Sette sono i giorni della creazione,
il numero dei
pianeti conosciuti nellantichità,
sette i toni del canto gregoriano, le trombe
dellApocalisse,
i sigilli, le coppe, le scienze libere.
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La musica non ha confini. Non conosce neanche il concetto di fine,
cioè di morte. Perché la musica muore e rinasce ogni
volta, si chiude e si ricomincia. Non esistono nemmeno dei confini
di cultura o di generazione che possano limitare la musica, destinandola
in maniera esclusiva solo a una certa società. La musica
è libera. E può arrivare a tutti.
Attraverso la musica si esce dai limiti dellumano. Ci si trasforma.
Ad esempio, a Daniel Barenboim (pianista, raffinato interprete di
Mozart e acclamato direttore dorchestra, N.d.R.) è
capitato di sentire un giorno alcuni orchestrali commentare: «Che
piacere, stasera, eseguire la Marcia Funebre». Che poteva
essere quella di Beethoven, oppure la K477 di Mozart, nota a lungo
come musica funebre, mentre poi si è accertato
che, privata del coro e riformulata per orchestra, era divenuta
per le Logge Iniziatiche un elemento essenziale della promozione
al grado di Maestro.
Così la matematica, che è manifestazione dellinfinito,
non conoscendo un ultimo numero negativo (cè sempre
un meno-uno in meno) o positivo (cè sempre un più-uno
in più). Anche questa, dunque, senza confini. Allora
ricordando SantAgostino, secondo il quale «in ogni cosa
Dio ha creato un numero» non cè da meravigliarsi
se nel Medioevo laritmetica, insieme con la musica, e anche
con lastronomia e con la geometria, costituiva il Quadrivium,
vale a dire la somma di scienze fondate sul ritmo, sui numeri e
sulle proporzioni, in una progressione tesa alla conoscenza dellUniverso,
senza che nulla fosse lasciato al caso o fosse dovuto a ragioni
puramente estetiche: tutto, come del resto dimostra in particolare
larte romanica, è simbolo.
Questa la sequenza dei numeri emblematici, che rapportiamo (per
la musicalità della sua struttura, per le proporzioni e i
riferimenti, per le relazioni non soltanto metaforiche che vi sono
determinate) allo splendido prospetto della facciata del Duomo di
Ferrara.
1 rappresenta luno primordiale, il punto, il centro, lasse
cosmico dal quale si diparte la linea retta della vita; che diventa
il 2 (numero di Atlanti che sorreggono le colonne del protiro):
la monade, lassoluto, il principio generatore che incontra
laltro Sé, il femminile, insieme al quale crea il dualismo
perenne dellesistenza: unendosi insieme, generano la figura
geometrica piana, il 3 (tanti sono i frontoni della facciata, i
livelli delle arcate e i tre Saggi di Israele), il triangolo divino,
indivisibile, corrispondente alla verticale celeste (Axis Mundi,
con i suoi tre livelli: cielo-resurrezione, terra-incarnazione,
inferi-passione), che nella Trinità rimanda alla stessa persona,
cioè allunità iniziale trascesa.

Da questo concetto si origina il 4, il simbolo della Terra, della
vita terrena: indica il mondo circoscritto dai quattro punti cardinali;
la figura geometrica solida, il cubo, contiene i quattro elementi
(Fuoco-Terra-Aria-Acqua) riuniti in un punto centrale: la Quintescienza;
rappresenta la pietra sgrossata dal lavoro forgiato sulla parte
grezza delluomo, dalla quale si deve sviluppare lUniverso
sulla Terra; rivela così stabilità, continuità,
concretezza e materialità. Quattro erano i profeti dellAntico
Testamento (Isaia, Ezechiele, Geremia, Daniele), quattro gli evangelisti
del Nuovo Testamento.
E ancora. 5 (gli strumenti musicali e i beati): numero del Pentateuco
e delle cinque piaghe della Passione, numero della salvezza di Israele
e del mondo intero. 6 (le figure angolari del protiro, i dannati
incatenati al collo, i rosoni a stella a sei punte): altrettante
le facce del cubo, i giorni della Genesi, il numero della vecchia
legge (prima della salvezza), delle antiche profezie che avevano
annunciato il castigo e le disgrazie di Israele che si allontanava
da Dio. Rappresenta luomo spiritualizzato che tende verso
lalto. Unito al nove (69) forma il geroglifico del segno zodiacale
del Cancro, composto da due simboli analoghi ma inversi, uno relativo
al dominio delle acque inferiori, laltro delle superiori:
i simboli si completano, per riprodurre una circonferenza, immagine
dellunità. Sempre insieme al nove è il numero
dellAnnunciazione (nove mesi e sei giorni) riprodotta in una
delle formelle.

7 (Le scene bibliche rappresentate nel portale): il numero perfetto
della dea Athena. Sette sono i giorni della creazione, il numero
dei pianeti conosciuti nellantichità, spesso visualizzati
come una vera e propria scala attraverso la quale ascendere al Cielo;
sette sono i toni del canto gregoriano, le trombe dellApocalisse,
i sigilli e le coppe; sette le scienze libere (Grammatica, Retorica,
Dialettica, Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia). Rappresenta
la totalità in movimento, il passaggio dal conosciuto allignoto;
essendo una cifra lunare, (ogni fase dellastro notturno dura
circa sette giorni, ed è la somma dei numeri 1+2+3+4+5+6+7,
che dà 28, totale del ciclo lunare), rappresenta il contatto
con laltra parte del Sé che ladepto deve cercare
di conquistare per entrare a far parte dei mistici.
8 (Le arcatelle che contengono otto rilievi con scene della Natività).
In orizzontale, compone lideogramma dellinfinito e dellimmortalità;
è cifra di equilibrio cosmico perché dà luogo
alla figura geometrica dellottagono, mediazione fra il cerchio
e il quadrato, il Cielo e la Terra. Divenne il numero della rinascita,
della vita futura, legato alle parole di SantAgostino, il
quale dichiarò lottavo giorno (dopo i sette della Creazione)
quello della resurrezione delluomo nuovo, simbolo della Redenzione.
9 (Le piccole sculture poste tra le arcatelle). Rappresenta la discesa
dello Spirito divino nel mondo umano.
10 (Limpianto della facciata realizzato sulla base pitagorica
della divisione del cerchio in dieci parti uguali). È la
somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4), a rappresentazione della
pienezza della vita nel cosmo. Per i Romani, fu schematizzato nella
X, la stilizzazione del tempo e dello spazio, nonché nellimmagine
della Croce (il monogramma del Cristo che vediamo nellinserzione
tra le braccia di Maria ed Elisabetta nel rilievo della Visitazione)
e del crogiolo della Grande Opera Alchemica, ovvero il luogo allinterno
del quale avviene idealmente la divinizzazione delluomo. La
X fu il simbolo dei liberi muratori costruttori della cattedrale,
la cui impronta rimane nella firma del loro lavoro nelle gambe di
Atlante-telamone che sorregge la colonna di destra del protiro.
Essa stilizza anche lalto /\ e il basso \/, richiamando il
mondo esoterico di Ermete Trismegisto e il suo assioma che rivela
lunità intrinseca di ogni cosa esistente: «Tanto
in alto, come in basso, siamo il miracolo di ununica cosa».
12 (Gli spigoli del protiro). I mesi dellanno, i segni zodiacali,
le ore del giorno, le tribù dIsraele, i pioli di Giacobbe,
gli Apostoli, le porte del Paradiso con le dodici pietre preziose.
22 (Le arcate della facciata e i fioroni che adornano la cornice
della lunetta sovrastante il protiro). Le lamine dei tarocchi storicamente
collegate alle 22 lettere dellalfabeto ebraico, lettere vibranti
di energie astrali. Ventidue sono le vie della sapienza di Dio,
il numero sacro dellUniverso. Ventidue sono i gruppi di versi
che compongono le lamentazioni di Geremia e i capitoli dellApocalisse
di Giovanni di Patmos.
36 (Le colonnine di ogni frontone: 18+18, appaiate). È il
simbolo del Cielo: tre volte 12, cifra che i pitagorici chiamavano
Il Grande Quaternario, perché rappresenta la somma dei primi
quattro numeri pari (2+4+6+8 = 20) e dei primi quattro numeri dispari
(1+3+5+7 = 16).

Nel calendario astronomico 36 dècani costituiscono i giorni
dellanno; gli anni della maggior parte dei cicli cosmici sono
multipli di 360. Secondo Lionnet, il numero 360 corrisponde al Gran
Totale cinese e allAnno Divino indù. Se aggiungiamo
le 36 colonnine del secondo frontone, avremo 72, che nelle culture
estremo-orientali, come nel testo biblico, è il numero della
Terra. 72 sono gli angeli del XIV capitolo dellEsodo, ogni
versetto del quale è composto da 72 lettere. 72 sono i discepoli
di Confucio, le stagioni di Tchuangtsen, gli apostoli mandati
a due a due, secondo Luca nelle terre conosciute ai tempi
di Gesù: il che spiega laccoppiamento delle colonnine.
Sommando infine le 36 colonnine del terzo frontone, avremo 108,
che è il numero delluomo, numero simbolico del buddhismo
e del tantrismo.
Raddoppiandolo, otterremo 216, numero della camera del Re nella
Piramide di Cheope, e numero pitagorico perché somma dei
cubi di 3, di 4 e di 5, le misure del triangolo di Pitagora.
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