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Tradizioni artistiche del Salento
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La fontana greca |
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Luciano
Milo
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Posta di fronte
all'antica chiesa del Canneto, ferma sulla pietra miti e leggende che
furono patrimonio del mondo classico. I distici incisi, nelI'interpretazione
di uno studioso innamorato dell'arte e della cultura gallipolina.
Una volta non c'era
il grattacielo a sommergere con la sua ombra la fontana greca di Gallipoli.
Quella che, secondo la tradizione e secondo le fonti letterarie e storiche
(come riferiscono Arduino Colasanti e Corrado Ricci), è la più
antica fontana della penisola, situata di fronte all'antica Chiesa del
Canneto, nelle immediate vicinanze del "ghetto", una volta
abitato dai giudei, aveva d'intorno spazi liberi, che dominava: ultimo
monumento di terraferma, quasi si specchiava nelle acque del vecchio
porto gallipolino. L'isola era di fronte, cucita dal ponte seicentesco.
Difendeva quest'isola (la vera Gallipoli) il cinquecentesco, castello
col Rivellino. Per chi, come me, ha memoria diretta di questo luogo,
e dei tempi in cui non si erano ancora perpetrati tanti scempi edilizi,
il colpo d'occhio era stupendo. La fontana quasi segnava l'ingresso
nel borgo, nel tessuto urbano di Gallipolis, autentico esempio di architettura
spontanea che, in secoli di arricchimento, aveva creato una splendida
topografia, ininterrotta, dai giorni della protostoria a quelli della
storia medioevale di questa superba città ionica. Antiopae rabie mea stillant membra furorem zelotypum caveas qui bibis hanc phrenesim. (Nella traduzione del Verona: Il furore (l'ira) di Antiopa rabbiosamente zampilla da tutto il mio corpo. Temi la gelosia tu che bevi al tumulto di questa mia linfa refrigerante. Dunque, secondo
l'ignoto artista, la favola dovrebbe ispirare orrore per la gelosia. Salmacis optato
concreta est nynpha marito La traduzione veroniana:
Secondo Sebastiano
Verona, "con la rappresentazione di questa favola si era cercato
di fortificare i cuori contro la seduzione di quei piaceri, che tolgono
il coraggio ed illanguidiscono gli spiriti". Biblis amara
vocor dulcem tu surge mammillam Nella traduzione
del nostro Autore: Dalle mammelle di
Bìblide scaturiva l'acqua che dissetava i gallipolini. Il distico,
di evidente contenuto etico, metteva in guardia dalle passioni invereconde.
Scrisse l'Alberti a proposito di queste tre parti della facciata: "Così
le tre antiche eroine attraversarono qui la loro metamorfosi mitologica,
ma ancora maggiore metamorfosi ha assegnato loro non la mitologia, ma
lo stesso tempo, che le ha molto corrose. Esse sono la prova evidente
della transitorietà della giovinezza e della bellezza". Quinto Nonas
Aprilis Aere Municipali Acquae L'interprete annota
che non v'è traccia dell'anno in alcun documento. Acquaeductum Oggi, questo splendido esempio di arte greca, che fu "ornata di molte statue con cinque bocche d'acqua perfettissima", com'ebbe a scrivere il Crispo, ispira ancora poeti e pittori. Come accadde per italiani e stranieri nel passato, dal De Préz a Giangiacomo Lazzari, dal Catalano al Montuori, al Flora, allo stesso D'Annunzio che, qui fermandosi durante il suo viaggio per l'"Ellade Santa", trasse ispirazione per la terza laude di "Laus Vitae". |
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