Valutazione
e memoria sono importanti in sé, perché giocano
un ruolo rilevante nelle decisioni
e perché la gente
è interessata
al racconto della propria vita.
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Il mio progetto di ricerca, basato sulla metodologia del Day reconstruction
method (Drm), è un tentativo di rendere operativa una misurazione
di felicità oggettiva. Di che cosa si tratta?
È una metodologia che combina un tempo limitato (normalmente,
un giorno) con una tecnica che consente di recuperare informazioni
dettagliate circa esperienze puntuali (i momenti) del giorno precedente.
Il Drm intende riprodurre linformazione che si sarebbe raccolta
misurando lesperienza immediatamente (in tempo reale), ed
efficientemente. Questo metodo permette una caratterizzazione della
felicità sperimentata associata ai diversi settings e alle
diverse attività della vita delle persone, e offre anche
una misura di come le persone allocano il loro tempo tra setting,
attività, partners nelle relazioni sociali.

Il Drm impiega un questionario strutturato che genera una descrizione
dettagliata di un particolare giorno nella vita dellintervistato.
Il metodo è basato sullintuizione teorica che un accurato
resoconto retrospettivo delle emozioni può essere ottenuto
incoraggiando il recupero di episodi specifici e relativamente recenti.
Gli intervistati per prima cosa rivivono le memorie del giorno precedente,
ricostruendo un breve diario consistente in una sequenza di episodi.
Come secondo passo, gli intervistati descrivono ogni episodio nel
dettaglio, indicando 1) quando lepisodio è iniziato
e finito, 2) cosa stavano facendo, 3) dove erano, 4) con quali persone
stavano interagendo, e 5) come si sentivano sulla base di più
dimensioni affettive (in ogni caso, su di una scala da 0 a 6). Un
mio lavoro appena pubblicato riporta un simile esperimento condotto
su 1.018 donne lavoratrici del Texas.
È da questa prospettiva metodologica che io rivolgo la mia
critica alle attuali ricerche su economia e felicità. Infatti,
unimportante caratteristica delle attuali ricerche sulla felicità
è che esse ricorrono esclusivamente al remembering self.
Il vasto corpo di letteratura dedicato alla felicità o benessere
soggettivo (subjective Well-being) è infatti incentrato sulle
seguenti domande: Quanto sei soddisfatto della tua vita nel
suo insieme? o Quanto ti reputi felice in questi giorni?.
La domanda sulla felicità richiede esplicitamente a chi risponde
di recuperare, integrare e valutare i ricordi. La domanda sulla
soddisfazione della vita implica valutazioni, a partire dallesperienza
attuale, di esperienze ancora più remote. Queste valutazioni
soggettive sono fortemente influenzate dalle esperienze emotive;
un individuo che ha di recente sperimentato affetti per la maggior
parte negativi con poca probabilità descriverà se
stesso come veramente felice o soddisfatto.
Certamente la distinzione tra esperienze e valutazione nel Well-being,
o tra quelle che io chiamo felicità oggettiva (sperimentata)
e soggettiva (ricordata e valutata), è dovuta al fatto che
le due non sono sempre in corrispondenza perfetta. Per esempio,
uno stato temporaneo di anemia o di insonnia ha un effetto diretto
sulla felicità oggettiva, ma solo un effetto indiretto sulla
felicità riportata e sulla soddisfazione di vita (felicità
soggettiva).

Ad un altro estremo, proponiamo che il basso livello di soddisfazione
tra i francesi (che riportano una soddisfazione minore di parecchio,
rispetto, per esempio, agli americani e ai danesi) potrebbe essere
dovuto interamente alle regole che governano le valutazioni e le
loro espressioni nella cultura francese. Sappiamo che non cè
evidenza del fatto che la reale esperienza affettiva dei francesi,
cioè la loro felicità oggettiva, sia generalmente
peggiore di quella degli americani o dei danesi. Infine, alcune
circostanze della vita hanno un impatto diretto sia sullesperienza
sia sulla valutazione: cito il lavoro come un probabile esempio.
Cè da aspettarsi, comunque, che le due componenti del
Well-being quella soggettiva (edonistica) e quella oggettiva
siano correlate, ma è importante tenerle distinte,
sia dal punto di vista empirico sia da quello concettuale. La dissociazione
occasionale del benessere valutato, rispetto a quello sperimentato,
è di modesto interesse in se stessa. La significatività
della distinzione tra esperienza affettiva e valutazione di vita
dipende principalmente dal fatto che abbiamo o meno differenti conseguenze.
Siccome i dati rilevanti a tale proposito non sono stati raccolti,
non abbiamo ancora la risposta. Tuttavia, è unillazione
plausibile che lo stress dovuto ad esperienze affettive negative
può avere un effetto cumulativo sulla salute. Daltra
parte, la decisione di iniziare una terapia od ottenere il divorzio
può essere una conseguenza diretta della valutazione dello
stato di vita di una persona, collegato solo indirettamente allesperienza
affettiva. In uno studio sulle vacanze, si sono trovate discrepanze
sostanziali tra il ricordo della gioia provata nelle vacanze e la
loro reale esperienza di gioia. Era però la gioia ricordata,
e non quella sperimentata, che prediceva il desiderio di ripetere
lesperienza della vacanza.
Lipotesi semplificatrice che il Well-being sia unitario è
implicitamente invocata in molte analisi sulla felicità.
Essa gioca un ruolo particolarmente importante nella pratica comune
di usare sia le differenze nazionali che individuali nelle spiegazioni
del Well-being individuale. Questa pratica può essere giustificata
solo se la frase più felice di ha un significato
simile nei contesti: John che è più felice di
Peter è posizionato 1 punto più in alto nella scala
di felicità e Gli americani sono più felici
dei francesi, sono posizionati 1 punto più in alto nella
scala della felicità.
In realtà, la felicità potrebbe avere significati
molto diversi in questi contesti. Nello specifico, sono daccordo
che è ragionevole inferire dalla differenza nella soddisfazione
di vita riportata che John probabilmente sperimenta più felicità
di Peter, ma sappiamo che nessuna evidenza potrebbe giustificare
uninferenza simile circa americani e francesi.
La più importante conclusione operativa di questa mia analisi
è che il Well-being sperimentato e il Well-being valutato
dovrebbero essere misurati distintamente e che le misure dovrebbero
essere esplicitamente separate. Le misure del Well-being valutato
non sono però semplicemente imperfetti indicatori di felicità
oggettiva (Well-being sperimentato). Valutazione e memoria sono
importanti in sé, perché giocano un ruolo rilevante
nelle decisioni e perché la gente è interessata profondamente
al racconto della propria vita.
Daltra parte, un focus esclusivo su valutazioni retrospettive
è insostenibile e, dallaltra, queste valutazioni non
riflettono in maniera accurata la qualità dellesperienza
attuale. Il Well-being sperimentato, la felicità oggettiva,
deve però essere misurata separatamente e con opportuni strumenti
metodologici, perché non può essere dedotta con sufficiente
precisione dalla felicità soggettiva.
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