Sono stati gli
intellettuali
europei a suonare la carica contro
il progetto della modernità, ansiosi di scongiurare il pericolo
che
i vecchi dogmi
potessero di nuovo condurre
lumanità lungo la strada della
distruzione.
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Il Sogno Americano è troppo centrato sul progresso materiale
personale e troppo poco preoccupato del benessere generale dellumanità
per continuare ad avere fascino e importanza in un mondo caratterizzato
dal rischio, dalla diversità e dallinterdipendenza:
è diventato un Sogno vecchio, intriso di una mentalità
legata a una frontiera che è stata chiusa tanto tempo fa.

E mentre lo Spirito Americano guarda stancamente al
passato, nasce un Sogno Europeo, più adatto ad accompagnare
lumanità nella prossima tappa del suo percorso: un
Sogno che promette di portare luomo verso una consapevolezza
globale, allaltezza di una società sempre più
interconnessa e globalizzata.
Il Sogno Europeo mette laccento sulle relazioni comunitarie
più che sullautonomia individuale, sulla diversità
culturale più che sullassimilazione, sulla qualità
della vita più che sullaccumulazione di ricchezza,
sullo sviluppo sostenibile più che sullillimitata crescita
materiale, sul gioco pro-fondo più che sullincessante
fatica, sui diritti umani universali e su quelli della natura più
che sui diritti di proprietà, sulla cooperazione globale
più che sullesercizio unilaterale del potere.
Il Sogno Europeo è germogliato al crocevia tra la postmodernità
e lemergente era globale, e rappresenta il ponte che può
colmare la distanza tra le due epoche. La postmodernità non
è mai stata intesa come unera a sé, quanto piuttosto
come una fase crepuscolare della modernità: un tempo per
formulare un giudizio sui numerosi peccati dellera moderna.
Le proteste e gli esperimenti della generazione degli anni Sessanta
miravano ad abbattere i vecchi confini che vincolavano lo spirito
umano e a sondare nuove realtà, e sono nati insieme al loro
compagno intellettuale: il pensiero postmoderno.
I postmodernisti si chiedono in che modo il mondo sia giunto ad
infilarsi in un vicolo cieco. Quali sono le ragioni che hanno portato
a sganciare le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, a costruire
i lager nazisti in Europa, il Gulag in Unione Sovietica e i campi
di rieducazione maoisti nelle campagne cinesi? Come siamo giunti
a un mondo diviso più che mai tra ricchi e poveri? Quando
e come il materialismo ha sostituito lidealismo e il consumo
si è trasformato da concetto negativo in positivo?
I postmodernisti hanno attribuito la responsabilità di tutto
ciò alla modernità e individuato i colpevoli dei mali
in quelli che considerano i rigidi assunti del pensiero moderno:
lIlluminismo europeo, con la sua visione di un illimitato
progresso materiale, è tra i maggiori accusati, insieme al
capitalismo di mercato, al socialismo di Stato e allideologia
dello Stato-Nazione. La modernità, secondo i teorici postmodernisti,
è viziata fin nei suoi presupposti: le stesse idee di realtà
oggettivamente conoscibile, di progresso lineare irreversibile e
di perfettibilità delluomo sono state interpretate
in maniera troppo rigida e storicamente distorte, e non tengono
conto di altre prospettive sulla condizione umana e sui fini della
storia.

Se i postmodernisti hanno raso al suolo ledificio ideologico
della modernità, liberando chi ne era prigioniero, non hanno
offerto alluomo una dimora alternativa: siamo diventati nomadi
esistenziali che vagano in un mondo senza frontiere di desideri
insoddisfatti, alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi e in cui
credere. Lo spirito umano, liberato dalle vecchie categorie concettuali,
ha spinto ciascuno di noi a trovare una strada propria in un mondo
caotico e frammentato, ancora più pericoloso di quello totalizzante
che ci siamo lasciati alle spalle.
Il pensiero postmoderno non ha trovato terreno fertile in quella
che viene chiamata la middle America, ma ha sempre avuto
maggiore influenza in Europa. Oltre la metà degli americani
sono religiosi più che in qualsiasi altro Paese industrializzato
e non sono disposti a sottoscrivere lidea di un mondo
in cui tutto è relativo, ma credono ancora in un grande ordine
delle cose e vivono la propria fede intimamente, giorno dopo giorno.
Gli americani più laici, benché non dispongano di
un riferimento religioso onnicomprensivo, sono in genere devoti
a unaltra visione sociale: lidea illuminista di storia
come continuo e inarrestabile avanzamento del progresso materiale.
Gli europei, al contrario, sono stati più disposti ad accettare
le critiche agli assunti fondamentali della modernità e ad
abbracciare un orientamento postmoderno; questa loro disponibilità
ha molto a che vedere con le devastazioni e le carneficine delle
due guerre mondiali e con lo spettro di un Continente che, a causa
della cieca obbedienza a visioni utopistiche e a ideologie, nel
1945 si trovò sullorlo del baratro.
Sono stati gli intellettuali europei a suonare la carica contro
il progetto della modernità, ansiosi di scongiurare il pericolo
che i vecchi dogmi potessero di nuovo condurre lumanità
lungo la strada della distruzione. Il loro attacco frontale alle
metanarrazioni li ha portati a difendere il multiculturalismo, i
diritti umani universali e i diritti della natura.
I postmodernisti considerano il multiculturalismo una sorta di antidoto
al pensiero moderno, un modo per bilanciare lunicità
dottrinaria con la molteplicità delle prospettive. La questione
dei diritti ha ulteriormente allargato la critica allunicità
del punto di vista: i diritti umani universali e i diritti della
natura sono un modo per riconoscere che la storia di ciascuno ha
uguale valore e che anche il nostro pianeta è, in sé,
importante. Ma qui la logica postmodernista ha cominciato a scontrarsi
con le proprie contraddizioni interne. Universale significa fondamentale
e indivisibile, qualcosa che tutti riconoscono e accettano come
tale; dunque, involontariamente, i postmodernisti si sono scavati
la fossa da soli, riconoscendo che esiste almeno unidea universale
su cui tutti potrebbero potenzialmente concordare: ogni vita umana
ha uguale valore e la natura è degna di rispetto e di considerazione.
Il Sogno Europeo comincia là dove i postmodernisti hanno
rinunciato.
Ridotto allessenziale, è limpegno per la creazione
di un nuovo schema storico di riferimento, che liberi lindividuo
dal vecchio gioco dellideologia occidentale e, nello stesso
tempo, leghi lumanità a una nuova storia condivisa,
fatta di diritti umani universali e di diritti intrinseci della
natura: ciò che chiameremo consapevolezza globale. Il Sogno
Europeo, insomma, è il tentativo di creare una nuova storia.
Il nuovo Sogno Europeo è potente perché riserva attenzione
ad aspetti come la qualità della vita, la sostenibilità,
la pace, larmonia. Nella nuova visione del futuro, levoluzione
personale diventa più importante dellaccumulazione
individuale di ricchezza. Laccento si sposta così sullelevazione
dello spirito umano, non sullaumento della ricchezza; sulla
crescita dellempatia delluomo, non sullestensione
dei territori soggetti al suo dominio.
Lumanità è liberata dalla prigione del materialismo,
in cui è stata rinchiusa allinizio del Settecento dallIlluminismo,
e portata verso un nuovo futuro animato dallidealismo.
Per quanto io sia visceralmente legato al Sogno Americano, e soprattutto
alla sua incrollabile fede nella preminenza dellindividuo
e della responsabilità personale, la speranza per il futuro
mi spinge verso il Sogno Europeo, che esalta la responsabilità
collettiva e la consapevolezza globale. Il nascente Sogno Europeo
rappresenta le più alte aspirazioni dellumanità
a un futuro migliore.
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