Il G-7 non
è più sufficiente.
Serve un nuovo
Gruppo che
includa Brasile,
Cina, India,
Messico, Russia,
Arabia Saudita,
Sudafrica, con
incontri periodici
e con un continuo
dialogo formale
e informale. |
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A fine anno sono giunti i momenti più duri
di una fase difficile: caos sui mercati finanziari,
creditizi e immobiliari; volatilità dei
prezzi alimentari ed energetici, e loro impatto
su povertà e fame nel mondo; ansia per
la crescita economica planetaria. Gli eventi
più recenti potrebbero rappresentare una
svolta critica per molti Paesi in via di sviluppo
e, come sempre, sono quelli più poveri
ad essere i più esposti. Dappertutto si levano
voci contro il libero mercato e critiche
agli errori delle istituzioni governative.
Una cosa è certa: non si può far tornare indietro
l’orologio della globalizzazione.
Ma
dobbiamo imparare le lezioni del passato
per costruire un futuro migliore, e ora il nostro
imperativo è modernizzare il multilateralismo
e i mercati per un’economia che
cambia.
Oggi la globalizzazione e i mercati
rispecchiano gli enormi cambiamenti nell’informatica,
nei flussi commerciali e finanziari,
nella mobilità del lavoro, nell’interconnessione
globale e nell’emergere di nuove
forze competitive. Nuovi poteri economici
sono in ascesa, diventano protagonisti
del sistema globale e chiedono di avere sempre
più voce in capitolo.
I mercati finanziari e gli imprenditori continueranno
ad essere i motori principali della
crescita e dello sviluppo globali. Ma la finanza
dei Paesi più sviluppati, in particolare
degli Stati Uniti, ha mostrato palesi debolezze
e ha subìto enormi perdite. L’architettura
internazionale disegnata per affrontare
questi eventi continua a scricchiolare. Il
nuovo multilateralismo, per adattarsi ai
tempi che stiamo vivendo, dovrà essere una
rete flessibile, non una struttura fissa. Dovrà
far rendere al massimo le potenzialità delle
interconnessioni e delle istituzioni, pubbliche
e private, ed essere orientato in direzione
di una soluzione pragmatica dei problemi
che rafforzi la cultura della cooperazione.
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Nello Wrona |
Questo nuovo multilateralismo deve forgiare
un senso di responsabilità condivisa per
dare solidità alla politica economica globale
e deve coinvolgere i protagonisti dell’economia.
Dobbiamo ridefinire proprio il multilateralismo
economico nel senso più globale,oltre i temi tradizionali della finanza e degli
investimenti. Oggi l’energia, i cambiamenti
climatici, la stabilizzazione di nuovi Paesi,
fragili e nati da conflitti, sono anche questioni
economiche di fondo. Fanno già parte
dell’agenda internazionale sulla sicurezza e
l’ambiente, e dunque devono entrare anche
in quella del multilateralismo economico.
Il nuovo multilateralismo si baserà sulle
leadership nazionali e la cooperazione. Ma
il G-7 non è più sufficiente, serve un nuovo
tipo di Gruppo, con un nucleo di ministri
finanziari che si assumano la responsabilità
di anticipare i temi-chiave, di condividere le
informazioni, di valutare gli interessi comuni,
di mobilitare gli sforzi per la soluzione
dei problemi, per superare le divergenze.
Dovremmo prendere in considerazione un
nuovo Gruppo-guida che includa Brasile,
Cina, India, Messico, Russia, Arabia Saudita,
Sudafrica e gli attuali membri del G-7,
con incontri periodici e con un continuo
dialogo formale e informale. Ma non dovrà
semplicemente sostituire il G-7 con un nuovo
G-14 fisso: sarebbe soltanto un utilizzo
ribattezzato dei vecchi metodi.
Il nuovo Gruppo sarà in costante evoluzione
per adattarsi agli eventi, ma soprattutto
dovrà fare in modo che i problemi globali
non siano più o meno rattoppati dopo che
diventano evidenti, ma siano anticipati. Il
Gruppo-guida dovrà continuare a lavorare
tramite istituzioni internazionali ben definite,
ma in questo modo potranno essere
meglio affrontate insieme le questioni sovranazionali.
Come la crisi finanziaria è diventata internazionale
a causa delle interconnessioni, così
anche le riforme dovranno essere multilaterali,
attraverso il Final Stability Forum
allargato, il Fondo monetario internazionale
e il Gruppo-guida, in modo che le questioni
legate alla supervisione finanziaria
siano trattate in un contesto multilaterale
sempre più largo.
La nuova rete multilaterale dovrà anche
collegare i temi dell’energia e del clima. I
mercati energetici internazionali allo stato
attuale sono molto disordinati: c’è bisogno
di una rete globale di scambi tra i grandi
produttori e consumatori di energia. Potrebbero
emergere un interesse comune alla
gestione di una fascia di prezzi che cerchi di
conciliare i vari interessi in una transizione
verso strategie di sviluppo ad uso meno intenso
di combustibili fossili, una gamma
più ampia di offerta, una maggiore sicurezza
internazionale.
I nuovi strumenti potranno anche portare a
un accordo sui cambiamenti climatici. Sono
necessari nuovi meccanismi per la riforestazione
e contro la deforestazione, lo sviluppo
e la rapida diffusione di nuove tecnologie, il
supporto finanziario ai Paesi poveri, i nuovi
mercati delle emissioni. Il Gruppo-guida dovrà
contribuire a queste iniziative su energia
e ambiente, collaborando con l’ONU nella
stesura e nell’attuazione di un nuovo trattato
sul clima.
Affrontare la crisi economica sarà una delle
maggiori responsabilità del Presidente americano
Obama. Ma non si tratta di un compito
che riguarda soltanto gli Stati Uniti. Il
multilateralismo è un mezzo per risolvere i
problemi con i Paesi intorno a un tavolo,
per discutere insieme azioni costruttive. Il
destino ora ci offre un’opportunità sotto
forma di necessità: la modernizzazione del
multilateralismo e dei mercati. |