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Dunque, quella della Slovenia è stata una festa solitaria,
in unEuropa dellEst che sembra perdere lansia
di integrarsi nellUnione monetaria europea, ritenuta
ma forse strumentalmente, oggi come oggi troppo estranea.
Facciamo un po di conti. Dei nove Paesi in lista dattesa,
allo stato delle cose, soltanto Cipro e Malta possono realisticamente
pensare di entrare nel 2008. Alla prima isola, per avere tutte le
carte in regola, manca solo il via libera del Parlamento alla riforma
per rendere indipendente la Banca centrale. La seconda è
più indietro, ma grazie a una buona performance economica
dovrebbe presto recuperare. Ma le due minuscole isole, comunque,
non sono in grado di fare tendenza: al contrario, oggi appaiono
leccezione, molto più che la regola.
La Lituania, che avrebbe voluto bruciare insieme con la Slovenia
i tempi dellabbraccio alleuro, nel mese di maggio dello
scorso anno è stata bocciata da Bruxelles per unincollatura:
inflazione fuori linea, uno scostamento irrisorio ma ritenuto sufficiente
a escluderla. Vilnius se lè legata al dito, ha sparato
contro il dogmatismo europeo. Come del resto lEstonia, laltra
Tigre baltica, superdinamica e aperta agli investimenti,
che ha pagato la scelta della crescita rapida con il caro-prezzi:
un peccato mortale per il codice di Maastricht, che vale lesclusione.
E così le economie dellEst più piccole e in
rapida espansione hanno rinviato per lo meno fino al 2009 lipotesi
di entrare nelleuro. Quelle grandi, invece, dalla Polonia
allUngheria e alla Repubblica Ceca, hanno i conti pubblici
in disordine, ma hanno soprattutto unopinione pubblica ostile
alla moneta unica. Eterodiretta molto spesso da Governi populisti
e da politiche altrettanto populiste, quellopinione pubblica
trasforma lEuropa nel facile bersaglio di ogni frustrazione
e di ogni scontento. E così lUngheria, che aveva previsto
ladesione nel 2010, lha poi abbandonata senza fissare
una nuova data. Lo stesso si prepara a fare la Slovacchia. La Polonia,
dal canto suo, non ha mai fissato un termine preciso.

«Anche se la strada verso leuro si dimostra più
difficile di quanto molti pensassero, la ricompensa resta allaltezza
degli sforzi fatti perché le politiche necessarie per arrivarci
sono comunque auspicabili, perché ladozione delleuro
rafforza la stabilità macro-economica necessaria alla crescita
produttiva e alloccupazione, e perché un Paese ben
preparato ha possibilità maggiori rispetto agli altri di
prosperare nellUnione monetaria», sostiene il Commissario
Ue agli Affari Economici, Joaquin Almunia.
Sono cinque i criteri da rispettare per aderire alleuro. Stabilità
dei prezzi: soltanto Cipro, Repubblica Ceca e Polonia hanno un tasso
dinflazione media inferiore al valore di riferimento (2,8
per cento). Cipro, Estonia e Lettonia hanno deficit inferiori al
3 per cento, mentre tutti gli altri sono in deficit eccessivo. Stabilità
del tasso di cambio (rispetto ai margini di fluttuazione consentiti
dallo Sme-2): soltanto lEstonia supera lesame tra gli
aderenti, che sono anche Cipro, Slovacchia, Malta e Lettonia. Tassi
di interesse (non più di 2 punti percentuali sopra la media
dei tre Paesi più virtuosi: in linea sono Cipro, Repubblica
Ceca, Lettonia, Malta, Polonia e Slovacchia. LUngheria è
lunica fuori parametro. Banca centrale indipendente: solo
lEstonia rispetta il criterio, Malta e Cipro si stanno adeguando,
tutti gli altri non ancora.
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