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Una grotta d'avanguardia |
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Sabatino
Moscati
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Per chi si diletta
di cercare sempre il "primo" e il "più grande"
(un esercizio largamente diffuso oltre Oceano) si può dire che
la grotta di Porto Badisco presso Otranto, in Puglia, è senza
dubbio la maggiore scoperta del nostro tempo sull'arte dell'Età
Neolitica. Con i suoi cunicoli che si sviluppano per chilometri nelle
viscere della terra, adorni alle pareti di figurazioni dipinte sia organiche
(ancorché schematiche) sia e più spesso decisamente astratte,
la grotta è un santuario davvero unico della preistoria. Di esso
abbiamo finalmente - e il caso è tanto provvido quanto raro -
una presentazione adeguata per quanto attiene all'arte; e la presentazione
è tale che la stanno ,,accompagnando interviste, dibattiti, insomma
manifestazioni di un diffuso e più che meritato interesse. I motivi astratti,
che largamente prevalgono, sono spirali, meandri, croci, svastiche e
soprattutto grovigli di segni dei quali sarebbe illusorio ( e fuorviante)
dare una definizione. Ma il fatto specialmente notevole è che,
almeno in alcuni casi, si può seguire l'evoluzione dal figurativo
all'astratto, dall'organico all'inorganico: per esempio, l'immagine
dell'uomo diventa una specie di spirale, quella dell'animale una specie
di pettine, e così via. Naturalmente, il fenomeno si attua per
fasi successive; e tali fasi possono essere individuate, quasi allineate
in uno sviluppo che è logico ma deve essere anche temporale,
dal più antico al meno antico. Paralleli altrove
vi sono, certo; ma automatiche corrispondenze, no. |
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