Le decisioni
sui nostri futuri
consumi spesso non tengono conto delleventualità che
i nostri gusti in futuro possano cambiare.
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Con quanta precisione siamo capaci di predire la nostra utilità
futura? Le risposte a questa domanda sono per lo più indirette.
Così, è indicativo che alcuni importanti risultati
delle ricerche edeniche siano generalmente considerati non intuitivi.
Tra le sorprese, cè da annoverare la singolare crescita
del gradimento in seguito a semplice esposizione a stimoli inizialmente
neutri e alcuni effetti di dissonanza sui gusti. Uno studio sulle
idee della gente riguardo ai possibili modi per indurre un bambino
a gradire o meno un cibo ha messo in luce unanaloga carenza
di senso comune sulla dinamica dei gusti.
Lincoerenza dinamica può essere unaltra delle
manifestazioni di una previsione edenica non accurata. Ad esempio,
Christensen e Szalansky nel 1984 documentarono numerosi casi in
cui donne in travaglio ribaltavano la loro preferenza, espressa
da lungo tempo, per partorire senza anestesia. Le inversioni potrebbero
essere dovute a unimpropria attualizzazione del dolore nelle
preferenze iniziali, ma potrebbero anche riflettere un errore nella
previsione di partenza dellintensità delle doglie.

In uno studio del 1993 sulleffetto dotazione (lendowment
effect o effetto dotazione consiste nella discrepanza
tra la valutazione che si dà ad un bene nel caso in cui lo
si possieda e la valutazione che si dà dello stesso bene
nel caso in cui non lo si possieda, N.d.R.), Loewenstein e Adler
ottennero un risultato molto interessante. Dopo aver mostrato ad
alcuni dei soggetti sottoposti allesperimento una tazza intarsiata
con un motivo ornamentale, chiesero ad alcuni di loro di «immaginare
che vi abbiamo consegnato una tazza esattamente uguale a quella
che state vedendo, e che vi diamo lopportunità di tenervela
oppure di venderla in cambio di una certa somma di denaro».
Queste persone compilarono poi una scheda per indicare le loro preferenze
per una specifica forchetta di prezzi di vendita, secondo la procedura
indicata da Kahneman, Knetsch e Thaler (1990), e la cifra media
pronosticata risultò pari a 3,73 dollari. Poi, a tutti i
soggetti furono realmente consegnate una tazza e unaltra scheda
che offriva la possibilità di cedere loggetto per una
somma in contanti. Il prezzo medio di vendita indicato dai soggetti
che soltanto pochi minuti prima avevano formulato la previsione
risultò di 4,89 dollari, significativamente più elevato
del valore da essi stessi indicato e di poco inferiore al prezzo
di vendita fissato da soggetti che non avevano fatto alcuna previsione
preventiva (5,62 dollari). I protagonisti di questo esperimento,
pertanto, si mostrarono incapaci dimmaginare che il possesso
reale della tazza avrebbe generato una certa riluttanza alla sua
cessione.
Simonson nel 1990 documentò un risultato che illustra un
errore di predizione edenica o, forse, addirittura la diretta incapacità
di formulare un pronostico di questa natura. Egli offrì ai
suoi studenti lopportunità di scegliere al principio
di una lezione tra una serie di spuntini alternativi, per ricevere
il prodotto prescelto al termine della lezione. In una prima condizione
sperimentale, i soggetti fecero una scelta alla settimana per tre
settimane consecutive; in unaltra condizione sperimentale,
altri soggetti fecero le loro scelte per tutte tre le settimane
al momento della prima lezione.
Le scelte fatte dai due gruppi risultarono sorprendentemente divergenti:
i soggetti che ebbero la possibilità di scegliere i loro
spuntini in tre momenti distinti tendevano ogni volta a preferire
il medesimo prodotto, o comunque snack molto simili tra di loro;
quelli che dovettero scegliere in anticipo per tutte tre le
settimane, invece, optarono tendenzialmente per prodotti differenti
per le diverse occasioni.
È ragionevole considerare erronee queste scelte orientate
alla varietà: è chiaro che quegli studenti non riuscirono
a rendersi conto che le loro preferenze del momento sarebbero riemerse
dopo un intervallo di una settimana.

Unulteriore ricerca chiarì la natura dellerrore:
le scelte fatte in anticipo risultarono meno variate allorché
si chiese ai soggetti di prevedere, prima di decidere, quali sarebbero
state le loro reali preferenze nelle successive occasioni di verifica.
Questa scoperta indica che in realtà i soggetti sarebbero
stati capaci di prevedere con precisione le proprie future preferenze,
ma, in mancanza di istruzioni specifiche, non si erano preoccupati
di formulare una previsione dei loro gusti futuri prima di prendere
una decisione su un futuro consumo.
Snell e chi scrive nel 1992 presentarono uno studio pilota sulla
precisone della predizione edenica. Prendemmo in esame le previsioni
di futuro gradimento per un alimento o un pezzo musicale, in condizioni
che rendevano probabile un cambiamento di atteggiamento. In un primo
esperimento, i soggetti consumarono una porzione del loro gelato
preferito ascoltando simultaneamente un certo brano musicale, alla
medesima ora per otto giorni consecutivi, in identiche condizioni
fisiche. Subito dopo ciascun episodio di consumo, dovevano valutare
il loro livello di gradimento del gelato e della musica. Al termine
della prima sessione, formularono la previsione dei punteggi che
essi stessi avrebbero assegnato il giorno seguente e al termine
dellesperimento.
Questo esperimento intendeva verificare la precisione delle predizioni
edeniche in condizioni relativamente favorevoli. Il nostro ragionamento
fu che i soggetti sottoposti allesperimento, essendo studenti,
non solo erano grandi esperti di consumo di gelato e di ascolto
di brani musicali, ma di entrambi questi prodotti avevano avuto
anche esperienze reiterate e, quindi, era lecito aspettarsi che
sapessero prevedere leffetto sui loro gusti delle frequenti
ripetizioni proposte.
Altri esperimenti della stessa serie utilizzarono uno stimolo meno
familiare e meno diffuso nellambiente studentesco, cioè
lo yogurt naturale magro. La precisione delle loro previsioni edeniche,
però, fu generalmente piuttosto scarsa.
Il confronto tra la media delle previsioni e la media dei punteggi
reali portò alla luce alcuni errori commessi da quasi tutti
nella previsione di semplici tendenze delle risposte edeniche. Per
esempio, la maggior parte degli studenti, dopo avere assaggiato
un cucchiaio di yogurt naturale, pronosticò che il giorno
seguente avrebbe assegnato il medesimo punteggio al consumo di un
intero vasetto da 200 grammi; invece, nella realtà, quella
della porzione più abbondante risultò unesperienza
di gran lunga più sgradevole. La maggior parte dei soggetti,
inoltre, non riuscì a prevedere il netto miglioramento della
propria disposizione verso lo yogurt che si verificò (per
i più) con lulteriore esposizione allalimento.
Si direbbe che esista una teoria non scientifica dei cambiamenti
edenici, di scarsa precisione, accettata dalla maggior parte dei
nostri soggetti.
Questi risultati consentono di trarre due conclusioni: primo, molte
volte mostriamo scarsa capacità di prevedere levoluzione
della nostra risposta edenica a stimoli esterni; secondo, anche
in situazioni che consentirebbero di formulare previsioni edeniche
precise, tendiamo a prendere decisioni sui nostri futuri consumi
senza attribuire il giusto peso alleventualità che
i nostri gusti in futuro possano cambiare.
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