lejana [ ...
]" del v. 9 si ripete nel v. 10, invertendosi nel v 11: "Lejana
y dulce [ ... ]"; quindi i due aggettivi si scindono: "Lejana
[ ... ]" nel v. 12 e "Dulce [ ... ]" nel v. 13, per
ricongiungersi nel v. 14: "Lejana y dulce [ ... ]". amor - voz - como corza, como un sollozo (28) - dulce, lejana (determinanti). L'intero (poeta) si frantuma nelle sineddochi secondo questo schema: poeta - mi pecho, mis pies, mi frente, mi Ilanto, (por) mì, (por) mì, (en) tuétano (29). Di metafore della voz c'è solo (en) la nevada. A loro volta, le parti del poeta si metaforizzano: duna (de mi pecho), el sur (de mis pies), el norte (de mi frente), (mi Ilanto) coronas (de esperanza). La copula tra amante e amato, ossia tra voz e poeta si esprime in sineddochi e metafore per il resto del sonetto; il luogo: cabina de madera, techo, espacio estrecho, pino, duna, helecho, parti di qualche spiaggia marina; il tempo nelle due stagioni della primavera e dell''autunno', segnato da flor de helecho (felci in luoghi freschi e umidi); queste due stagioni sono realmente simboleggiate da parti del corpo del poeta disteso nella cabina balneare con l'alibi della cabina telefonica; traduce Socrate: e al sud del piedi primavera arrise / e al nord della mia fronte fior di felce. L'atto della copula
si rileva da sementera, por mí vertída (30), por mí
gustada, amortecida (la fine), sollozo, metida, dulce, ecc. Cornetines de cobre clavan sus agujetas / en la manzana rosa del cielo [ ... ] (35). e immagine consimile del 'conficcare' ricorre in Grito hacia Roma del Poeta en Nueva York: Manzanas levemente heridas / por finos espadines de plata (36). Mela-vento in Ruina della stessa raccolta: "Y el aire una manzana oscura". Si può dire, insomma, che la mela erotica si matura nella dimora newyorchese; la sezione III del Poeta en Nueva York, Calles y sueños, il cui primo componimento è del '29, è dedicata al ricordato segretario de "La Barraca", destinatario del Sonetos del amor oscuro, Rafael Rodríguez Rapún, assassinato dai franchisti, oltre che ad Aleixandre. Il nesso amigo-manzana sta nell'Oda a Walt Whitman, il "macho" (maschio attivo), monarca di "maricas" e "maricos", che Lorca denomina "Adán de sangre" e con questo sintagma comincia il sonetto Adàn!, o "Adán oscuro", che sogna la "piedra sin semilla" (37): el amigo come tu manzana [ ... ] canta por los ombligos (38) / de los muchachos [ ... ]. Tornando al Divàn del Tamarit, troviamo la luna-guancia, la luna del singhiozzi, il sogno delle mele, fino alla melacotogna avvelenata: ¿ Qué luna gris de las nueve / te desangró la mejilla? (Gacela del mercado matutino), El tamarit tiene un manzano / con unas manzanas de sollozos (Casida de los ramos), Quiero dormir el sueño de las manzanas (Gacela de la muerte oscura), membrillos de veneno (Casida del recuerdo de amor) (39). Dopo l'esempio della mela metaforica che s'irradia con più determinanti, rivediamo i Sonetos del amor oscuro circa la lista di più membra metaforizzate. Nella Guirlanda de rosas: mi herida, muslo (40), sangre e boca si metaforizzano in paisaje, juncos y arroyos (41), muslo del miel, 'congiunto' nell'atto amoroso. Llagas de amor si struttura con l'anafora este nelle quartine, tessendosi la guirlanda de amor con elementi erotici indifferentemente propri e metaforici e mescolati: luz, paisaje, dolor, angustia, Ilanto de sangre, lira sin pulso, peso del mar, alacrán (42), pecho. Così è
composta la corona del martirio erotico all'inizio delle terzine con:
Son Guirlandas de amor, transcategorema pronominale; la ghirlanda
diventa 'letto' (cama de herido), che, infine, si metaforizza nel
valle tendido del corazón dell'amante. voz, balido, herida, aguja, camelia, corriente, ciudad, noche, montaña celestial, angustia, perro, voz, silencio, lirio, voz, carne, cielo (43). Si noti, infine, che detta frammentazione in singole membra esterne si opera soprattutto nel soggetto amante, che è lo stesso poeta convertito in amato; l'amante proprio è anima, spirito, voce, respiro, vita mia... ; se il soggetto esplicito è una donna, come La mujer lejana o La mujer tendida, trattasi di una proiezione dello stesso poeta. Le membra dell'amato appariscono nel congiungimento, abbiamo visto ("Las bocas puestas [ ... ]"), oppure è un "cuerpo" concupito da temuti estranei ("El amor duerme"); per sé è un mistero occulto, un dio irridente e sdegnato, distratto e addormentato, simile alla donna immaginata, petrarchesca-herreriana, crudele e inattingibile: yo me puse a Ilorar y tú reías. / Tu desdén era un dios (Noche del amor insomne), Tú nunca entenderàs lo que te quiero / porque duermes en mì y estás dormido (El amor duerme en el pecho del poeta), Te acordaste de mí [ ... ]? (El poeta pregunta), lejana voz (El poeta habla) (44), ecc., fino al mistico sintagma: Amor de mis entrañas, viva muerte [ ... ] (Carta) (45).
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