Sento con
preoccupazione delle tue maledette sigarette.
Io che non ho mai fumato giudico una follia, per nulla eroica, luso
del tabacco
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Padova, 20. 10. 85
Caro Ugo, il
Magritte della tua cartolina afferma che la mela riprodotta non
è una mela. E questa mia risposta di oggi probabilmente non
è una risposta alle domande che mi poni, e a cui mi rifaccio
soltanto adesso, appena tornato da una settimana a Zagabria: sola
accettabile vacanza degli ultimi miei tribolatissimi mesi. Giacché
credo tu non sappia che ho perduto la mia unica sorella, 56 anni,
nel febbraio scorso; e che in questa estate abbiamo appreso che
Marco, il mio fratello magistrato, ha un tumore non più operabile.
Altro che montagne, pertanto!; sì, Mondello, ma come un punto
qualsiasi di storno dal quotidiano penare...
Lannunzio
di Orto e nido come libro in via di pubblicazione proviene esclusivamente
da me; sono passato da Milano dieci giorni fa ma Gelli era a Francoforte
e ho saputo da unamica comune, mia compagna duniversità
soltanto che non debbo preoccuparmi, il mio libro
uscirà. Contiene pezzi (poemi) del 78-79: aspetterò;
quanto? Sicché capisci come mi sia stato impossibile accertarmi
su qual tavolo sosti la tua Confettiera. Ma ripeto: non farti illusioni;
una mia raccolta di saggi mi è stata rispedita indietro causa
il sovraffollamento attuale di titoli che la Garzanti si è
già presa lincarico di stampare nei prossimi quattro-cinque
anni. Figuriamoci la ressa al banco della poesia! Cerca qualche
altra soluzione, senza scartare il Lacaita che io ti suggerivo come
non indegna sede.
Ti ringrazio
della cartolina urbinate. Sono anni e anni, ovviamente, che non
metto più piede sotto i Torricini, dovero di casa pur
senza mai sentirmi (a parte i buoni amici) della stessa pasta dei
marchigiani, della loro etico-fonica ibridezza fra romagnola e italica.
Sai che anche
mio padre era nato il 26 giugno? Stranezze delle date! Oggi che
ti scrivo, è Luzi a compiere (al giusto apice di fama) i
suoi anni.
Ti saluto con
affetto. E tu pensa a risolvere presto come concretamente è
possibile la faccenda del tuo libro.
9/V/85
Caro Ugo, rispondo
sùbito alla tua del 29 aprile scorso, giunta sul mio tavolo
soltanto ieri. A Firenze vado il meno possibile, anche se oggi avrei
voluto esserci per festeggiare gli 82 anni di mia Madre. Rinviamo
la riunione familiare questanno sarà il compleanno
più amaro, essendo morta allinizio di febbraio
la mia unica sorella (dieci anni maggiore di me), il vero
sostegno, da tanti punti di vista, di mia madre. È un discorso
cupo, su cui non mi sento di parlare a lungo.
Sicché
cercami scrivendomi qui. Non so niente del mio libro di poesie,
salvo le garanzie verbali che lo prevedono a fine anno. Ma se slitta
alla primavera 86, pazienza! So che Garzanti è oberato
de cose da pubblicare, per via della crisi più acuta che
ha colpito altri (da Einaudi a Mondadori). Con ciò, una mia
raccolta di saggi mi è stata restituita, dopo che avevo buone
speranze di collocarla nei saggi blu.
Dove pensi di
stampare il tuo libro? Prova da qualche parte, se no intristisce.
Non dico che perda valore, ma intristire è la sorte di queste
poesie non delle tue in particolare! quando rimangono
inerti sui tavoli di chicchessia.
Salutami Francesco
Tentori, che doveva venire qui a Padova in marzo o aprile ma che
poi non è venuto o non si è fatto sentire. Io verrei
volentieri a trovarti, ma non è facile, con la complessità
faticosa della mia esistenza giorno per giorno. Certo, ci fosse
un invito... Mi rimarrebbe un progetto non facile ad
attuare. Purtroppo.
Mi fa piacere
che la mia prefazione non sia scaduta col passare dei mesi. Guarda
che io mi cimpegnai, quindi tu mi devi, come minimo, limpegno
equivalente di farla circolare. Sto seriamente scherzando.
Ti debbo salutare
perché ho lezione. Da noi si continua fino a oltre il 20
maggio e sono lieto, tutto sommato, che a Padova si facciano per
bene le cose universitarie (meglio, assai meglio che a Firenze,
se frugo nelle memorie).
Un affettuoso
ricordo.
Uno dei prossimi
martedì (guarda sul Radiocorriere), molto presto, dovrei
essere alla Radio (1° Programma) in una trasmissione dedicata
alla mia poesia. Va in onda alle 21,30, curata da Doplicher.

Padova, 18. 6. 85
Caro Ugo, scusa
la grande carta intestata, ma per risponderti interrompo un istante,
ché poi mi sarebbe impossibile, la dattiloscrittura delle
note al testo (varianti e minuzie consimili), che già quasi
tre anni or sono dovevo consegnare a Mondadori, delle poesie di
Gatto. Lavoro non ricco di soddisfazioni, e neanche remunerativo.
Ma gli impegni sono impegni e, benché con tanto ritardo,
provvedo. A Milano, se andrò a portare a Forti questo materiale,
spero di sentire anche qualcuno della Garzanti; molto fumo e niente
arrosto finora: lo dico a te perché mi sembri troppo speranzoso
sulla mediazione di Mario, il quale, rispetto agli editori, forse
conta solo per se stesso. Se sia, da un po di tempo, più
ascoltato, proprio non lo so. Te lo auguro. Ma se loro, i Garzanti,
tacciono, cerca di non precluderti altre vie più veloci,
lo stesso Lacaita di Spagnoletti, col quale sono in ottimi rapporti.
Pensaci bene.
Tu non ami la
poesia di De Angelis, mentre io ho scritto, utilizzando il gergo
calcistico, che lui ha i piedi buoni: E, vedi il caso!,
lui mi mandò mesi or sono un augurio da Milano con una cartolina
dello stadio di San Siro, ed ecco te che mi invii quello di Lecce
Ti interessi di calcio? Non mi pareva, ma invece è così,
e debbo felicitarmi, io appassionato, della promozione in A del
Lecce. A Firenze, quando sto con Giuliano, andiamo alla partita:
perfino, ieri laltro, allo spareggio Vicenza-Piacenza per
decidere della promozione in serie B.
Sento con preoccupazione
delle tue maledette sigarette. Io che non ho mai fumato giudico
una follia, per nulla eroica, luso del tabacco; anzi non ne
sopporto più, eccettuata la pipa, lodore. Un dramma
viaggiare in treno, per me che vi salgo-scendo molto più
di cento volte lanno, con tanta gente che non rispetta le
leggi. Non mi rammento più se ho fatto, nella mia prefazione
a La confettiera di Sèvres, un accenno a questo tuo strafumare;
se non cè, vuol dire soltanto che lho espunto
da ultimo. Rifletti sulla sua orribile essenza di droga e règolati
di conseguenza. So che è difficile ma conosco uninfinità
di persone, anche Luzi, che sono riuscite ad arrivare a unastinenza
completa.
Non mi dici niente
del tuo insegnamento, di quel che fai durante le mattine, se le
notti (allora che dici) sei ancora su a leggere e scrivere.
E io che cado preda del sonno così presto, mentre la mattina
è la fase della giornata la sola in cui ho
le energie pronte alluso...
Lestate
arriva coi soliti problemi irrisolubili. Non ci si svaga (e da che?),
non si lavora per noi stessi (e a quale scopo?). Ma era così
anche quando ci pensavo da ragazzo. Preferisco le mezze stagioni,
ma pare che non ci siano più e magari non esistevano neanche
nel 1950!
Debbo salutarti.
Raccontami qualcosa ancora di te. Cercherò lissopo,
da queste parti; ma non sarà più quello còlto
e annusato dal giovane M.L., di certo...
13. VII. 85
Caro Ugo, a Milano
non mi sono potuto fermare, per colpa dei treni in ritardo, sicché
non ho notizie: neppure per me... Uscirò in quale autunno?
È un comportamento che stupisce davvero. Sto partendo per
un po di Val dAosta, liberamente programmandomi la breve
vacanza. Mario Luzi è a Pienza, credo. Se avrò notizie,
te le manderò di sicuro.
Ciao, affettuosamente.
Non ho mai visto Matera, io...
19.3.86
Caro Ugo, grazie
della cartolina recente. Per Orto e nido nihil novi. Se tu leggessi
la lettera di P.G. capiresti il mio pessimismo. Uscirà, uscirà...
Ma quando?! A maggio, invece, i miei scritti su Montale del 68-85,
a far giustizia della mia antica ingenua monografia del 65.
Primavera nellaria... Fàtti sentire con qualche notizia.
Un affettuoso ricordo.
Lazise (VR), 17 agosto 86
Caro Ugo, so
che da tempo dovevo risponderti, o meglio dare un riscontro alla
cartolina che mi spedisti allinizio dellestate. Non
riuscii a vedere Scheiwiller a Roma perché lui non venne
alla riunione di giuria trovandosi allestero (la moglie è
polacca). Penso tuttavia (ma ripeto cose che ti ho già scritto?)
che fra meno di un mese a Mondello ci sarà. Bisogna premettere
comunque che lo so coi cataloghi, (con le prenotazioni), ridondanti;
io stesso avevo un posticino in qualche tasca delle sue edizioni
e non so a quando mai slitterà
In ogni caso gli farò,
o rifarò, presente il tuo caso: che io ti sia prefatore penso
però che non abbia rilevanza, purtroppo
Da Garzanti,
dopo due anni dalla prima accettazione generica, mi hanno finalmente
inviato il contratto per Orto e nido (opera più antica della
tua Confettiera, giacché risale al 78-79). Oltre ad
apprendere che uscirà nella collana minore, ho saputo che
non lu pubblicheranno prima della metà dell87; o, se
va male, nell88
A questo punto occorre che sia contento
lo stesso, vista la brutta strada che (non) si era imboccata! Ti
racconto tutto questo perché tu ti renda conto che altri
sono al potere; che sono anzi il Potere. È
questione, suppongo, di tenacia oltreché di grazia (se è
una grazia) e di fortuna.
Sto tornando
a Padova dopo qualche giornata passata sul Garda. In luglio avevo
fatto il corso estivo a Bressanone, spingendomi poi rapidamente
ma con soddisfazione in Austria fino a Vienna. Tutto
qui il mio slargo. Scrivimi tu adesso: mia madre trascorre
lestate sulla collina pistoiese da una sorella che per gran
parte dellanno è, a sua volta, ospite di mia madre
a Firenze. La Silvia sta faticando al primo anno di Medicina (ma
non vuol fare il medico!); Giuliano è in procinto di cominciare
la II liceo scientifico. Intanto fra pochi giorni verrà su
da noi a Padova. È, penso, il migliore amico che io abbia
fuor di retorica.
Ti saluto con
affetto.
16.1.86
Caro Ugo, che
dirti? Con queste inconsuete visioni di una Padova tenue e marginale,
il mio augurio a te e a tua madre. La mia ha visto dimezzarsi
nel funesto anno 85 la sua figliolanza. Ero il quarto, resto
il secondo, ormai, dei suoi figli. Garzanti non scrive mai neppure
a me, il cui libro è accettato e pronto da due
anni! Chi li conosce? È un assurdo.
Ancora un fervido,
partecipe augurio.
Padova, 7.1.87
Ormai alla vigilia
della ripresa del ritmo abituale di vita ma quasi respirando
di sollievo per la fine delle vacanze, sempre faticosissime
ti mando queste due righe e unimmagine celeste di Venezia
per ringraziare te e tua Madre degli augurî e per ricambiarteli
di tutto cuore.
Padova, 3 marzo 1987
Caro Ugo, non
ero stato, forse, abbastanza chiaro nei miei referti
a proposito della situazione alla Garzanti. Le note introduttive
non contano niente; e adesso, comunque, dopo luscita del mio
libro (non ho potuto farti posto in un servizio-stampa limitato
ai soli critici-critici: ma il libro è fuori
già da un paio di settimane, credo), verranno pubblicati
altri tre o quattro titoli non tutti, sembra, cavalli di
razza ; quindi cessazione della collana. O, dicono, sua trasformazione
in una, per me non perspicua, serie popolare, sempre
di stranieri e di italiani.
Sicché,
basta con le utopie. Ma dimmi se posso giovarti su altra sede. Contemporaneamente,
infatti, a Orto e nido, le edizioni Amadeus (casella
post. 42 Montebelluna, Treviso), le stesse che stampano la
rivista LOzio, mi hanno pubblicato altri versi,
di poco successivi (1980-81): In piena prosa. Edizioni ottime: tinteresserebbe,
visto che diffondono anche piuttosto bene, che io suggerissi la
tua Confettiera? Lì, avrei qualche potere. Se
vedrai il mio libro, intanto, avrai unidea della squisitezza
artigianale (ma non provinciale) del prodotto!
Fammi sapere. Con affetto.
Padova, 14. IV. 87
Carissimo Ugo,
finirei per lasciar passare la data del 30 aprile, per qualche dimenticanza
banale, sicché preferisco scriverti sùbito, con lemozione
comunicatasi anche a me per la notizia del tuo matrimonio. Ero naturalmente
alloscuro di ciò che si preparava; penso adesso che
la tua (nostra) età sia, se non lunica, la migliore
per accingersi al gran passo, consapevole comessa
è degli equilibri sui quali si fonda il pensiero fluttuante
della felicità, se non la felicità medesima:
che, lo sappiamo, non si caratterizza come uno status.
Scusami per queste
imbrogliate parole, che nessun telegramma, comunque, avrebbe mai
potuto contenere. E accetta con un abbraccio i fervidi auguri del
tuo amico.
Padova, 24. IX. 87
Caro Ugo, eccoti
pronto finalmente al libro e meno male! Non ci contavo più
neanchio, coi tempi che corrono! Ci sarà la mia prefazione,
che scrissi cercando di crearmi la maggior vicinanza possibile alla
tua voce? Io mi sono mosso poco, questanno; solo una (rapida)
rivisitazione di Londra, città dellanima
(da tempo) per me... Con affetto.
9.12.87
Caro Ugo, non
sono io a poterti fare avere i libri di Garzanti ma, (su richiesta),
il tuo libraio chiamando il più vicino rappresentante della
G.! È ovvio, no? Si parlò di te con Francesco T.,
passato a trovarmi un mese fa qui a Padova. Come stai? Non ho sottomano
Nuovi Argom. E non ho alcun Santo in quella redazione (mai vi ho
pubblicato e quasi mai pubblico in rivista, non so perché).
Buon Natale e buon Anno fin dora.
Padova, 7 giugno 88
Caro Ugo, mi
ha fatto piacere la tua lettera, specialmente per quel che mi dici
della tua esistenza quotidiana, che non è moneta dappoco,
anzi...
Ti auguro che
col tempo le cose vadano ancor meglio e che frattanto la scelta
di pensionarti non ti causi delusioni, come talvolta succede. Ma
mi avverti che è una decisione meditata, discussa: ignoro
la situazione universitaria di Lecce; qui certo sarebbe quasi impossibile
a chiunque inserirsi in un quadro chiuso come quello dei ricercatori.
Ma forse non dappertutto è allo stesso modo.
Quanto alla Confettiera,
e aspettando la grazia di Garzanti per l89, non so se ti sei
mai chiesto se mi seccava o no di averti con fatica
prefato e visto lasciar perdere, poi, il risultato del mio sforzo.
Oltretutto, non sono un prefatore di routine. Quindi mi è
dispiaciuto che quelle mie buone pagine restassero a dormire presso
di te; nonpertanto ho facoltà di trovarti un editore, solo
posso dirti che né Scheiwiller né Crocetti sono soluzioni
concrete, al momento. Per Lacaita, vedi tu direttamente. Laltro,
non so chi sia.
Perdona la franchezza
ma questargomento (della mia prefazione) non lho sollevato
io.
È vero,
Luzi è stato qui. Ogni tanto ho contatti con Francesco. Il
mio trapianto da queste parti non ha proprio capovolto
la mia vita, come vedi. E poi, la natura i suoi salti li fa piano
piano, se anche li fa.
In Salento non
sono più tornato. Lultima volta che mi ci sono avvicinato
era nel 78, ai tempi di un Martina Franca, quando
ero membro di giuria. Adesso le mie giurie sono
stranamente in Sicilia; o in questa zona tra Veneto e Lombardia.
Ed è già troppo.
Puoi, dopo tanti
anni, mandarmi qualche poesie per Forum Italicum. Rammenti
di averci già pubblicato una quindicina di anni fa? La rivista
cè ancora, un po mutata e io stesso ci
sono, per fedeltà.
Ho qui mia madre
per alcuni giorni. Ha 85 anni ormai e ogni stagione sua diventa
più preziosa man mano che passano le nostre. Ti saluto con
affetto.
Padova, 21. 6. 88
Caro Ugo, forse
faccio in tempo a far uscire le tue poesie (belle e strane) sul
numero di Forum Italicum che va ora in tipografia. Devi
però spedire sùbito al direttore, prof. Michele Ricciardelli,
via F. De Stefano 65 - 83029 Solofra (Avellino), una tua concisa
scheda bibliografica. Come vedi, la rivista non è più
a Buffalo (N.Y.) ma il direttore è sempre lui, tornato in
Italia dopo aver concluso linsegnamento universitario negli
Stati Uniti. Gli ho spedito le poesie poche ore fa, con una calda
sollecitazione. Tu digli pure delle 10 copie contrassegno eccetera...
Quelle note che
confidenzialmente mi trasmetti (sui testi inediti), perché
non integrarle, nella forma che ritieni più adatta, ai testi
medesimi? Sono cariche di spunti interessanti.
È con
Oreste che vige ora la fraterna inimicizia? Io, da quando
ho lasciato Firenze, non mi trovo più tanto in armonia con
lui, del resto. Non mi perdona quelli che lui giudica (una volta
per sempre!) tradimenti...
Sai che Francesco
ha fatto lambo: premio Traiano (lanno scorso lo ebbi
io) e Monselice per le traduzioni? Così domenica può
darsi che ci si veda, Monselice è poco distante da qui.
Con affetto.
Padova, 2. IX. 88
Caro Ugo, ti
ringrazio dei versi, della dedica: che mi tocca intensamente. Per
parte mia, ti spedirò a giorni uno dei due libri usciti in
questanno, e spero tu possa procurarti chiedendone a Crocetti,
(Milano, via Falck 53) , Una fonte (che è un poema del 1981)
perché io non ne ho assolutamente copie.
Sono stato anchio
assiduo, per quasi un anno, fra l85 e l86, del dentista.
Uno bravissimo, qui, caro ma onesto nel rimettermi ricevuta, sicché
poi lo stato mi rimborsa tutto. Avevo da smantellare non so quante
malefatte di altri curatori passati, e poi da risistemare non so
più che cosa. Tutto! Insomma, sedici milioni! Ma ora mi sembra
tutto a posto e non mi pento di aver accettato questo supplizio
che mi privava, dopo e lindomani, dellappetito e in
genere della vitalità. Vedrai che starai meglio, presto.
Abbiamo passato,
io e la Gianna (che non conosci, ma che Mario e Francesco hanno
visto spesso), qualche giorno a Londra e in Inghilterra. Scorpacciata
di cattedrali, aereo da qui e poi treno là: non mi diverto
che a far questo, mentre stando a casa mi manca il tempo di leggere
quanto mi piacerebbe. I grandi romanzi, i moderni, da Forster a
Tournier, li leggo. Ma alle spalle, come faccio a recuperare tanto
dellOttocento che ignoro? Non so se conosci la mia poesia
degli anni Ottanta, forse la troveresti mutata: in senso (dicono)
narrativo. Ma io sono quello di sempre, mi pare!
Mia figlia siscrive
al 4° di Medicina; e Giuliano (17 anni) è alto un metro
e 87... Come non sentirsi invecchiare? Però a chi mi vede
così, canuto più che grigio, obbietto che tanti miei
coetanei sono calvi da un pezzo. E tu?
Chiudo queste
righe sconclusionate con un saluto affettuoso. E grazie ancora per
la poesia che mi dedichi.

22. 11. 88
Caro Ugo, ti
ringrazio della lettera e del ritratto, che ti rende eguale a quello
che la mia memoria recava stampato in sé. Preferisco non
contraccambiare
avendo proprio laltro giorno sviluppato
il rullino con le foto americane (siamo stati via, con Gianna, un
paio di settimane, chiamato io da un convegno a Los Angeles) giudicando
che lunica cosa sgradevole era la mia effigie, in così
bei contesti.
Nientaltro
che la vecchiaia, o meglio il diventar vecchi, al di là dellaccertata
(e non brutta) canizie. Ma passiamo ad altro. Io temo che tu tilluda
sulle mie forze contrattuali. Per esempio, Serials è apparso
presso un editore che non esiste; semplicemente, un paio di amici,
(il vecchio Rebellato ed Enzo Mazza, che ha dieci anni di meno)
hanno deciso di fare ogni tanto un libriccino, per il quale sollecitano
lautore a sussidi finanziari, anche, o comunque non fanno
che consegnargli le copie perché lui se la sbrighi come sa
o crede. Insomma, una tantum è capitato a me, ma non cè
alcun piano organico di edizioni, perché, appunto, non cè
nessuna struttura economica alle spalle. Che dirti allora? Eppure
so di alcuni che hanno supposto esservi una vera e propria collezione,
per cui ci si potesse mettere in fila
Ho anchio
tanti libri pronti, sei e forse sette (giacché avrai constatato
che Una fonte è scritto nell81, mentre i Serials sono,
con ogni evidenza, una sezioncina estrapolata da più vari
lavori). O smetto di scrivere, a questo punto, o inevitabilmente
consegno ciò che giudico, oggi, il meglio di me alla posterità.
Ma che farci? Scheiwiller ha lui solo una raccolta
dell81-82, ce lha da un pezzo, e questo è lunico
traguardo concreto (per quando?) del mio sovrabbondante inedito.
Tutto difficile, come vedi, anche per un senior a cui una volta
hanno detto di sì Mondadori (due volte, per la verità,
ma una nel remotissimo 64), Guanda, Garzanti, San Marco dei
Giustiniani, Scheiwiller e non ricordo chi altri...
Sicché
linvio dei tuoi 40 testi recenti comporterebbe solo il piacere,
a me, di leggerli. Ma senza sbocchi editoriali, purtroppo. Perché
hai sempre escluso Lacaita dai tuoi orizzonti? È veramente
il peggio o non ha più la sua collana, quella che dirigeva
Spagnoletti?
Scrivimi pure,
ché ho molto piacere di leggerti. Un abbraccio.
Padova, 3. III. 89
Caro Ugo, ti
ringrazio per quel che mi dici di Una fonte. Benché la mia
sensazione di autore sia quella di un continuum, non di un sottentrare
da quando? del buon artefice sulla parte dellanima.
Dalle date, che leditore preferì conservare, taccorgi
che è un altro dei miei diarii impossibili: tutto
è stato composto in un arco di men che sei mesi. Né
ho fatto correzioni successivamente, è il mio costume, una
volta che un testo abbia superato la prova della prima severissima
lettura
Vedo che la collanina garzantiana si è rimessa
in moto (Lamarque). A quando il tuo libro? Un saluto.
Ringrazia tua
moglie e soprattutto la tua mamma per la firma sulla cartolina di
qualche tempo fa.
17. IV. 89
Caro Ugo, mi
rallegro, ma davvero e parecchio, della buona soluzione Lacàita!
Rileggi pure
tu, ché si fa più presto, anche le mie pagine di fine
84; e auguri! Differisco
ad altro momento qualsiasi risposta sul tuo quesito sostanziale,
incapace come mi sento di rispondere, anzi di mettere debitamente
a fuoco il fuoco aspro della Grande Questione... Un affettuoso ricordo
anche a tua madre.
Padova, 13. VI. 89
Caro Ugo, per
Forum Italicum cè ancora tempo; pènsaci
pure con calma. Voglio dirti che la settimana scorsa, mentre partivo
per un giro un po faticoso di glorie e doveri,
è arrivata la tua Confettiera: mi sembra un libro che tiene
e che bisognerebbe tu facessi circolare quanto più è
possibile. Grazie della tua dedica!
Ho ricevuto anche
i due libri di Francesco; belli, specie il secondo, dove siamo accomunati
ancora una volta.
Che estate progetti?
Noi il solito soggiorno londinese-inglese (Cornovaglia
questanno); poi nullaltro, ma a me basta e avanza. Mi
piacerebbe, in agosto, leggere e scrivere (come si sa). Riesco a
fare ben poco. Con affetto.
Padova, 9. 8. 89
Caro Ugo, grazie
delle cartoline marchigiane (in specie di quella da una curva
dal mondo). Il viaggio in Inghilterra e Scozia è stato
bellissimo, ut erat in votis, con in più la bella stagione;
mentre qui (per fortuna) o piove o non fa caldo.
Gòditi il Parco e poi fatti sentire, quando torni. Bene per
la fortuna della Confettiera!
Padova, 25.9.89
Caro Ugo, non
ti scrivevo solo per carenza di tempo libero.
Non condivido il giudizio negativo sulla tua prosa, mentre rispetto
le crisi che possono averti provocato il postumo NO!
Fammi avere,
se vuoi, altre cose; tanto, non cè nessuna fretta,
coi tempi rallentati di queste riviste! Scusa il ritardo nella risposta,
ma proprio ho i minuti contati... (Nel 90 verrò a Lecce,
per Bodini).
Padova, 17. XI. 89
Caro Ugo, nessuna
diminutio cordis; ma il mio silenzio epistolare si deve a una (non
diplomatica) saturazione del tempo libero e a una serie
di viaggi e viaggetti per la gloria (per lambizione...) che
mi sottraggono energie. Eccoti spiegato il mio vivere, daltronde
non commiserabile, tuttaltro! Ora che ho 50 anni, qualcuno
saccorge che esisto? Purché ne resti convinto io, non
ti sembra? Il 20 dicembre leggerò poesie al centro Montale
di Roma. Con Mario Luzi si è parlato di te, pochi giorni
or sono (gli avevi telefonato).

Padova, 9. 5. 90
Caro Ugo, non
ho alcun potere in Poesia. Manda tu, se credi, a Cucchi
dicendo che sei mio amico (e da me prefato). Altro non servirebbe.
E ci vuol tempo. So che hai visto Francesco T. a Maglie per le celebrazioni
di Macrì.
Ti ringrazio
per avermi letto e apprezzato con il solito affetto. Ciao, saluta
i tuoi da parte mia.
Padova, 11 agosto 90
Caro Ugo, trovo
la tua lettera al ritorno dalla solita vacanza in Inghilterra
è ormai la quarta consecutiva, faticosa (aereo + treno)
ma ricca di scoperte: questa volta, p. esempio, il nido di John
Ruskin (vecchio): una meravigliosa dimora sul lago, dove si riumanizza
e si riarticola viva la (per me) noiosa immagine dellesteta
in giro per Venezia, Firenze e altre nostre grandezze...
Era con noi Giuliano,
neo-maturo (seppur senza gloria), che a ottobre comincerà
Scienze Forestali, con mia soddisfazione; la Silvia è ormai
al 6° di Medicina ma andrà, fatalmente, fuori corso...
Mia madre di
anni ne ha 87; e anche per lei si è trepidato, non molto
tempo fa: unoperazione grave, che poi si è rivelata
non necessaria. Ora sta benino, salvo che mi rammenta la mamma di
quella bellissima poesia di Betocchi (Mamma e figliolo a Milano),
leggera come si è fatta, quasi di cartapesta dentro! Chissà
come ci si sente (se ci se ne accorge), nel diventare così...
Mario Luzi risponde
da Pienza a una mia letterina di luglio; mi dice che cè
Tentori, là, per qualche giorno, e che mi rammentano. Senza
dubbio rammentano anche te, in una squadra ideale! E,
passando al tuo libro riuscitissimo, credo che qualcuno saprà
pur riconoscerti, sotto quella pelle che tu mi dipingi così
diversa dal solito e che presto, dunque, avrò modo di constatare
quale sia. A me càpita di sentirmi mutato, di libro in libro
(o di lustro in lustro), ma non è escluso che le variazioni
siano percepite più da noi stessi che da chi ci legge...
Per Bodini a
Lecce, seppi tempo fa da De Nardis che tutto si farà non
prima del 91 inoltrato. Aspetto notizie, e in ogni caso verrei
da spettatore giacché (non senza buone ragioni) gli organizzatori
hanno in animo di convogliare energie fresche su questo poeta così
poco frequentato.
Che dirti dellinsonnia?
Un po ne patisco anchio, o meglio ho lunghe pause di
veglia dopo il primo sonno duro e felice (dalle 23 alle
3 circa, di solito). Ma non prendo medicine, finché posso.
Capisco che tu sei più apprensivo ancora: ricordo una delle
ultime volte (ma saranno dieci anni, ahimè) allalbergo
Da Verrazzano, quando stavi male... di nulla. Però Silvana
deve essere veramente preziosa nella tua vita: la seconda deità,
dopo tua Madre, con tua Madre, e non è privilegio da poco.
Anche la Gianna ha una sua protettività miracolosa, che non
pesa su chi ne beneficia.
Ti lascio, adesso,
con un abbraccio affettuoso. (Scusa la grafia, ma lo scrivere a
mano da anni non mi è più abituale).
Lo sai che da
giugno mi hanno fatto arcade?... Ora debbono trovarmi un nome pastorale...
Chi lavrebbe detto? Ho sempre preferito i barocchi, semmai.
Padova, 3 sett. 90
Caro Ugo, ebbi
le tue molte, gradite lettere, e poi anche la cartolina da Fiuggi:
dove mimmaginavo che uno come te (e potrei dire: come noi)
avrebbe resistito a fatica, visti i caratteri del luogo: io ci ho
dormito una sola notte, non avendo alternative. Era già buio,
non cera altro nei dintorni e la stanchezza mi pesava addosso
Ma chi ti aveva suggerito questa dimora?
Comunque, rieccoti
a casa. Come ci sono io, del resto; dispiaciuto di non potervi trascorrere
periodi più lunghi, magari per colpa delle piccole vanità
personali che minducono ad accettare incontri qua e là.
E purtroppo, avrò per un anno almeno limpegno (per
Poesia) di una specie di storia a puntate della nostra
poesia dal 1900 al 45, incarico accettato spudoratamente (e
anche gratis!) in un momento di debolezza. Tratto libri singoli,
anziché carriere individuali; ma è ugualmente un affar
serio.
Visto che ho
citato Poesia, sappi che io lì non ho poteri
ma solo rapporti amichevoli con editore e direttore (Crocetti e
Cucchi). Però dovrai mandarmi, dattiloscritto, un gruppetto
diciamo di sette-otto poesie, fra le quali sceglieranno loro, come
credo, quelle da pubblicare. Io troverò il modo di appoggiarti,
meglio se sarà già uscito il libro da Garzanti. Considera
daltronde che cè la fila in attesa, e quindi
passano mesi e mesi prima che i testi possano uscire. Io ne aspettati
almeno sei o sette, pur con tutta la confidenza che ho coi suddette
C&C
La foto è bella; ma io credo che sarebbe molto
più adatta unistantanea, che ti ritragga in un luogo
accertabile, un giardino, una piazza o che so io.
Ora per esempio
dovrò andare a Palermo (e dintorni) per il premio Mondello:
una sezione, forse lo sai, questanno laurea il nostro Francesco
T. per il Machado. Unoccasione
per risalutarlo, perché quando mi fecero arcade mi vergognai
un po ad avvisare gli amici romani che avrebbero potuto facilmente
venire a trovarmi sul luogo del misfatto.
Sono stato, dispersivamente,
in Toscana per tre giorni: guidando e sudando. Ho visto nel Pistoiese
mia madre, la Silvia in Maremma (luoghi carducciani), e a Firenze
Giuliano, che stava per veleggiare alla volta dellisola di
Paros (Cicladi), dove dovrebbessere approdato poche ore fa.
E ho fatto in tempo anche ad andare a pranzo dai Parronchi, nella
loro mirabile campagna vicina a Firenze ne ho riportato dei
fichi tra i migliori mai assaggiati in vita mia.
Non ti ho detto,
per distrazione, che le tue due poesie mi piacciono, specialmente
quella manoscritta, che conto di rileggere nel gruppetto
di cui sopra. Non aver fretta, e metti insieme il meglio, cioè
qualcosa che abbia anche il pregio di una leggibilità a
sé.
Ti ricordo con affetto e ti abbraccio.
P.S. Tornai il 9 agosto; tu devi avermi cercato il giorno avanti!
Padova, 24 settembre 90
Caro Ugo, ho
tante lettere tue, qui sulla scrivania, che non so come cominciare
la mia... Comunque, le poesie ci sono, e ti ringrazio della dedica,
del senso che essa include; ricordo quando me ne dedicasti una,
saranno venti anni, dove il personaggio era la mia (piccolissima)
Silvia e cera limmagine dei falansteri urbani. In un
altro io abito adesso, ma così come da quello fiorentino
si vedevano splendidi panorami Fiesole da un lato, la Cupola
e gli altri monumenti dallaltro qui il mio studio e
la camera da letto dànno sullorto delle suore, che
ammiro mentre zappano trapiantano annaffiano seminano. Distinte
le colture da impercettibili variazioni cromatiche, più distinguibili
loro, luna dallaltra, per i colori della veste, grigia,
cinerea, azzurra, nera... Evidentemente
più ordini si conciliano in questo convento, e i bambini
per tutta la mattina vi emettono quello che in una mia poesia chiamo
il grido della specie, vivace e prodigioso, anche a non coglierne
le parole spiccate.
Ma torno ai tuoi
versi; ti dico che mi paiono ricchi, drammatici più ancora
che nel passato. Mi aveva già colpito, manoscritta, la poesia
della telefonata al cui sommo sidentifica la voce-maestra
di Luzi. È uno dei punti più notevoli della tua scrittura.
Quanto alla foto,
la tengo con me essendo, a quel che penso, poco adatta. Certo andrà
meglio quellaltra di cui mi dici, per le vie notturne di Lecce.
Ma hai sempre bisogno di un fotografo professionista? Io adopro
chi è disponibile, e come viene viene...
Ebbi il libriccino,
francamente un po cimiteriale, con la visita di Mario nella
tua casa. Così
vecchio, anche lui, e stanco, a giudicare da quelle foto... Capisco
la tua devozione, ma forse certi eventi aspettano solo di esser
conservati su altra lastra, del tutto interiore.
A Mondello, questanno,
è stata una faticaccia peggiore del solito. Ecco un esempio
delle vanità cui ti accennavo. Ma ci resto, perché
almeno lì incontro dei non-professori, o professori in libera
uscita. Non amo granché i miei colleghi, in quanto categoria
e salvo mirabili eccezioni. E poi succede (succederà fra
qualche settimana anche a me) di approfittare di opportunità
piacevoli: dovrei andare a Toronto con una delegazione appunto
di Mondello. Come ci sono entrato? mi chiedeva un cinese
a pranzo. Fu Cattafi, mio amato fratello maggiore, a introdurvi
alcuni suoi amici, che poi sono rimasti coinvolti in questo, sempre
più mastodontico ahimè, congegno. E io ci sono, pensa!,
dal 1976.
Non so che dirti
per tua Madre, se non augurarmi che torni fra voi in salute. Ma
che significa, letteralmente, sta morendo? Come tutti
i vecchi (e i meno vecchi), oppure diversamente?
La Gianna torna
da Stresa, dove ha assistito al matrimonio di una giovane cugina.
Chi sa che non mi sposi anchio, dopo dieci anni e più
che stiamo insieme
Sarebbe strano, eppure anche normalissimo.
Ma la felicità segue vie sue proprie, illegali. Ti rammenti
che bellinvenzione il titolo di uno dei poemi di Su fondamenti
invisibili: Il pensiero fluttuante della felicità? È
proprio vero, è quello il nostro pensiero più assillante,
anche a non volerne parlare.
Nei giorni del
Mondello ho passato parecchie ore con Francesco, premiato e un tantino
annoiato come lo ero io. Ti saranno ronzate le orecchie giacché
si è fatto spesso il tuo nome.
Giovedì
andrò anche io da Garzan, visto che sono a Milano. Mi farò
dire se il tuo libro è pronto, va bene? Un abbraccio.
P.S. È
ovvio che consegnerò appena possibile, realisticamente possibile,
a Crocetti o a Cucchi, le tue poesie. Ma perché non ti abboni
alla rivista mandando un assegno di 55mila lire a Crocetti Editore,
via E. Falck 53, 20151 Milano? Ti assicuro che non sarebbero soldi
buttati via.
12.X.90
Caro Ugo, la
Gianna mi dice della tua telefonata e della vostra amabile conversazione.
Io vado presto fuori: a comprare il pane, il giornale e ad imbucare
lettere scritte il giorno avanti. Sai che le mie giornate cominciano
presto, prima delle sette, perché le serate che le precedono
sono brevi, al massimo le undici si va a letto.
Ma il tuo libro
è arrivato, due giorni fa, e lho percorso, per adesso
molto rapidamente, alla ricerca di quelleffetto traumatico
di cui mi avevi fatto cenno. Solo che leffetto,
semmai, me lavevano già causato i tuoi testi letti
in questi ultimissimi tempi sicché Fra grata e gelsomino,
titolo puro e felice!, mi sembra di vederlo come una radice di quello
che mi hai dato da leggere di scritto successivamente. È
un libro vivo, anche della propria avvertita mortalità; dovrei
riprendere in mano la Confettiera per capire i nessi eventuali fra
le due raccolte, che a memoria mi pare sussistano.
Credo tu debba
essere lieto di questo palpabile risultato. Un libro con Garzanti
è di per sé qualcosa di diverso da uno con gli altri
editori che ti hanno finora pubblicato. Anche se ti dovrai, chissà,
dolere, come è capitato a me, delle rare recensioni e dei
rari riscontri. E per festeggiarti, ho spedito a Cucchi
(il quale aveva già avuto dalleditore anche il libro)
i tuoi inediti, preavvisandolo telefonicamente. Sai che ci sarà
da aspettare, purtroppo; ma intanto è bene che quei versi
si trovino a Milano. Seguirò io la faccenda, per il poco
che posso.
Non ti ho ancora
detto grazie per la dedica. Che a sua volta merita la
mia gratitudine.
Un disguido ha
fatto slittare alla primavera del 91 quel mio breve viaggio
canadese cui ti accennavo. Così ho un minimo di respiro in
più, e ne ho approfittato per andare, domenica scorsa, a
Monsélice (è qui vicino) a salutare Luzi che interveniva
alla XX edizione del premio dove è in giuria (il premio per
la traduzione che fu vinto da Francesco lanno passato). E
anche stavolta, niente Nobel! E forse è meglio così,
obbiettivamente?
Andrò
a Gubbio, fra una settimana, convocato con pochi altri a discettare
sulla poesia in vista del Duemila
Mah! Così sulla via
del ritorno faccio sosta a Firenze.
Aspettavamo qui
Giuliano per oggi e invece non potrà venire: ha già
cominciato le lezioni da matricola a Scienze Forestali e speriamo
che trovi il giusto ritmo di studio.
Ti saluto con affetto. Come sta la tua Mamma?
Padova, 7.XI.90
Caro Ugo, non
ti ho scritto da parecchi giorni ma è stato un susseguirsi
di spostamenti Padova-Firenze-Padova a causa della salute di quella
zia della quale debbo averti già parlato. Domani lascia la
clinica senza molto ottimismo (87 anni!) ma almeno sarà più
semplice andare a trovarla. Nel frattempo avevo anche da ultimare
il compitino annuale per Poesia e solo oggi
ce lho fatta. Sono puntate lunghe, che quando sarai abbonato
taccorgerai quanta fatica possano costare. Questa è
su Moretti e Michelstaedter.
A Crocetti ho
sollecitato la pubblicazione dei tuoi versi in uno dei prossimi
fascicoli. Speriamo: so che la fila è lunga e che qualcuno
è molto più appoggiato di te. Ma insomma...
Domani comincerò
il corso: sui crepuscolari, questa volta, ed è il mio primo
contatto lungo con questo gruppetto a cui, a poco a
poco, mi sono legato di simpatia sebbene con linevitabile
distacco di chi (come me) per formazione predilige i poeti di alta
pronuncia e non monocordi. Però Gozzano e persino Moretti
hanno delle vere frecce al loro arco.
Domattina, come
antipasto, anche le lauree: una mia allieva è su Pizzuto,
che quando mi ci accostai (verso il 60) mi colpì tanto.
Poi la passione si è sopita, ora direi che è spenta,
a meno che non trovi la forza di rileggermi Signorina Rosina e Si
riparano bambole. Ma come, se le ore libere me le cattura ben altro
romanziere, quel meraviglioso Dickens che da bambini ci facevano
leggere a sproposito?
Indirizzo ancora in via Del Tufo? La cartolina (coi saluti da Silvana
alla Gianna: graditissimi e ricambiati di cuore!) chiariva le ore
ma non i giorni nei quali eri là.
Qualcuno in
ogni caso ti smisterà la corrispondenza, suppongo.
Ti ho dato più notizie che altro. Ma mi dispiaceva
il pur incolpevole ritardo. Tu, da pensionato-baby,
hai ancora il senso della routine un po impiegatizia a cui
spesso siamo vincolati? E ora, come ti dicevo, si rientra nel tunnel
del cosiddetto anno accademico. Ma chi, di noi, fa accademia?
Io, no davvero! Un saluto affettuoso.
(2 - continua)
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