Ha scritto Costantino
De Maria che, affine alla demonologia, la stregoneria "è
l'arte di conquistare taluni poteri occulti, allo scopo di conseguire
opere che hanno del miracoloso". Generalmente utilizzata a fin
di male, la stregoneria, secondo la generale credenza, vuole che le
streghe e gli stregoni siano in rapporto con esseri soprannaturali
o demoni. Per questo, nei tempi passati la stregoneria è stata
oggetto di persecuzioni. Ma le origini di questa scienza o arte sono
molto complesse, risalendo alla "dottrina" dell'animismo,
vale a dire alla credenza (non ancora, ovviamente, dottrina) che,
per spiegare i fenomeni vitali, ammetteva che nei corpi organizzati
l'anima fosse principio e movente di ogni azione. Accanto a questa
credenza si formò quasi conseguentemente la magia, scienza
("dottrina") chiamata a guidare e a comandare i fatti dell'esistenza
dell'umanità e dell'universo "attraverso l'estrinsecazione
di quella forza che è insita negli esseri viventi e non viventi,
e anche nell'uomo e nel suo io".
E' a questi concetti che si deve ascrivere la data di nascita della
stregoneria, "scienza" sorella della medicina primitiva,
arte che offriva ai credenti la ragione del loro credo, "ai furbi
la maniera di far quattrini a spese degli sciocchi, a questi ultimi
l'occasione per una supina e terrificante suggestione di vita, in
armonia con la loro primitiva mentalità, tremolante e incerto,
non ancora uscita dalle ombre dell'ignoranza più rozza e fantastica".
Così, la superstizione incominciò a trarre alimento
e a svilupparsi, a modo suo affrancandosi dall'ignoranza. E fu l'epoca
d'oro degli amuleti, ritenuti specifici preservativi per l'uomo da
malattie e malefici; delle conchiglie e delle figure di pietra; dell'agata,
dell'ambra, del turchese, di cui l'uomo ad un certo punto parve non
poter più fare a meno.
Crebbe la stregoneria, o arte demoniaca, come in seguito venne chiamata,
per precisare che si fondava soprattutto sui rapporti degli uomini
con le forze infernali del male, forze e poteri che lo stesso uomo
acquista con la propria fede e volontà.
I primi dati sul nuovo culto - e così può definirsi,
essendo una credenza - risalgono al secolo XI, ma sembra che il primo
atto ufficiale di stregoneria si sia avuto verso il 1330 sui Pirenei.
Nel 1400 le streghe appaiono sulle Alpi. Da allora, è un dilagare
impressionante in tutta Europa. Sono ritenuti tutti membri della grande
famiglia del male, che fa capo all'Angelo ribelle. In realtà,
è ancora una volta l'eterna lotta del bene e del male, dei
poli negativo e positivo di ogni cosa. Da quel momento, fioriscono
le leggende, le storie, le narrazioni fantastiche. XI secolo, certo.
Tenendo conto, però (anche a voler ignorare Oriente, Egitto
e Grecia, i cui poeti, retori e storici concordemente hanno lasciato
ampia testimonianza della credenza nelle streghe e nella magia), che
persino i Romani credevano nelle formule magiche capaci di distruggere
le messi, ad esempio, tanto è vero che le stesse leggi delle
Dodici Tavole sanciscono il diritto di punire "qui malum carmen,
qui fruges excantassit et segetem alienam sorte pellexisset".
Plinio racconta nella Naturalis historia il caso capitato a quel l'agricoltore
che, avendo i campi più ubertosi di quelli dei vicini, venne
accusato di sortilegio. Citato in tribunale, facilmente riuscì
a farsi assolvere, mostrando gli strumenti di lavoro e i suoi robusti
contadini, validi testimoni della sua diuturna fatica. Orazio descrive
le due streghe, Candida e Sagana, che procedono a un incantesimo con
due fantocci, uno di lana e uno di cera, per eccitare l'amore di un
amante infedele: forma d'incanto che resterà per millenni una
delle attività caratteristiche di tutte le streghe.
La credenza nella stregoneria e nella magia cresce nell'età
imperiale, quando in Roma entrano i culti orientali e al tempo stesso
si diffonde il Cristianesimo. Incomincia proprio allora a germogliare
quello stato d'animo inquieto, curioso, fantastico, allucinato, da
cui si partono intricate e contorte tutte le credenze più strane,
che poi ritroveremo amplificate nei Medio Evo. Una rivelazione sul
comportamento e sugli usi delle streghe nelle loro misteriose operazioni
e sui mezzi di cui si servono è l'incantevole Asino d'ora,
di Apuleio.
Agli albori del Cristianesimo, le superstizioni, anziché diminuire,
si complicano e si confondono. Non si deve infatti dimenticare che
già nell'Antico Testamento, nelle Leggi di Mosè, si
ammonisce che Dio ha distrutto i Caldei perché dediti alle
arti magiche. Come Apuleio e Porfirio, anche Sant'Agostino crede nei
demoni, con questa differenza: che il cristiano, ponendo Satana in
antitesi con Dio come volontà del peccato e del male, attribuisce
tutta l'attività della magia e della stregoneria al Diavolo.
Di qui, la convinzione che la strega sia creatura di Satana. E di
qui le persecuzioni e i roghi, che infiammarono per una lunga età
le piazze di tutto Europa.
Il sentimento religioso contribuisce in qualche modo alla felicità
umana, mentre la scienza non può o non sa dare una risposta
a tutte le domande che l'uomo si pone. La scienza, in sostanza, volendo
essere certa di ciò che riconosce, è sempre sospettosa,
e da solo la nozione del fenomeno in quanto esso cade sotto il controllo
dei sensi. Raramente va oltre. Questa sua fatale deficienza autorizza
a concludere che, malgrado lo sprezzo di non pochi scienziati, ci
sarà sempre un posto per la religione, e dunque anche per le
arti magiche, nel cuore degli uomini, anche perché l'una e
le altre superano la sfera dell'esperienza e conservano l'attrazione
del mistero e dell'ignoto.
Mentre le verità delle scienze si basano sulla prova sensoria,
che può essere anche fallace, o può venir superata da
altre scoperte, la magia opera sotto una coltre impenetrabile di misteriosi
simboli, di linguaggi occulti, di operazioni ermetiche, rivelate a
pochi iniziati, e che sarebbe pericoloso far conoscere ai profani,
come del resto conferma anche papa Leone III nella lettera che accompagna
l'Enchiridion a Carlo Magno.
Osserviamo i popoli primitivi. Fra di essi, tuttora, è diffusa
la credenza che nel corpo dei vivi possano entrare le anime del defunti
nemici. il filosofo Spencer, ne I primi principii, osserva che nell'epilessia
l'uomo compie certi atti che poi non ricorda più o rinnega.
In quale altro modo può spiegarsi alla mente di un essere primitivo
questo fatto, se non presumendo che l'anima di un nemico possa entrare
nel corpo dei vivi? Il fatto che il maniaco o l'isterico tenda a far
male a se stesso - scrive Spencer - è la prova sufficiente
che un nemico ha preso possesso del suo corpo. E di questa opinione
erano anche i Padri della Chiesa.
Nel secondo libro del Principii di sociologia, Spencer fa un passo
avanti nella ricostruzione genetica dei fatti attinenti alla stregoneria:
se nel corpo di un uomo può entrare l'anima scellerata di un
defunto nemico, non può entrarvi anche un'anima amica? Il primitivo
-afferma Spencer - risponde affermativamente. Fra gli indigeni di
Tahiti è invalsa la credenza che il sacerdote, quando è
ispirato, non agisce e non parla più come un agente volontario,
ma si muove e si esprime del tutto sotto l'influenza soprannaturale.
Ovvio, peraltro, che è possibile scacciare l'anima nemica entrata
in un corpo estraneo. Questa possibilità è ammessa,
è sempre esistito, esiste ancora: si chiama esorcismo. Gli
indigeni di Sumatra, in casi di pazzia, mettono l'infermo in una capanno
alla quale danno fuoco, lasciando che il demone se la dia a gambe
come può. Altre volte il paziente deve ingoiare cose orribili
o annusare odori insopportabili. In non pochi casi, l'esorcizzatore
cerca di atterrire lo spirito malefico con grida, gesti, smorfie.
Tra gli Ckanagan io stregone si prova ad espellere lo spirito maligno
dal corpo dell'ammalato cacciandogli con forza i pugni chiusi nella
cavità dello stomaco. la Chiesa cattolica ha esorcismi ordinati
e capaci. In Inghilterra praticava l'esorcismo già nel 1550,
e i bambini erano accolti nel battesimo con le parole: "lo ti
ordino, spirito impuro, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo, di uscire e di allontanarti da questo bambino". E' quasi
logico che l'esorcista, il sacerdote, il medico, i quali col soccorso
degli spiriti hanno espulso altri spiriti, si chiedano se non potrebbero
procacciarsi tale aiuto per conseguire fini diversi, per appagare
ambizione, cupidigia, vanità. La credenza appunto, in questo
potere e nella debolezza degli uomini preposti a compiti nobili d'altruismo,
dà origine alla stregoneria. Ed è concetto diffuso che
la stregoneria si distingua dalla magia (soprattutto dall'alta magia)
in quanto, a differenza di questa, è praticata da persone di
pochi scrupoli e capaci di qualsiasi compromesso.
Quando la "Lex Cornelia", che si rifaceva a disposizioni
delle Dodici Tavole, condannava a morte "quanti evocano i demoni,
.coloro che sconvolgono gli elementi o che adoperano le immagini di
cera a scopo malefico", colpiva la stregoneria nelle sue manifestazioni
tipiche che noi conosciamo, almeno in parte, per gli scritti del tempo
e per la loro persistenza fino ad oggi. Gli scrittori ricordano come
prodigi compiuti da stregoni le "tavole parlanti" e l'incombustibilità
che Strabone trova fra le sacerdotesse di Diana e Plinio fra gli Irpini
sul Monte Soratte. La stessa Bibbia ricorda gli incantesimi operati
dai maghi davanti al Farcione e le levitazioni di Simon Mago.
Le streghe che incontriamo nell'XI secolo erano distinte in due categorie:
maleficae, quelle che usavano sortilegi, filtri, immagini di cera,
scatenavano tempeste, danneggiavano il prossimo col malocchio, causavano
l'impotenza; e strigae, quelle che volavano, uccidevano i bambini
per cibarsene, assumevano le forme più diverse. La Chiesa,
ovviamente, non poteva tollerare la stregoneria. I giudici ecclesiastici
ebbero nel Formicarius di Johan Nider un valido aiuto; ma il testo
che esercitò la più formidabile influenza e al quale
si devono attribuire infinite vittime fu il Malleus maleficarum, "ex
variis actoribus compilatus" nel 1489, che raccoglievo quanto
si conosceva sulla stregoneria, dimostrava l'esistenza delle streghe
e giungeva a riferire persino il loro comportamento nelle riunioni,
alle quali presiedeva il Diavolo in persona, e infine indicava le
norme procedurali e l'applicazione delle torture. Così, dopo
che il Concilio di Laodicea proibì le superstizioni, la Chiesa
prese una posizione decisa, e altri quattro Concilii lanciarono l'anatema
contro la stregoneria, mentre la Bolla di Innocenza VII contro "coloro
dei due sessi che fanno commercio col diavolo e che tentano gli uomini"
sancì l'eterna guerra a streghe e stregoni.
E la guerra esplose col secolo XII. la credenza del Sabba si diffuse
ampiamente, contestualmente a quella dei rapporti demoniaci delle
strigae, sebbene uomini di lettere e anche prelati tentassero di dimostrare
che nessuno cavalcava bestie orrende o volava sulle scope. Lo stesso
scienziato Bodin, al quale bisogna riconoscere un'intelligenza superiore
alla media, si schierò fra i sostenitori della stregoneria
diabolica e cercò di smantellare con acute osservazioni l'opinione
che il viaggio delle streghe al Sabba fosse soltanto effetto della
fantasia. Affermò, infatti: "Il non credere sarebbe un
deridere la storia evangelica e metterla in dubbio, poiché
lo stesso Vangelo dice che Satana trasportò Gesù sulla
sommità del Tempio e poi su di una montagna". E d'altra
parte, se il diavolo aveva la potenza di strappare l'anima fuori dal
corpo, non era forse più semplice trasportare corpo e anima,
senza divisioni della parte ragionevole? Nei processi inquisitori
suggestione e terrore erano tali che non si esitava a mandare al rogo
coloro sui quali pesava un sia pur minimo sospetto. Nel 1250, Stefano
di Borbone descrisse per primo il Sabba; nel 1275, l'inquisitore Ugo
de Branyol condannò a Tolosa la prima strega al fuoco.
San Tommaso d'Aquino ammise la possibilità di rapporti sessuali
tra esseri umani ed esseri diabolici, incubi e succubi; gli Scolastici
svilupparono e chiarirono la teoria del patto col diavolo; intanto,
l'avversione ascetica contro le donne aveva diretto soprattutto contro
di esse l'accusa di farsi strumento dell'Inferno. Il patto equivaleva
a una vera e propria apostasia, e dunque la stregoneria rientrava
nella competenza del l'inquisizione.
Papa Giovanni XXII, dopo aver fatto condannare al rogo, nel 1318,
Ugo Geraud, vescovo di Cahors, sotto l'accusa di avere attentato alla
sua vita per mezzo d'incantesimi su figurine di cera, intensificò
le persecuzioni nel sud della Francia e venne imitato dal suo successore,
Benedetto XII.
I giudici secolari gareggiavano in zelo con gli ecclesiastici nell'accanirsi
contro streghe e stregoni; la grande campagna durata in tutta Europa
dal 1434 al 1447, con l'intento di estirpare il male, fu condotto
parallelamente da ecclesiastici e laici. Né i riformatori,
come Lutero e Calvino, furono da meno dei cattolici contro la milizia
degli adoratori e collaboratori del diavolo; la loro formazione scolastica
e i testi stessi della Bibbia li spingevano su questa strada. Il numero
delle vittime fu grande. Vi furono, tuttavia, voci autorevoli che
si levarono contro la crudeltà della norma inquisitoriale o
contro la credenza in uso. Purtroppo, però, non vennero mai
prese in considerazione. Nel 1500, uno dei primi fu Johann Weyer (Wierus),
che pubblicò il De praestigio daemonum, confutato aspramente
dal Bodin. Nel 1559, il gesuita M. Dei Rio, nelle sue disquisizioni,
si rifece al Malleus, chiedendo però un uso più moderato
della tortura. Miglior successo ebbe lo Spee nel 1631, con la Cantio
criminalis, e un più accentuato scetticismo mostrò Balthagor
Bekker nel Betoverde Wereld, del 1691. Tutte queste opere, però,
influenzarono scarsamente i giudici laici. Solo nel 1701 Christian
Thomasius, con le sue Theses de crimine magical, trovò la giusta
via, scuotendo la fiducia nelle confessioni ottenute con la tortura.
In Italia, nel 1749, Girolamo Tartarotti pubblicò Dei congresso
notturno delle lamie, col quale combatté le credenze nella
stregoneria. In Francia, l'ultimo clamoroso processo contro la stregoneria
fu quello istruito contro il gesuita J.B. Girard nel 1731; in Inghilterra
l'ultima condanna si ebbe nel 1722; l'ultimo processo a Berlino si
ebbe nel 1728; in Baviera, l'ultima strega fu arsa viva nel 1775;
nel 1781 fu bruciata a Siviglia una donna e nel 1782 una ragazza fu
l'ultima decapitata per stregoneria in Spagna; nello stesso anno,
un'altra giovane donna fu giustiziata a Glaroma, in Svizzera.
Detta anche "arte reale", la magia rappresenta la conquista
di poteri soprannaturali e conferisce saggezza, sapere e potenza a
chi la pratica. Affine alla religione - ovviamente, nell'opinione
di chi la esercita al più alto livello la magia conquista il
potere non con la preghiera, ma con la volontà. E' opinione
diffusa che trovi origine nei popoli primitivi, impegnati nella lotta
contro la crudeltà della natura. Con questa differenza: la
religione è una "lotta diplomatica", fatta di trattative
e negoziati con gli dei; mentre la magia è lotta aperta della
forza degli uomini contro quella della natura. In altre parole, "scienziati,
inventori, chimici, esseri predestinati o iniziati, strappando alla
natura i suoi segreti, hanno inconsapevolmente esercitato la magia:
magia naturale, ma pur sempre magia". C'è, poi, un altro
tipo di magia, quella "soprannaturale, evocatoria, o cosiddetta
divina, perché il suo principio di azione consiste nella collaborazione
di uno spirito, un genio o un demonio".
Afferma lo storico tedesco Kremmerz: "Esiste ed è sempre
esistita una magia potente e reale; tutto ciò che le leggende
ne hanno detto è vero ( ... ). Esiste un segreto formidabile,
la cui rivelazione ha già rovesciato il mondo, come attestano
le tradizioni religiose dell'Egitto riassunte simbolicamente da Mosè
all'inizio della Genesi. Tale segreto costituisce la scienza fatale
del bene e del male, e il suo risultato, quando lo si divulghi, è
la morte. Mosè la rappresenta con un albero al centro dei Paradiso
Terrestre, vicino e unito per le radici all'albero della vita ( ...
). Esiste un dogma unico, universale, imperituro, forte come la ragione,
grande, intelligibile e vero, padre e generatore di tutti gli altri".
E un altro storico e filosofo, Lucien Levy-Bruhl, a proposito del
mago, sostiene che costui ha nella destra la clavicola di Salomone
e nella sinistra il ramo di mandorlo fiorito: "1) Vede Dio faccia
a faccia senza morirne e parla familiarmente con i geni celesti; 2)
non ha timore di nulla; 3) regna con tutto il cielo e si fa servire
da tutto l'inferno; 4) dispone della salute propria e della vita,
nonché di quella degli altri; 5) non può essere sorpreso
dalla disgrazia, né vinto dai nemici; 6) conosce passato, presente
e avvenire; 7) ha il segreto della resurrezione dei morti e la chiave
dell'immortalità".
Molti altri ancora sono i poteri del mago che, fino al Medio Evo,
rappresenta quasi l'incarnazione di un semidio. Conosce la pietra
filosofale, la medicina universale, l'arte di domare gli animali feroci,
legge nell'intimo degli uomini, conquista il cuore delle donne, ha
La virtù della trasmutazione. Per il Novalis, "la magia
è l'arte di usare a proprio volere e discrezione del mondo
sensibile. Il mago fisico sa animare la natura e trattarla a sua volontà
come il proprio corpo. L'uso attivo degli organi non è altro
che pensare magico, miracoloso, oppure arbitrario uso del mondo corporeo".
Agrippa, Pietro d'Abano, Papus, Porfirio e altri ritenevano indispensabile
l'uso del cerchio magico per essere salvaguardati dai capricci degli
spiriti o esseri evocati. Secondo Porfirio, il cerchio era anticamente
uno strumento d'oro, adorno di pietre preziose e di figure magiche
che il mago agitava per aria come una frusta. L'uso del cerchio presso
i popoli latini è spiegabile col simbolismo. Tutti i mistici
della scuola di Pitagora e di Platone parlavano di questi simboli:
la stella a sei punte (suggello di Salomone) o a cinque punte (pentacolo
di Agrippa) sono figure piene di virtù e di proprietà
malefiche o benefiche, come il cerchio, le cui virtù sono il
frutto e il simbolo della forza di resistenza e di protezione. Il
cerchio è un baluardo: è triplice, e include figure
che esprimono il triangolo, il quadrato, il pentagono, l'esagono,
ecc. Nei due spazi che separano le tre circonferenze il mago inserisce
i nomi degli evocandi, quindi ai quattro punti cardinali mette delle
speciali figure, e in centro scrive formule o traccia segni il cui
valore simbolico si deve trovare in armonia con la potenza invocata.
Pietro d'Abano raccomanda vivamente a tutti gli operatori di non uscire
mai, per alcun motivo, dal cerchio magico, prima che tutto sia finito.
Ma neanche questo è sufficiente. Per una buona riuscita nelle
pratiche di magia, il mago deve anzitutto avere una solida preparazione
psicologica, che si consegue con l'educazione della volontà.
Ecco le basi: sbarazzare la volontà da qualsiasi dipendenza;
abituare la volontà a dominare; mantenere sempre il proprio
controllo.
Nei simboli della magia, la volontà sovrana èraffigurata
da una donna che schiaccia la testa al serpente, e dall'angelo luminoso
che vince il drago e lo tiene fermo sotto i piedi e sotto la lancia.
Tutta l'opera magica "consiste quindi nel liberarsi dall'influsso
del serpente". il Vangelo dice: "Tu striscerai dinanzi a
me; tu nulla mi darai, ma io mi servirò di te e prenderò
quello che vorrò, giacché io sono signore e padrone".

Il sacramentum voluntatis, cioè la realizzazione sacra secondo
Paracelso, non è prodotto di una volontà meccanica,
ma di una volontà consapevole, "la volontà dell'uomo
per raggiungere i fini della divinità". Nelle "opere
della luce", il magista, la domenica, procede dalla mezzanotte
alle otto del mattino, o dalle tre del pomeriggio alle dieci di sera.
Indossa porpora, tiara, braccialetti e anello d'oro con crisolito
o rubino. l'altare del profumi e il tripode dei fuoco sacro sono ornati
con ghirlande di lauro, eliotropio e girasole; i profumi sono il cinnamomo
(cannella), l'incenso maschio, lo zafferano e il sandalo rosso; i
tappeti sono di pelle di leone; i ventagli di piume di sparviero.
Il lunedì, il magista indossa l'abito bianco in lamina d'argento,
un triplice collare fatto di cristalli e di seleniti, la tiara coperta
di seta gialla, con caratteri argentei formanti il monogramma di Gabriel;
si bruciano il sandalo bianco, la canfora, l'ambra, l'aloe e il seme
di cocomero polverizzato; ghirlande d'artemista, di selenotropio e
di ranuncolo giallo adornano il tripode e l'altare. Il tutto senza
tinture, senza vesti, né oggetti in nero, e senz'altro metallo
addosso che non sia l'argento.
Il martedì il magista indossa vesti colar fuoco o ruggine o
sangue, con cintura e braccialetti d'acciaio, la tiara cerchiata di
ferro e un anello d'acciaio con ametista al dito. Non usa la bacchetta,
ma lo stiletto magico e la spada. le ghirlande sono d'assenzio e di
ruta.
Il mercoledì il magista veste con un drappo verde o cangiante.
Porta una collana in vetro concavo contenente mercurio; profumi, il
benzoino, il macis e io storace; fiori, il narciso, il giglio, l'erba
strega (mercuriale), il fumosterno e la maggiorana; all'anello, come
pietra preziosa, l'agata.
Il giovedì il magista veste scarlatto. Sulla fronte ha una
lama di stagno col carattere dello spirito di Giove e con tre parole:
Giarar, Bethor, Sangabiel. Profumi, l'incenso, l'ambra grigia, il
balsamo, il seme di paradiso, il macis e lo zafferano; all'anello,
uno smeraldo o uno zaffiro; ghirlande e corone di quercia, di pioppo,
di fico, di melograno.
Il venerdì il magista veste di blu-azzurro, con tinture verdi
e rosse; ornamenti di rame lucidato; corone violette; ghirlande di
rose, di mirto, d'ulivo; anello ornato di turchese; il lapislazzulo
e il berillo servono per la tiara; ventagli di piume di cigno; sul
petto, un talismano di rame col carattere d'Anael e due parole: Aveeva,
Vadelilith.
Il sabato il magista veste di nero o di bruno, come per i riti funebri,
con caratteri ricamati in seta arancione. Al collo, una medaglia di
piombo col carattere di Saturno e tre parole: Almalel, Aphiel, Zarahiel.
Profumi, il diagridium, la scamonea, l'allume, lo zolfo e l'assa fetida;
pietra d'onice all'anello; ghirlande di frassino, di cipresso e d'elleboro
nero; sull'onice dell'anello, col punzone consacrato nelle ore di
Saturno, s'imprime una doppia testa di Giano.
Questo, il rituale "classico e provato" sia nella consacrazione
dei pentacoli e dei talismani, come in generale per tutte le operazioni
magiche. Lingua preferita, l'ebraico. Ma può essere usata anche
quella latina. Ogni cerimonia inizia con quattro esorcismi: dell'aria,
dell'acqua, del fuoco, della terra.
Magia e stregoneria
Le voci del "divino"
Aeromanzia - Arte
di predire le cose future con l'esame delle variazioni nei fenomeni
dell'aria. Gli aeromanti si circondavano il capo con una benda e si
ponevano davanti una ciotola piena d'acqua. Se vedevano intorbidirsi
l'acqua, ne traevano buon presagio. Secondo alcuni, l'aeromanzia consiste
invece nel far apparire gli spettri dell'aria con l'aiuto del demoni.
Aleuromanzia -
Divinazione che si eseguiva con la farina. In un recipiente pieno
di farina si ponevano dei biglietti con brevi frasi scritte, poi si
rimestava per nove volte. Si divideva quindi il mucchio di farina
tra i presenti e ciascuno traeva il responso dal biglietto toccato
in sorte. Di questa forma di divinazione restano tracce in alcune
regioni del bacino mediterraneo.
Alfitomanzia -
Divinazione col pane d'orzo. Veniva praticata in modo che colui che
lo masticava e riusciva a inghiottire il boccone fosse riconosciuto
innocente dalle colpe ascrittegli: altrimenti, colpevole. Da ciò,
l'imprecazione popolare: "Se io v'inganno, che questo pone mi
strangoli". Il pane d'orzo veniva impastato con latte e sale,
senza lievito; dopo essere stato ben lavorato, si avvolgeva in una
carta unta e si faceva cuocere sotto Io cenere; prima della divinazione,
si strofinava con le foglie di verbena, affinché assumesse
quelle proprietà che permettevano la divinazione stessa.
Alomanzia - Divinazione
col sale: una saliera rovesciata era - ed è ancora - ritenuta
un cattivo presagio.
Amniomanzia -
Divinazione che si trae dalla membrana (amnios) da cui a volte è
avviluppata la testa dei neonati. Le levatrici predicevano la sorte
del neonato dal l'osservazione di questa membrana che, se rossa, prometteva
felice destinazione, e, se plumbea, annunciava sventura.
Antropomanzia
- Divinazione che si pratica con l'esame delle viscere umane (sia
di donne sia di uomini). Questo orribile uso è antichissimo,
ma gli storici lo registrano anche in epoche recenti. Eliogabalo,
Giuliano l'Apostata e altri sacrificavano fanciulli per conoscere
o interpretare il futuro.
Apatomanzia -
Divinazione che si ricava dagli oggetti che inaspettatamente si presentino
alla vista: dal volo di un uccello alla caduta di un cavallo, al miagolio
di un gatto, e via dicendo.
Aritmanzia e aritmomanzia
- Divinazione praticata mediante i numeri. Platonici, Pitagorici e
Caldei erano praticissimi in quest'arte, che applicavano anche per
indovinare il destino degli uomini secondo il numero e la qualità
delle lettere di cui si componeva il nome. Anche oggi, in Oriente,
si ritiene che certe disposizioni numeriche abbiano segrete virtù
e influenze potentissime. Tale sarebbe la disposizione del numeri
492,357 e 816, che formano il seguente quadrato:
4 9 2
3 5 7
8 1 6
In esso sono nove
cifre che, addizionate in colonna verticale, orizzontale e diagonale,
danno sempre per somma il numero 15. Questa combinazione è
venerabile anche agli occhi degli Ebrei, perché le due cifre
del numero 15 formano le prime due lettere della parola Jehova, il
nome del Dio d'Israele.
Astragalomanzia
- Divinazione che si faceva mediante ossicini, sui quali venivano
segnate le lettere dell'alfabeto. In un secondo tempo, fu più
pratico sostituire gli ossicini con i dadi e ricavarne i medesimi
responsi.
Astrologia - Inizialmente,
scienza degli astri e delle leggi che li governano, indirizzato a
trarre previsioni di ordine naturale. In seguito, il termine venne
riservato a uno forma di arte divinatoria rivolta a scoprire - in
base a supposte influenze degli astri sugli atti e persino sulla volontà
degli uomini - i destini umani dei singoli, dei popoli e delle nazioni.
Il Cristianesimo combatté vigorosamente l'astrologia (Sant'Agostino,
De Civitate Dei), senza però riuscire a sradicarla. Nel Medio
Evo, l'influenza degli Arabi e dei cabalisti ebrei diede grande impulso
all'astrologia come scienza occulto, divinatrice del futuro. Che,
tuttavia, rimase oggetto delle condanne ecclesiastiche. Solo l'astrologia
cosiddetta "positiva" o "giudiziaria" era ammessa,
coltivatissima e creduta. San Tommaso ammetteva che i corpi celesti
potessero influire sui corpi umani, ma negava risolutamente ogni influsso
immediato sulla libera volontà e sulla ragione umana. La Chiesa
avversava l'astrologia, ritenendo il futuro segreto esclusivo di Dio.
Salvo, beninteso, ciò che secondo l'ordine naturale serve alla
vita pratica. Perciò la Chiesa ammetteva il ricorso all'astrologia
nella medicina quale mezzo diagnostico, oppure nella navigazione e
nell'agricoltura. Comunque, nel Medio Evo il volgo attribuiva alle
menti più dotte ed elevate una particolare competenza in campo
astrologico. Alberto Magno, ad esempio, era in fama di mago e astrologo.
l'astrologia giudiziario, poi, era una scienza e un'arte pubblicamente
insegnato e favorita dai principi che tenevano esperti nelle loro
corti. Celebri erano Francesco Stabili, Pietro d'Abano, Domenico Novara
(maestro di Copernico), Gerolamo Cardano, Nostradamus e anche Tommaso
Campanella.
Basi dell'astrologia sono i segni dello zodiaco, ciascuno dei quali
è preposto a una parte del corpo umano. Così, l'ariete
governa la testa; il toro il collo; i gemelli le braccia e il petto;
il cancro il petto e il cuore; il leone lo stomaco; la vergine il
ventre; la bilancio i reni e le natiche, lo scorpione le parti genitali;
il sagittario le cosce; il capricorno le ginocchia; i pesci i piedi;
l'acquario le gambe. Volendo conoscere il destino di una persona,
si considera la data di nascita e si ricercano sull'astrolabio o sulla
carta celeste le costellazioni e i pianeti dominanti nel cielo al
momento della nascita. lo stesso si può fare con gli affari,
le vicende dei cuore, ecc., conoscendo la data certa in cui avranno
luogo. Ad esempio, se si incontrano al momento dell'operazione tre
segni della stesso natura, come ariete, leone e sagittario, ciò
si chiama "trino aspetto", perché divide il cielo
in tre, e questo è aspetto buono e favorevole; se si incontrano
costellazioni che dividono il cielo in sei parti, come l'ariete con
i gemelli, il foro col cancro, e così via, si ha l'"aspetto
sestile", che è mediocre; quando si incontrano quelle
che dividono il cielo in quattro (il toro con il leone, i gemelli
con la vergine), si ha l'"aspetto quadrato", che è
cattivo. Se al momento di trarre l'oroscopo si incontrano costellazioni
che stanno a punti opposti del cielo, come ariete e bilancia, foro
e scorpione, gemelli e sagittario, allora si ha l'"aspetto contrario",
nocivo. Gli astri si dicono "in congiunzione" quando due
pianeti si trovano riuniti nello stesso segno, e "in opposizione"
quando sono ci due punti opposti, L'astrologia prende per base sette
pianeti e dodici costellazioni zodiacali. Ogni pianeta presiede a
una parte del corpo umano in quest'ordine: il Sole alla testa, la
Luna al braccio destro, Venere al braccio sinistro, Giove allo stomaco,
Morte agli organi genitali, Mercurio al piede destro, Saturno al piede
sinistro. Ogni segno dello zodiaco occupa un posto che si chiamo "casa
celeste" o "casa del Sole", sicché queste dodici
case dividono lo zodiaco in dodici parti. Ogni caso, l'intero cerchio
essendo di 360 gradi, occupa 30 gradi. Gli astrologi rappresentano
le dodici cose con semplici numeri in una figura tonda o quadrata,
divisa in dodici celle.
Axinomanxia -
Divinazione per mezzo della scure. Da come vien tenuta nelle mani,
da come gli alberi sono abbattuti e il legno è tagliato, è
possibile trarre indicazioni per il futuro.
Belomanzia - Divinazione
per mezzo delle frecce.
Brizomanzia -
Divinazione o interpretazione dei segni per mezzo dell'ispirazione
di Brizo, dea dei sogni.
Capnomanzia -
Divinazione che si era soliti fare per mezzo del fumo. Si ponevano
sul carbone acceso grani di papavero, foglie di verbena e di salvia,
e si osservavano i disegni del fumo oppure la direzione che esso prendeva,
traendone auspici.
Cartomanzia -
Divinazione con le carte da gioco. Le opinioni sulle origini delle
carte sono contrastanti: i modernisti sostengono che sono state inventate
per svagare re Carlo VI di Francia durante la pazzia; altri presumono
che siano antichissime e che servite agli indovini appunto per operazioni
di cortomanzia. Le carte di cuori, come quelle di fiori, sono generalmente
apportatrici di bene, i quadri sono neutrali, le picche annunciano
lutti, sventure e contrarietà. Vi sono, ovviamente, vari modi
di fare le corte. Comunque, un buon cartomante riesce a trarre da
esse risposte per tutti i quesiti. Secondo taluni, non sono le carte
ci svelare l'avvenire, ma il cartomante, il quale, nello svolgere
l'operazione, affina la propria sensibilità medianica e crede
di leggere nelle varie carte uno risposta ad ogni interrogativo, mentre
in realtà legge nella mente del l'interessato.
Catoptromanzia
- Forma di divinazione che si opera servendosi di specchi.
Causinomanzia
- Divinazione eseguita col fuoco. Osservando il bruciare degli oggetti
gettati tra le fiamme, si traggono auspici per il futuro; quando un
oggetto non brucia, il presagio che si trae è buono.
Chiromanzia -
Arte che permette di leggere il presente, il futuro e il passato nel
palmo della mano. Senza dubbio, è antica quanto l'uomo, e già
nella Bibbia si dice che l'uomo tiene nel palmo della mano il suo
destino. All'inizio, la chiromanzia era legata all'astrologia. Ma
poi, quando la Chiesa avviò le persecuzioni contro gli astrologi,
ritenendoli sospetti di magia, la chiromanzia fu arte a sé.
In ogni caso, la chiromanzia deve sempre esaminare i riferimenti astrologici.
Ad ogni monte e ad ogni linea della mano, infatti, corrispondono i
vari astri. Conoscendo la disposizione di questi al momento della
nascita e ponendoli in rapporto con le tendenze manifestate attraverso
i monti e le linee della mano, si può conoscere l'uomo e predirgli
il futuro.
Dafnomanzia -
Una delle fante divinazioni in uso presso le streghe. Gettando nel
fuoco delle foglie di lauro, dal loro crepitio si traeva buon presagio;
altrimenti, indizio di male.
Demonomanzia -
Divinazione operata attraverso le risposte che danno i demoni.
Enomanzia - Anche
il vino può dare presagi che assurgono ad arte divinatoria.
Occorre saperne interpretare il colore e il sapore.
Epatoscopia -
Divinazione che si fa osservando il fegato degli animali. la tradizione
rimonta ai Romani, i quali praticavano certamente questa divinazione
prima del combattimenti che dovevano sostenere contro il nemico.
Fisiognonomia
- Arte di conoscere il carattere, gli istinti e gli impulsi degli
uomini attraverso i segni del volto. Da tempi remoti non mancano cultori
di questa scienza, anche tra uomini eminenti. Nell'epoca greco-romana
vi credevano Aristotele, Cleante, Platone, Seneca, Petronio; nel Medio
Evo, Alberto Magno, Savonarola, Pietro d'Abano, Cardano, ecc.
Geloscopia - Nuova
scienza divinatoria attraverso la quale, vedendo ridere gli uomini,
si possono trarre presagi per il loro futuro.
Geomanzia - Divinazione
eseguita con la terra. Gettandone un pugno su un tavolo o sul lastrico
si osservano le figure che ne risultano e si trae l'auspicio. Come
in tutte le divinazioni, vi giocano un ruolo importante la fantasia
e la medianità.
lctiomanzia -
Divinazione attraverso l'esame delle viscere dei pesci.
Idatoscopia -
Fin dai tempi di Pitagora era in uso la divinazione mediante l'acqua.
Gettando tre pietruzze in un vaso d'acqua si dovevano interpretare
i cerchi che si formavano.
Idromanzia e idroscopia
- Medianità che si sviluppa mediante l'acqua di un bicchiere.
Cagliostro ne era abilissimo e alla corte di Francia predisse le stragi
della futura Rivoluzione. Il divinatore (meglio ancora se medium)
fissa attentamente il bicchiere e poi, per lo più entrando
in trance, vede disegnarsi nell'acqua figure e scene che annunciano
il futuro. In seguito alle invocazioni, si vedono apparire scritte
da destra verso sinistra. Pare che questa forma di divinazione risalga
ai Persi.
Ippomanzia - Arte
di predire il futuro per mezzo dei cavalli. Il loro nitrito dà
un responso più o meno favorevole. Se viene da cavalli bianchi,
l'auspicio èpositivo; da cavalli neri, è in vista la
morte.
Leucanomanzia
- Per questa forma divinatoria serviva un bacino d'acqua. I convenuti,
medium e partecipanti, si disponevano in una camera con le pareti
a fondo azzurro e nel centro mettevano un bacino con acqua. In esso
comparivano fantasmi, che rispondevano alle domande loro rivolte.
Libanomanzia -
Antichissima arte di consultare gli del mediante l'incenso. Dopo aver
pregato intensamente e con fede, si prendeva un pizzico d'incenso
e lo si gettava in un braciere col fuoco ardente. Se la preghiera
era ascoltata, l'incenso non tardava ad accendersi.
Margaritomanzia
- Divinazione con le perle. Si usa fare per la scoperta dei colpevoli
di qualche reato. Si prende una perla e la si pone sotto un bicchiere
vuoto. Poi si pronunciano i nomi delle persone sospette. Al nome del
colpevole, la perla si agito.
Mazomanzia - Divinazione
che si esegue esaminando i seni femminili e le loro reazioni al tatto.
Metopomanzia e
metoposcopia - Interpretazione dei carattere attraverso le rughe della
fronte.
Necromanzia -
Rituale evocatorio del morti che permette di indovinare il futuro.
E' arte antichissima e di origine pagana. E' ricca di macabri rituali.
In Tessaglia, per esempio, era in uso bagnarsi col sangue caldo di
un cadavere per averne responsi.
Omfalomanzia -
Divinazione capace di predire quanti figli avrò una donna.
Si osserva quanti nodi ha una puerpera sull'ombelico, altrettanti
saranno i figli che nasceranno al termine della gravidanza.
Oniromanzia -
Spiegazione del sogni. I Greci ne fecero una scienza e Aristotele
ne scrisse in merito.
Onomatomanzia
- Previsione dell'avvenire attraverso i nomi. I Pitagorici nella loro
filosofia occulta ritenevano che il nome avesse una grande importanza
nella vita. Le regole principali erano le seguenti: un numero pari
di vocali nel nome di una persona significava imperfezione al lato
sinistro, e uno dispari era imperfezione al lato destro; fra due persone
era più fortunata quella il cui nome aveva più lettere.
Ornitomanzia -
L'arte di interpretare il volo degli uccelli, traendone auspici.
Piromanzia - Divinazione
mediante le fiamme. Vi si getta sopra qualche sostanza (o una vittima),
e si analizzano i disegni prodotti dalle fiamme stesse.
Rabdomanzia -
Arte di scoprire le sorgenti d'acqua, mediante un ramo d'albero, detto
"bacchetta divinatoria".
Teomanzia - Parte
della cabala che studia e interpreta i misteri divini.