Durante
il Risorgimento
il famoso
Va pensiero
e altri canti furono forti rivali del
nostro attuale
Inno nazionale.
|
|
Come concetti e funzioni istituzionali, gli inni nazionali appartengono
a epoche abbastanza recenti. Lorigine, probabilmente, si trova
in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo, col brano
God Save the King, eseguito nel 1745 al Drury Lane Theatre
di Londra come brano patriottico, ben presto diventato popolare
in tutta la nazione. Il Regno Unito, dunque, è rimasto il
luogo deputato dellinno nazionale. Ne ritroviamo traccia nel
XIX secolo (1825) con il national anthem. Le altre nazioni
seguiranno lesempio creando propri inni, assurti a vessilli
in tutte le manifestazioni culturali e politiche. Lentamente, la
loro funzione mutò nel tempo, passando da omaggio a un capo
di Stato straniero ad emblema della nazionalità tout court;
spesso, però, venne affiancato da motivi più celebri,
come nel caso del verdiano Va pensiero, che ha
minacciato molto da vicino lInno di Mameli.
Bisogna chiedersi se linno nazionale debba essere frutto di
unesperienza popolare o di una forma di governo o di un retaggio
del passato. La risposta è riscontrabile nei Paesi che vantano
governi stabili, che fruiscono dello stesso inno. In altre situazioni,
i compositori sono di nazioni diverse: è il caso dellinno
americano scritto da un inglese, di quello boliviano scritto da
un italiano, di quello spagnolo scritto da un tedesco. Ci sono anche
inni utilizzati da più Paesi: linno britannico è
suonato anche in Svizzera, nel Liechtenstein, in Germania, in Svezia,
in Danimarca e in America.

Unulteriore sfaccettatura nella conoscenza degli inni riguarda
la presenza di illustri compositori che, pur non dedicandosi espressamente
a questo scopo, videro le loro composizioni diventare inni di importanti
nazioni. Come sempre, esistono delle eccezioni: Franz Joseph Haydn
compose linno austriaco, oppure Hans Eisler vinse il concorso
per linno della Germania dellEst (DDR). Se pochi musicisti
hanno mostrato scarso interesse per questo versante musicale, altri
si sono divertiti a variare, scomporre, riorchestrare e parafrasare
i più importanti inni. Stockhausen scrisse Hymnen
costruendolo su citazioni di numerosi inni nazionali. L Inno
delle nazioni, creato da un lungimirante Verdi, su testo dello
scapigliato Arrigo Boito, ne era un prezioso precedente.
Analizzando le caratteristiche degli inni delle nazioni più
importanti, notiamo che in Austria dal 1797 fino alla fine dellImpero
absburgico linno fu il celebre brano Kaiser Lied,
di Haydn, su testo di Lorenzo Leopold Haschka. La composizione fu
il frutto di unidea del conte di Daurau, il quale desiderava
che la propria patria avesse un inno della caratura di quello britannico.
Ecco allora nascere la partitura di Haydn che venne utilizzata dallo
stesso compositore nel Quartetto 76 n. 3, conosciuto come Kaiser
Quartett. Nel 1920 il brano fu sostituito da Deutsche
Osterreich Du herrliches Land scritto da Wilhelm Kienzel su
testo di Karl Renner. Nel 1922 la composizione di Haydn fu utilizzata
dalla Repubblica di Weimar in una versione del 1841: Deutschland,
Deutschland, Uber Alles!. Nel 1929 linno fu reintrodotto
in Austria, affiancato al brano nazista Lied der jugend,
scritto da Herman Leopoldi. Nel dopoguerra linno fu nuovamente
cambiato, adattato a una melodica attribuita a Mozart, con testo
di Paula Peradovic.
In Belgio, il brano Brabançonne fu composto nel
1830 da François van Campenhout durante la rivoluzione per
lindipendenza dellOlanda. Forse la musica discende da
un canto dei lancieri polacchi, antico corpo militare del Brabante.
Il testo fu sostituito nel 1860 con Aprés des siècles
desclavage di Charles Rogier. Il popolo fiammingo, invece,
ha un altro inno, De Vlaamse Leeuw, scritto nel 1845
da Karek Miry su testo di H. van Peene. Nel 1951 si verificò
un ulteriore cambiamento, dato che si adottò la Brabançonne,
ma nella versione fiamminga O Vaderland, o del land der Belgen.
E in Francia? Si dice che la Marseillaise sia il brano
più noto al mondo. Le strofe iniziali furono scritte a Strasburgo
tra il 24 e il 26 aprile 1892 da Claude Joseph Rouget de Lisle su
incarico del barone P.F. Dietrich, allepoca borgomastro della
città. Il brano doveva servire come marcia per i soldati
del maresciallo Luckner. Ben presto, dal titolo primario Chant
de guerre pour larmée du Rhin si cambiò
in Marche de Marseille. La composizione servì
come canto per i volontari di Marsiglia quando entrarono a Parigi
nel 1792. Divenuta vessillo della Rivoluzione, nel 1795 fu adottata
ufficialmente come Inno su decreto della Convenzione del 7 luglio.
Sotto Napoleone III fu sostituito da Partant pour la Syrie,
utilizzato nel Carnaval des animaux di Saint Saens del
1886. Nel 1879, caduto limpero napoleonico, la Marseillaise
fu ripristinata, venendo utilizzata nel 1864 dal partito socialdemocratico
tedesco.
Si trovano moltissimi brani tratti dalla Marseillaise
in composizioni classiche, tra le quali citiamo di A. Salieri il
coro introduttivo della Palmira, del 1795, oppure R.
Schumann in Faschingschwank Wien op. 26 per pianoforte,
del 1839. R. Wagner la utilizzò nella lirica Les deux
grénadiers, del 1839, e F. Liszt nel poema sinfonico
Heroide funèbre, del 1851.
Per quel che riguarda la Germania, il discorso è più
articolato. Fino a poco tempo fa, linno della DDR in uso dal
1949 fu Auferstanden aus Ruinen scritto da Johannes
R. Becher con la musica di Hanns Eisler. Dopo la seconda guerra
mondiale la Repubblica Federale (BRD) adottò come brano il
Lied der Deutschen con la musica di Hermann Reutter
su testo di R.A. Schroder Land dee Glaubens deutsches Land.
Nel 1950 fu riammessa la celebre composizione di Haydn, citata già
per lAustria.
Sono stati numerosi gli inni e i canti patriottici utilizzati dai
tedeschi nei secoli. Si può ricordare Bayern, o Heimateand
(Hei?), scritto nel 1848 da Franz Lachner, oppure Gott
mit dir, du Land der Bayern composto da Konrad Max Kunz prima
del 1857 su testo di Michael Ochsen. Linno della monarchia
bavarese dallinizio della proclamazione del regno nel 1806
fu Heil unserm Konig, heil!, simile alla melodica dellinno
inglese.
Durante la prima guerra mondiale furono due gli inni preferiti,
usati più tardi dai nazisti, dato che durante il Terzo Reich,
oltre a Deutsclandlied venne adottato linno nazista
Die Fahne hoch, noto come Horst wessel Lied,
che prese nome dallautore del testo, adattato poi alla melodia
di music-hall.

Nel Regno Unito, in molti hanno tentato di scoprire lesatta
paternità di God save the King, ma nessuno è
riuscito a scoprire la sua genesi. Forse si tratta dellelaborazione
di brani popolari. Linno inglese, comunque, venne adottato
nel 1811 in Svizzera, utilizzando un testo di Rudolf Wyss dal titolo
Rufst Du, mein Vaterland. In America, dopo la proclamazione
dellindipendenza, il brano fu utilizzato con alcune modifiche.
Ad esempio, God save George Washington. Alcuni compositori
lo utilizzarono come elemento tematico dei loro brani. Fra questi,
Beethoven, il quale inserì il tema nelle variazioni per pianoforte
del 1803; Donizetti lo impiegò nella Sinfonia dellopera
Roberto Devereux, datata 1837; Brahms lo utilizzò
nel Triumphlied op. 55, dedicando il brano allimperatore
Guglielmo I nel 1871.
Rimanendo in Gran Bretagna, si può ricordare laltro
inno inglese, Rule Britannia, un brano scritto da A.
Arne per il masque Alfred, su testo di James Thomson
e David Mallet. Prima esecuzione, nel 1740, alla Cliefden House,
residenza del principe di Galles. Il brano si legava profondamente
allambiente politico e principalmente patriottico, poiché
si ispirava al sentimento antigiacobita. Anche in questo caso troviamo
un legame con lambiente sinfonico, dato che il compositore
J.F. Haendel utilizzò la melodia nell Occasional
Oratorio.
Come si vede, attraverso il tempo gli inni ebbero modificazioni
impensabili, servendo come preziosi elementi per sviluppare brani
di rilevanti e ormai mitici musicisti. In Russia troviamo un inno
rimasto in auge fino al 1917, cioè per tutto il periodo zarista,
e precisamente Boze, Tsarja Chrani (Dio, salva lo Zar),
scritto da V.A. Zukovskij nel 1833 per desiderio di Nicola I. Ciajkovskij
ne utilizzò la melodia nella Marcia slava op.
31, del 1876. Anche Umberto Giordano la inserì nella Fedora
del 1898.
Dopo la rivoluzione, il brano venne sostituito dall Internazionale,
scritta nel 1871 da Pierre Degeyter, con il testo di Eugène
Petier. Lattuale inno ufficiale Sojuz nerusimy respublik
svobodnich (Eterna alleanza di libere repubbliche) fu composto
nel 1942 da Aleksandr Vasilevic Alexandrov su testo di Lebedev-Kumach.
Infine, le parole furono cambiate con altre di Sergej Michalkov
ed Elj Registan.
In Polonia, linno Jeszcze Polska nie zginela (La
Polonia non è ancora perduta) risale al canto patriottico
antirusso, già noto nel Settecento. Il testo fu scritto da
Jòzef Wybicki, un giovane legionario che lo adattò
a una musica polacca. Fu riconosciuto ufficialmente nel 1927, e
il testo fu modificato nel 1948.
Per lItalia, durante la monarchia sabauda fu usata la Marcia
reale dordinanza, commissionata nel 1831 dal re di Sardegna,
Carlo Felice, al direttore di banda Giuseppe Gabetti. Il brano fu
usato fino alla caduta di Mussolini. Dopo, furono usati due brani,
l Inno del Piave, di E.A. Mario, e Fratelli
dItalia, scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato
da Michele Novaro col titolo Canto degli Italiani. Dopo
lavvento della Repubblica, il brano si modificò in
Inno di Mameli. Ma va sottolineato che durante il Risorgimento
il famoso Va pensiero e altri canti, come l
Inno di Guerra dei Cacciatori delle Alpi, scritto nel
1851 da A. Olivieri su testo di Luigi Mercantini dal titolo Allarmi,
allarmi! Si scopron le tombe, oppure il brano fascista
Giovinezza, in origine canto goliardico scritto da Giuseppe
Blanc nel 1909 e modificato da Salvator Gotta in Su compagni,
in forti schiere, furono forti rivali del nostro attuale Inno
nazionale.
Sono molte le nazioni che hanno adottato un inno. LIslanda,
lIrlanda, la ex Jugoslavia, la Turchia, lIraq, altre
ancora, hanno la loro storia e un passato musicale di grande tradizione
che risale alla notte dei tempi. Ma possiamo concludere con lAmerica,
che ha come vessillo musicale un brano tratto da una lirica anacreontica
di origine, ovviamente, inglese dal titolo To Anacreon in
Heaven, composta da John Stafford Smith per l Anacreontic
Society di Londra, unassociazione massonica attiva tra
il 1771 e il 1794. Linno attuale ha come titolo The
star Spangled Banner, il cui testo scritto da Francis Scott
Key venne creato tra il 13 e il 14 settembre 1814 a bordo della
nave Surprise alla fonda nel porto di Baltimora. Anche
Puccini usò una parte della melodia in Madama Butterfly,
avvalorando una volta di più la rielaborazione delle musiche
nazionali da parte dei compositori classici.
Oltre allinno ufficiale, sopravvivono altri brani patriottici,
tra i quali ricordiamo Yankee Deodle, di origine incerta,
poiché esistono numerose paternità. Di sicuro si sa
che nel 1771 la melodia era nota nelle colonie inglesi del Nuovo
Mondo.
|