Dal gennaio 1875
al giugno 1888, Cosimo de Giorgi (1) ebbe un vasto quanto composito carteggio
con il Barnabita Padre Francesco Denza (2), intrecciando, lungo l'asse
Lecce - Moncalieri, per tredici anni, la trama di lettere e cartoline
che ripropongono, in controluce, l'Italia del tardo Ottocento. Paese più
reale che legale; un'Italia, comunque, contraddittoria, punteggiata da
focolai di insofferenza sociale, di spinte separatistiche o autonomistiche,
di arretratezza culturale.
Le lettere al Denza sono in tutto quarantadue, scritte dalla Stazione
Meteorologica di Lecce (Rete Termo-Pluviometrica salentina), più
una lettera che ha come destinatario Padre Boffito, che diresse l'Osservatorio
Meteorologico di Moncalieri quando Padre Denza si trasferì a Roma,
su richiesta di Papa Leone XIII, per istituire la Specola Vaticana.
Specifico è il contenuto di queste missive. Rigorosamente scientifiche
(redatte da chi era scienziato e uomo di studio, prima ancora di essere
un letterato) e "informative", le lettere lasciano ben poco
spazio ad argomentazioni disancorate dal fatto, o avvenimento, che contengono.
L'attualità di una scoperta, di un ritrovato, di una intuizione
primitiva ("la crisalide in una prigione cranica ... ") è
fine a se stessa, gestisce autonomamente un suo diritto ideale all'esistenza,
non ha bisogno di essere interpretata o estrapolata. Potrebbe sembrare,
quello tra il De Giorgi e Padre Denza, un contatto marginale, da annotare
e risolvere con la formula dubitativa dell'insufficienza di prove. Ma
non è così; e per due motivi.
In primo luogo, perchè le lettere rivelano un personaggio sconosciuto,
inedito, geloso di una quiete che non è mai acquiescenza, volutamente
in disparte, ma geniale in ogni occasione. Sua, per esempio, l'idea di
costruire uno dei primi sismografi, come sua l'intuizione che una regolare
e costante previsione del tempo, applicata al settore agricolo, potesse
standardizzare, in regioni-tipo, gli interventi finalizzati alle opere
di bonifica e alla riconversione dei terreni. Le attuali previsioni meteorologiche
sono, quindi, l'adattamento, e il perfezionamento, dell'idea originaria
dello studioso leccese.
In secondo luogo, perchè il carteggio condensa i problemi e le
prospettive sociali di un periodo storico che ci appartiene. Convinto
che "gl'Italiani del Sud non si fanno vivi, né badano ad illustrare
e descrivere il loro paese, o per ignoranza, o per pigrizia o per modestia
malintesa" (Carlo Levi si spingerà ben oltre, 70 anni dopo,
con il suo "cristiano" gaglianese: "e la frase proverbiale
- Cristo si è fermato ad Eboli - che ho sentito tante volte ripetere,
nelle loro bocche non è forse nulla più che l'espressione
di uno sconsolato complesso di inferiorità".), dalla "Firenze
del rococò", De Giorgi balestra lettere a ripetizione che
parlano e vivono li mondo del profondo Sud.
La prima lettera è del 1875; si accompagna e si staglia, come una
silhouette, alla luce del nascente "meridionalismo liberale".
Pasquale Villari ha da poco scritto le "Lettere meridionali"
(3) e la questione sociale si attualizza nelle possibili correzioni da
apportare allo sviluppo capitalistico post-unitario. In evidenza, il problema
del proletariato: "La nostra letteratura, la nostra scienza e la
nostra politica sembrano dei pari indifferenti su questo problema, che
racchiude il nostro avvenire economico e morale. Il male esiste in molte
province, ma nelle meridionali ha proporzioni assai maggiori" (4)
e le sue proiezioni: "Oggi il contadino che va a morire nell'Agro
Romano, o che soffre la fame nel suo paese, e il povero che vegeta nei
tuguri di Napoli, possono dire a noi ed a voi: dopo l'unità e la
libertà d'Italia non avete più scampo: o voi riuscite a
rendere noi civili, o noi riusciremo a rendere barbari voi. E noi uomini
del Mezzogiorno abbiamo il diritto di dire a quelli dell'Italia superiore
e centrale: la vostra e la nostra indifferenza sarebbero dei pari immorali
e colpevoli" (5). In un Meridione che è sempre più
"la terra dei solitari, e le sue grandi manifestazioni intellettuali
sono state e sono personali, prive di continuità, in contrasto
col presente e con l'ambiente, e divinatrici dell'avvenire" (6),
Cosimo De Giorgi teorizza l'importanza della scienza come elemento di
un salto di qualità che dovrà prodursi con il tempo. E'
la traduzione, in termini operativi, del concetto espresso dal Genovesi:
"Vuol essere adunque l'agricoltura impiego di gentiluomini, e di
scienziati. Hanno più intelligenza e sanno meglio profittare delle
occasioni e de' lumi che la natura istessa ci somministra per poco che
vi ci applichiamo; hanno più lettura: possono sapere ciò
che di meglio si è fatto altre volte tra greci e romani, quel che
fassi oggi da altre più savie e più accorte nazioni... Sarà
sempre rozza l'agricoltura, e renderà sempre meno delle speranze
del pubblico, finchè i savi ed I galantuomini non vi pongan la
mano" (7).
L'uomo, dunque, a servizio della conoscenza; lo studioso proiettato nel
sociale che, oggi come allora, non è mai storia individuale.
La rete termo-pluviometrica salentina assume, così, una valenza
che va al di là della stessa contiguità territoriale: èsegno
di un progresso che supera il ritardo storico, colmando una lacuna di
resistenze e di punti d'inerzia. La meteorologia, quindi, come un aspetto
della più ampia questione meridionale, che sorge nell'ambito dello
Stato unitario, in contraddizione con il suo grande compito di unificare
e potenziare il processo di sviluppo generale del Paese.
In questa opera di recupero, culturale e civile, il De Giorgi non è
solo. Destinatario delle sue lettere, quel Francesco Denza, Padre Barnabita,
che da Napoli, quindi dal Meridione, si trasferisce in una Torino ancora
malata di provincialismo, ma da sempre meta i un'ampia raggiera di fughe
individuali: "Torino, la Mecca, la Gerusalemme, la Città Santa
degli Itallani" (8).
I riferimenti personali sono qui importanti. Denza è un uomo del
Sud che lavora in Piemonte, in una regione che, da avamposto di frontiera,
intermediaria fra la potenza austriaca e quella francese, si trasforma
in pedina, europea e mediterranea, di un nuovo Stato che prende corpo
nella pianura padana e nella Penisola.
De Giorgi, invece, esprime la cultura di una regione che è sempre
stata italiana pur non appartenendo, se non concettualmente, alla geografia
nazionale.
Due tronconi d'Italia che s'intrecciano, completandosi a vicenda.
Nel secolo delle prime spinte consumistiche ("Il baglior del dio
quattrino, splende al secolo mercante; ecco l'astro fiammeggiante che
lo guida nel cammino"), di una politica che è ancora regionalizzata,
di un positivismo dai toni accesi e crudi ("Les Dieux s'en vont"),
queste lettere ricostruiscono la storia di due scelte, di due mondi meridionali,
negati dalla storia e dallo Stato, di proprietà esclusiva di una
Scienza dal carattere cosmopolita e creativo.
Un Sud che genera e trasforma le sue creature, riepiloga decisioni prese
altrove, nei luoghi deputati della politica, comunque lontani e inafferrabili:
le nebulose leccesi sfuggono ai telescopi torinesi o, forse, non suscitano
interesse. Pensieri dell'astronomo leccese, confermati da una teoria di
lunghi silenzi ed inutili attese. L'ultima lettera è del 1888:
quasi un secolo fa.
NOTE
1) Geologo, nato a Lizzanello nel 1842, morto a Lecce il 12 dicembre
1922. Laureato in medicina, e con la "matricola" di chirurgo,
si occupa di storia locale, di geografia, di sismologia, compendiando
le sue osservazioni in più di trecento pubblicazioni. Notevoli
i suoi bozzetti su "La Provincia di Lecce" che, apparsi nel
1882, rappresentano il primo tentativo di studio sistematico dei paesi
di Terra d'Otranto.
2) Fisico e meteorologo, nato a Napoli nel 1834, morto a Roma il 14
dicembre 1894. Nel 1856 fonda l'Osservatorio Meteorologico di Moncalieri,
primo di una vasta rete, nazionale e internazionale, che conta, dopo
venti anni, più di 250 punti di osservazione. Dirige per quattro
anni la Specola Vaticana, inventando il pluviometro e l'anemoietografo.
3) "Correva il felice anno in cui le Lettere Meridionali del Villari
avevano, tutt'a un tratto, richiamata la pubblica attenzione su quella
che era, e rimane, la maggiore delle nostre questioni di politica interna;
e così caldo di simpatia usciva dalle pagine del volumetto nuovamente
apparso, che io non dire di quanta gioia si empisse l'animo mio nel
leggerlo".
Giustino Fortunato, Pagine e ricordi parlamentari, vol. II, Roma, 1947,
p. 164.
4) P. Villari, "Le Lettere Meridionali", Firenze, 1878, pp.
39-42.
5) P. Villari, op. cit., pp. 62-63.
6) Ettore Ciccotti, "Mezzogiorno e Settentrione d'Italia 1898,
pp. 79-81.
7) Antonio Genovesi, "Scrittori classici italiani di economia politica",
tomo IX, Milano, 1803, p. 140.
8) Sigismondo Castromediano, "Memorie", Lecce, 1895, p. 200.
Le lettere vanno dal gennaio 1875 al gennaio 1888. La loro successione
cronologica è la seguente:
Per annate:
1875 (2); 1876 (6);
1877 (3); 1878 (1); 1879 (2); 1880 (-); 1881 (-); 1882 (3); 1883 (4);
1884 (2); 1885 (13); 1886 (13); 1887 (2); 1888 (1).
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 23 Gennaio 1875
Egregio Sig. P.F
Denza
Ho ricevuto i N. l. 2. 3. del Volume 17 (Anno 1874) del Bollettino Meteorologico
di Moncalieri, ch'Ella ha avuto la gentilezza d'inviarmi. Attendo ora
tutti gli altri per completare l'annata e arricchire così la
piccola e nascente biblioteca del nostro osservatorio metereologico.
Col 1° Dicembre p.p. si sono qui cominciate le osservazioni, e continuano
alacremente. Col primo di quest'anno si è pure cominciata la
fabbricazione di un bullettino decadico, nel quale sono registrate le
medie diurne per ciascuna osservazione. Al termine di ogni mese, sarà
mia cura di inviarne copia a cotesto osservatorio, qual tenue ricambio
alle belle pubblicazioni ch'Ella fa in Moncalieri e nella regione Alpina.
Desidererei saper da Lei se le stazioni pluviometriche messe in diversi
punti della zona subalpina (per l'impianto delle quali Ella ha fatto
tanto) hanno avuto alcun concorso dal R. Governo, ovvero sono surte
per iniziativa dei soli comuni e delle provincie. Bramando anch'io estendere
la rete di coteste stazioni nella mia provincia nella quale le credo
importantissime (sebbene dai più non si crede nella metereologia,
in questi luoghi) vò cercando i mezzi più facili, più
economici e più diretti per raggiungere l'intento. Potrebbe Ella
dirmi, aggiungerò anche, consigliandomi qualcosa in proposito?
Le mando una copia della Rivista meteorologica del Dicembre p.p. inserita
nel mio giornaletto ufficiale. Via via che usciranno le altre le avrà
pure.
Coi sensi della mia più distinta stima, e dolente di non aver
potuto riverirla personalmente in Moncalieri nelle brevi ore che mi
trattenni costì coll'Abate De Luca, mi creda.
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce 29 Marzo 1875
Egregio Sig. Prof.re
e Collega
Ho ricevuto la sua gentilissima lettera in data del 15 corr. e stamani
il Conte di Cavour sul quale ho letto la sua relazione sul terremoto
del 18 Marzo 1875.
Qui non si è avvertito nulla per quante ricerche abbia fatto.
Noi manchiamo è vero d'un sismometro; quindi di preciso non potrei
dirle niente. A proposito crede Ella che un cono metallico sospeso ad
un muro dell'Osservatorio per mezzo d'un filo, e coll'apice sopra un
piatto d'arena può giovare a qualche cosa? Ne ho visto alcuni
di questi congegni in parecchie stazioni meteorologiche italiane, e
mi furono accennati come sismometri. Se ella giudica possa riuscir propizio
lo farei pure costruire: tanto, è cosa sì semplice e di
sì poco costo che vale la pena d'averlo in un osservatorio. Però
credo non (...........................) devono indicare altro (
..)
delle scosse orientando bene (
.).
Quali precauzioni sono da adottare (..............................)
e le misurazioni riescano esatte?
Non va detto, chè verte a mia cura di trasmettere subito la notizia
delle oscillazioni sismiche, ove per caso si verificassero. In questo
non sarò secondo al Conte di Cosenza.
Ho dato ordine all'assistente di invigilare sulle pioggie di sabbia,
ove mai occorressero; e sarà mia cura avvisarla presto del fenomeno
se mai si verificasse. Ne ho pure dato avviso a diversi amici miei e
a diversi contadini, in punti molto diversi della provincia; e questi
mi terranno subito inteso del fatto. L'anno scorso, rammento, fu un
contadino che mi portò per primo una foglia di cavolo ed una
di bietola impatinate di una sabbia giallorossastra che non dava effervescenza
cogli (
..) (..........................)
piene colla pioggia di una (......................) del Marzo. Ma, non
dubito, raco (.........................) poi più esatte e precise
informazioni, ed Ella ne sarà pel primo avvisata.
Ella gentilissimamente si profferisce a me nella sua lettera per qualunque
cosa potesse essermi utile. La ringrazio vivamente; e in pari tempo
la pregherei d'inviarmi un due o 3 copie di quella sua conferenza tenuta
a Belluno sulla Importanza e utilità della Metereologia. S'Ella
credesse poi, io la rifarei ripubblicar tutta nel Bullettino del mio
Comizio agrario; e se credesse farei delle aggiunte, meglio. Le torno
a dire: qui, come a Cosenza, pochi credono alla Metereologia ed agli
osservatori: i più ritengono quella una scienza di lusso, e questi
dei ritrovati da passatempo, Inutili affatto alla vita pratica. lo fo
l'apostolo: ma spesso le mie parole sono quelle di S. Paolo dirette
ad Corinthios! La sua voce è molto più autorevole della
mia e s'Ella potesse incoraggiare questi studii (non me che non lo desidero)
con qualche buona parola in una sua lettera a me (
)
utilissima. A quei che (
.) sua parola
farebbe dare il (......................). Io mi trovo, a dir vero, in
condizioni molto migliori del povero Conte di Cosenza. Ho sostenuto
delle lotte; ma fin qui son riuscito a tutto quello che potevo desiderare:
parlo nell'interesse della Scienza non nel mio, chè fo gratuitamente
le osservazioni, e dirigo la mia specola.
La attendo dunque, una sua lettera mi farà cosa gratissima.
Gradisca intanto i più distinti ossequi del suo
Devotissimo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 4 Febbraio 1876
Carissimo Collega
Accetto ben volentieri la cooperazione alla Rivista metereologica ch'Ella
vuole inserire nel Giornale d'Agricoltura del Prof. L. Botter; e con
questa mia le mando i due primi riassunti del Dicembre 1875 e del Gennaio
1876.
Sarei ben contento se queste nostre indagini fatte silenziosamente nel
segreto dei nostri osservatorii potessero giovare all'Agricoltura italiana
ed assumere così una importanza pratica, quale vien richiesta
da tutti coloro che alle discipline scientifiche si senton poco adatti,
o non sanno o non possono sollevarsi, e cercano il cui bono in tutte
le cose. E' l'indole del Secolo, e forse lo crederanno un progresso
anche questo!
Attendo il giornale del Botter ch'Ella mi ha annunziato nella sua lettera
stampata in data 30 Gennaio scorso. Desidererei solo ch'Ella si compiacesse
di far pubblicare le osservazioni che Le invierò mensilmente
in uno specchietto apposito dello stesso giornale agrario.
Non mancherò nella prima quindicina di ogni mese di inviarle
anche gli altri bullettini e le riviste bimensili che ora sto pubblicando:
anzi tra qualche giorno riceverà il seguito e il complemento
delle pubblicazioni metereologiche da me fatte pel 1875.
La riverisco distintamente. Si ricordi dei pluviometri: per ora potrei
impiantare 5 nuove stazioni pluviometriche in questa Provincia se il
R. Governo mi concedesse gli strumenti. Ella che ci bazzica più
da vicino, potrebbe coadiuvarmi assai, assai. Si rammenti che me lo
promise in una delle prime sue lettere.
Mi creda frattanto in tutta stima
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 11 Luglio 1876
Egregio Collega
Ritardo questa volta un pochino l'invio del solito bullettino, perchè
sono stato assente da Lecce nei primi del mese.
A norma degli appuntamenti presi insieme ho cominciato già a
stabilire una rete di stazioni pluviometriche in questa Provincia di
Lecce. I criterii della scelta di dette stazioni li esporrò a
suo tempo; ora le accennerò che, essendo questa provincia vastissima
per estensione e varia per configurazione geografica, non ho creduto
disporre, per ora almeno, che sole 16 stazioni e nei seguenti luoghi:
l. Martina. 2. Ostuni. 3. Castellaneta. 4. Grottaglie. 5 Oria. 6. Novoli.
7. S.P. Vernotico. 8. Nardò. 9. Calimera. 10. Muro leccese o
Maglie. 11. Spongano. 12. Ugento. 13. Gagliano. 14. Brindisi. 15. Taranto.
16. Gallipoli.
Ho ricevuto già le adesioni-vocali e scritte di varii individui
che si assumeranno questo incarico dai paesi seguenti: Martina, Ostuni,
Castellaneta, Nardò, Calimera, Muro, Spongano, Ugento, Gagliano,
Brindisi: sugli altri sono già in corso le pratiche. Di tutti
questi punti ho chiesto, ed in parte ho già ricevuto, la livellazione
della stazione designata sul livello del mare. Gli osservatorii saranno
gratuiti, e corrisponderanno con me: lo poi trasmetterò le osservazioni
mensili al Ministero.
Si potrebbe ottenere che anche questi 16 osservatori godessero della
franchigia postale, ossia del rimborso delle spese postali a fine d'anno?
Ella che già si trova in ballo, e che dirige tante stazioni di
questo genere può scrivermene qualcosa.
Ora non resta che avere i pluviometri. Si compiacerebbe indicarmi che
estensione verranno ad occupare e di quale apertura esterna sono essi?
lo intanto esaurirò le pratiche: ma mi dispiacerebbe oltremodo
se (le) andassero a vuoto. Mi raccomando a Lei caldamente.
La riverisco distintamente anche per parte del Cav. Botti e mi creda
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 21 Luglio 1876
Egregio e R.to Collega,
Ella avrà già ricevuto la mia lettera che le ho mandato
pochi giorni fa insieme col Bullettino meteorologico pel giornale del
Prof. Botter. Si rammenterà che in quella lettera io Le esponevo
che le mie pratiche per l'impianto di 16 stazioni pluviometriche in
Provincia erano state bene iniziate. Ora le torno a scrivere per dirle
che sono quasi giunte a compimento. Difatto da tutti coloro, ai quali
mi sono rivolto ho avuto gentile adesione, anzi molti aspettano coi
loro voti e colle loro lettere il desiderato collocamento di siffatti
strumenti. Mi premerebbe intanto sapere se Ella crede o spera sia facile
ottenere dal R. Ministero gli strumenti pluviometrici, e quando. Le
dirò il perchè. Essendo prossime le due aperture tanto
del comizio agrario leccese, dal quale direttamente dipende il mio osservatorio,
che del Consiglio Provinciale, così io bramerei che entrambi
concorressero, almeno moralmente, a quest'opera tanto utile all'Agricoltura
locale. Ora non potrei volgermi ad essi senza esser certo del concorso
ministeriale, almeno per i pluviometri.
Ella che ha impiantato moltissime di queste stazioni, e che così
gentilmente si è offerto per le pratiche col R. Ministero, conduca
a buon fine quest'opera. Gli osservatori, dai quali mi son diretto,
presteranno gratuitamente l'opera loro; salvo le spese postali, che
mi credo in dovere di rimborsare a ciascuno a fine d'anno.
Attendo ansiosamente una sua risposta al riguardo; e la mia fretta ègiustificata
dalle ragioni che sopra le ha adotte. Col tempo, son persuaso, le 16
stazioni pluviometriche diverranno stazioni complete: e la Provincia
di Lecce sarà un esempio di civiltà fra le altre sue consorelle
delle Provincie meridionali. Là tendo, e lì voglio giungere.
Mi conservi la sua preziosa amicizia, accetti gli ossequi del Cav. Botti,
faccia una corsa in queste mie contrade e troverà una persona
che La stima assai nel
Suo Devot.mo Collega
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 15 Novembre 1876
Mio egregio Collega
ed Amico
Le annunzio anzitutto con piacere che il Ministero ha accolto con piacere
la proposta della Rete pluviometrica nel Leccese, mi ha ringraziato
della iniziativa, mi ha mandato i moduli e le istruzioni, ed ha ordinato
all'istituto industriale di Torino gli strumenti. lo non appena giunto
qui scrissi e mandai una lunga relazione in proposito, e dopo pochi
giorni, dopo la battaglia elettorale, venne subito la risposta. Chissà:
forse la vittoria ministeriale ha pure influito la sua parte sul merito
dell'impresa. In ogni modo ne sia lodato Iddio.
Ella può quindi segnare nell'Annuario scientifico di Milano l'impianto
di 24 nuove stazioni pluviometriche nei punti seguenti, come li ho distribuiti
e descritti nella Relazione succitata.
A) Nella zona collinare: Martina, Ostuni, Ceglie, Castellaneta, Grottaglie,
Orla.
B) Nella zona centrale e pianeggiante: Lecce, Novoli, S. Pietro Vernotino,
Nardò, Calimera, Manduria, Pulsano.
C) Nella zona meridionale: Muro Leccese, Spongano, Gagliano, Presicce,
Alessano, Ugento, Parabita.
D) Nelle zone marittime: Taranto, Brindisi, Gallipoli, Palascìa
(Otranto), Capo di Santa Maria di Leuca.
Più in là spero di estendere la rete anche in altri punti.
Una innovazione che io intendo di introdurre nelle schede (e bramerei
ch'Ella ne facesse un breve cenno nell'Annuario) da inviarsi al Ministero
si è un breve rendiconto sulle condizioni agrarie del territorio
circostante alla stazione. Così mese per mese non solo potrò
conoscere l'acqua che cade nelle diverse zone del Leccese, ma avrò
anche i dati sull'andamento della vegetazione e dei raccolti. Non le
sembra un'utile innovazione? Così potrò, con miglior cognizione
di causa comporre i bullettini meteoro-agrarii pel giornale del Botter.
Mi vo già occupando di raccogliere brevemente i dati di osservazione
che riguardano la metereorologia di queste contrade, e soprattutto sulla
coordinazione e correlazione di essi. Mi sembrano molto importanti ad
esser conosciuti, sebbene di breve durata. O confermano leggi già
note o servono a meglio stabilire le condizioni del nostro clima. Cercherò
di mandarle al più presto che mi sarà possibile questi
dati, dei quali le dissi brevi cose nelle ore bellissime passate insieme
in Via Fonseca a Napoli. Ma lo sa che la sera precedente alla mia visita
in casa sua, fui a un pelo dall'essere aggredito e derubato, in uno
dei viottoli di Capodimonte, mentre mi recavo in Via Fonseca? Se ciò
non avvenne, lo debbo a un po' di sangue freddo col quale attesi e quasi
quasi minacciai due faccie molto sospette che mi passarono dinanzi!
E la piaga di Napoli!
Tornando al pluviometri La ringrazio delle sue gentili esibizioni. Bramerei
solo conoscere se le spese per l'invio delle schede debbono andare a
carico del Ministero, oppure degli osservatori. In quest'ultimo caso,
crederei conveniente farle anticipare dal meschino bilancio del nostro
osservatorio. Me ne scriva qualcosa, e gliene sarò gratissimo.
Perchè Ella non si induce a farci una visita? Forse verrà
qui il P. Secchi per osservare in sito le folgorità di Santa
Cesaria, delle quali gliene ho spedito alcuni saggi. Quando fui a Roma
a visitarla me lo promise, e spero che manterrà la sua promessa.
Ed Ella non dovrebbe anche fare qualche studio magnetico su Lecce? Non
crede che anche la nostra città sarebbe lietissima di accoglierla
e far tesoro delle sue investigazioni?
Ora, dice bene, i tempi volgono a due altri poli magnetici: alla politica
ed agli interessi! Ma sa che pochi dei miei concittadini credono ch'io
mi sia recato in Roma a solo scopo del bene di questa Provincia, per
l'impianto cioè della rete pluviometrica? Tant'è: s'è
così avvezzi a veder tutto a traverso al prisma degli interessi
personali, che non par vero che qualcuno lavori realmente e senza secondi
fini.
Si rammenti di chi la stima e l'ama di tutto cuore, del
Suo devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 25 Novembre 1876
Mio egregio Collega
ed Amico
Le mando, siccome le promisi, nella mia precedente lettera, alcuni appunti
sul Clima della Provincia di Lecce, risultanti tanto dalle mie osservazioni
che da quelle eseguite nei principi di questo secolo dal Prof. O.G.
Costa e dal Vicario Giovine di Molfetta. Ella potrà inserirli,
se crede, nell'Annuario. Sono il compendio di tutta la relazione meteorologica
del 1875 che ho presentato al Comizio Agrario di questa città,
e che ora è sotto a' torchi. Gliene manderò una copia
non appena pubblicata.
I pluviometri mi sono stati spediti da Torino fin dal 13 del corr. dal
R. Museo industriale; ma ancora non son giunti? Non fossero stati mandati?
Avrebbe ella modo d'informarsi essendo così vicino a Torino?
Le dirò pure che lo spedizioniere è un tal Giovanni Biancotti
di Torino. Fossero stati spediti a piccola velocità? Se riesce
a saperlo la pregherei di tenermene informato. L'anno nuovo è
imminente e gli osservatori sono divenuti impazienti di cominciar le
osservazioni, soprattutto ora che cadono pioggie copiosissime dopo un
anno di costante siccità.
Ha ricevuto esattamente tutte le schede mensili? La pregherei di avvisarmi
se mai qualcuna non Le pervenisse: gliene manderei subito un'altra.
Desidererei che mi indicasse quale strumento farmi venire fra i tanti
che oggi si vanno inventando per misurare i moti microsismici del suolo
e rispondere alle domande del Bertelli, del Monti e del De Stefani?
Quale Le pare più esatto, più economico - la nostra stazione
è una povera ragazza senza dote, alimentata dalla generosità
cittadina! - e preferibile?
Ricordo sempre con piacere i brevi e cari momenti passati con Lei a
Napoli; e vorrei che tornassero presto. Chissà? I soli monti
non s'incontrano mai!
La riverisco di tutto cuore, ami il
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 8 Dicembre 1876
P. R.do ed ottimo
Amico
Suppongo ch'Ella avrà ricevuto due lettere mie, una speditale
il 15, l'altra il 25 del mese scorso con quelle notizie sull'andamento
dei fenomeni meteorici nell'osservatorio di Lecce durante il 1875.
Colgo quest'occasione del bullettino mensile che Le invio per dirle
che sono giunti finalmente jer l'altro i pluviometri di Torino sul treno
delle tartarughe, ed alcuni anche malconci, e uno anche rotto. Ne ho
già spedito il primo a Gallipoli e dimani farò un'altra
spedizione a S. Pietro Vernotico, a Ostuni, a Brindisi ed a Martina.
Spero di poterli collocare tutti e 24 nel corso del mese. Ma le distanze
son grandi, le giornate son cortissime, i tempi orribili, la mia salute
non è troppo forte, e le mie occupazioni mi hanno inchiodato
nella città. Basta: farò quel che potrò, ma a poco
a poco. D'altronde se non vado io stesso a collocare gli strumenti sopra
i luoghi diversi, a mostrare come si osserva, e come si notano le osservazioni,
e più che altro ad infervorare con quattro belle paroline gli
osservatori son certo che non ne ricaverei nulla.
La pregai che desideravo saper qualcosa intorno all'invio delle schede
al Ministero; se la spesa dell'affrancatura va a carico dei singoli
osservatori o se vien rimborsata dal Ministero a fin d'anno siccome
si pratica con noi. Trattandosi di 24 stazioni la spesa a fin d'anno
sarebbe rilevante se dovesse poi cadere tutta sulle spalle del nostro
Osservatorio; giacchè a me converrebbe anticipare i francobolli
al singoli e cortesi generosamente gratuiti osservatori. Non le pare
così? Me ne scriva qualcosa, ne la prego caldamente.
Al molti che mi domandano sulla utilità pratica (è il
secolo mercante! non c'è che dire) di siffatte osservazioni pluviometriche,
ho pensato di rispondere con una Relazione che pubblicherò fra
pochi giorni, nella quale prendendo le mosse da questa nuova istituzione
nella Provincia di Lecce, dirò poi dell'utilità che reca
alla Scienza, all'Agricoltura ed all'igiene la conoscenza della distribuzione
delle piogge sopra un dato territorio. Non farò tacere i botoli
e i ciuchi; ma spero di giungere a convertire qualche incredulo.
La saluto con tutta stima e considerazione e mi creda con tutto il cuore
Suo Dev. Amico
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 11 Gennaio 1877
Pregiat.mo Sig.
Prof.
Ho incominciato già l'impianto delle stazioni pluviometriche
nella Provincia e 8 funzionano di già dal I° di Gennaio.
La grande distanza delle diverse stazioni da questo capoluogo, la mancanza
di mezzi celeri di trasporto, la brevità dei giorni, le moltissime
occupazioni di professione e d'insegnamento, e un catarro laringeo che
m'è venuto in questi giorni, mi hanno impedito di collocarle
tutte e 24; lo farò man mano.
Dapertutto ho trovato delle varie difficoltà circa gli osservatori.
Se si trattasse di misurare la sola quantità dell'acqua la questione
sarebbe stata più agevole: ma nelle Norme Ministeriali si richiedono
troppe cose e nessuno vuoi prendersi la briga di star lì tutti
i giorni a notare la direzione e la forza del vento, la direzione delle
nuvole, lo stato del cielo, i temporali, ecc. D'altra parte dalla gente
che si offre gratuitamente posso io pretendere tanta abnegazione? lo
ho consigliato a tutti di fare il più che potessero e di non
trascurar mai l'osservazione pluviometrica. Non so se ho fatto bene.
Che ne dice Ella? Bisogna pure riflettere che qui si sta un po' indietro
nella civiltà rispetto all'Italia settentrionale, e quindi è
scarsissimo il numero di coloro che vogliono occuparsi di osservazioni
meteoriche.
L'altro scoglio che ho dovuto superare è stato quello di rispondere
a moltissimi che volevano conoscere l'utilità pratica di siffatta
istituzione. Ho risposto quello che potevo dire; ma nel fatto, dobbiamo
convenire che ancora in Italia non s'è dato ancor nessun passo
riguardo alle applicazioni della Meteorologia all'Agricoltura ed alle
industrie. Si raccolgono e si pubblicano tanti dati della R. Commissione
di statistica, ma il cui bono - a cui solo è rivolto questo Secolo
mercante - è ancora di là da venire.
Io ci vo pensando da qualche tempo a queste cose e se mi recherò
a Roma nel 7bre prossimo all'apertura del Congresso meteorologico internazionale
desidererei farne soggetto di qualche comunicazione. Che ne dice? Ella
ha già cominciato a far qualcosa nel giornale del Botter: qualche
agronomo pure se ne va occupando: ma è sempre troppo poco, mi
pare, e il tornaconto delle ricerche meteorologiche non è ancora
bene assicurato. Col progetto di Ragona sulla fondazione di una società
meteorologica italiana e collo scopo che si propone, non mi pare che
si tenda a quella mèta. Saranno sempre dei lavori scientifici;
ma di pratico non ci veggo nulla, o troppo vagamente delineato lo scopo.
Ha ricevuto la mia relazione pel 1875? Le sembra che vi sia qualcosa
di importante nel capitolo della coordinazione dei dati meteorici fra
loro? Sentirei tanto volentieri un suo parere, e lo desidero ansiosamente.
Le auguro un anno felicissimo, mi conservi la sua amicizia ed il suo
affetto e conti pure su quello del
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 10 Febbraio 1877
Egregio ed ottimo
Collega
Le mando con un po' di ritardo, sebbene non per mia colpa, il solito
bullettino mensile, e contemporaneamente questo modulo di Rivista agraria
che desidererei che Ella facesse pubblicare nel periodico del suo osservatorio
per darle la massima pubblicità, anche sopprimendo, se crede,
il mio nome, purchè si cominci a far qualcosa di pratico e di
applicativo delle nostre ricerche. Per ora le 12 stazioni pluviometriche-agrarie
che ho istituito qui funzionano egregiamente; ed oggi parto per lo stesso
scopo nel Gallipolino e completerò la rete in quella direzione.
Io me la passo benino e Lei? Sono da qualche tempo ansioso di saper
sue notizie.
Mi scriva qualche volta e si ricordi chi lo ama e lo stima assai assai,
del
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 18 Marzo 1877
Pregiat.mo Prof.
ed Amico
Le mando il solito bullettino mensile del febbraio, con un po' di ritardo
perchè sono stato parecchi giorni fuori di Lecce per la collocazione
dei pluviometri nelle 24 stazioni di questa Provincia. Me ne restano
altre 10 da istituire: le altre tutte funzionano benissimo e mi trasmettono
mensilmente i loro dati e i loro bullettini, che io poi uniti insieme,
riveduti e corretti, spedisco al Ministero. Sono davvero contentissimo
perchè posso contare sulla solerzia, sulla diligenza e sulla
perizia dei singoli direttori, i quali mi trasmettono anche le notizie
sull'andamento delle campagne nel loro territorio.
Ho letto con piacere nel Giornale di Agricoltura del Bellenghi ch'Ella
è stato nominato membro del Consiglio direttivo superiore di
Meteorologia. Mi auguro quindi vederla presto qui in qualche ispezione
che farà nelle diverse stazioni meteoriche d'Italia. Non dimentichi,
per carità, questo angolo estremo d'Italia, dove è sorta
la stazione meteorica assai prima che queste fossero istituite in altre
città dell'Italia meridionale. Sopratutto ora la protegga, ora
ch'è sede centrale di una vasta e importante rete pluviometrica.
Ieri mi venne fra le mani la prima Parte dell'Annuario Scientifico e
industriale del Trevej. Trovai che si parlava delle nostre stazioni
pluviometriche, ma non erano neppure accennate di nome, come ha fatto
per quelle dell'Italia superiore. Se desidera i dati glieli posso mandare
immediatamente. Speravo pure trovare quache cenno sulle condizioni generali
del clima di Lecce; ma non vi ho trovato nulla. Basta: attenderemo a
questo altro anno: e spero di rivederla nel Settembre in Roma, nel tempo
del Congresso. A proposito, si è fissato nulla riguardo ai giorni
nei quali sarà tenuto? La prego di accennarmelo.
Intanto mi conservi la sua cara e preziosa amicizia e mi creda di tutto
cuore.
Suo devot.mo
C.D. Giorgi
P.S.
Mi restano solo altre 2 schedine di questo bollettino che le spedisco
mensilmente. Me ne mandi delle altre in questo o nel mese p.v.
Lecce, 22 Giugno
1878
Egregio P. Denza
Ho aspettato con impazienza parecchi giorni una sua risposta alla mia
lettera del 30 Maggio p.p. ma non ho avuto nulla. Ho ricevuto bensì
i pluviometri da Torino, per i quali il nostro benemerito Municipio
mi ha fatto pagare un dazio di L. 4,13... tanto per incoraggiare la
Meteorologia!! La ringrazio con tutto il cuore della premura ch'Ella
ha avuto nel farmeli spedire da Torino.
Dopo la lettera che le scrissi nella quale Le inserivo la nota spedita
al Ministero per ottenere i termografi alle 24 stazioni pluviometriche
leccesi, da me istituite, mi è giunta una risposta dal Direttore
dell'Ufficio Centrale di Meteorologia, G. Cantoni, nella quale mi scrive
che "non constando prima d'ora allo scrivente che preventivi impegni
gravassero sul bilancio del tempio metereo, pel corrente esercizio mi
è d'uopo dichiarare che i mezzi attualmente disponibili valgono
a mala pena per sopperire ai più urgenti bisogni riscontrati
nelle fatte ispezioni presso gli osservatori costituenti la rete principale.
Per la qualcosa prego la S.V. affinchè si compiaccia di ritardare
fino al prossimo esercizio la conclusione delle pratiche necessarie
al l'effettuazione dei progetti, da Lei, a giusto titolo, vivamente
raccomandati".
Com'Ella ben vede è sempre la solita questione dei fondi; ma
siccome questi son come le cose elastiche, così la prego a volersene
interessare Lei direttamente. Il mio progetto è d'ottenere almeno
24 termografi dei Marchi: se fossero quelli del Ternomasio, meglio.
Al Marchi o al Ternomasio potrebbero pagarsi nell'esercizio venturo.
Ma intanto le osservazioni si comincierebbero: si darebbe un'altro tono
alle povere stazioni pluviometriche, e stante la gratuita e diligente
direzione dei miei 24 colleghi, a fine d'anno si avrebbe già
un bel capitale di osservazioni importantissime. Guardi un po' Lei,
ne La prego, e cerchi di farmeli ottenere. Approposito, e tutte le altre
osservazioni delle nostre 24 stazioni pluviometriche si pubblicano o
restano sepolte negli archivi del Ministero dell'interno per le guardie
di P.S. e le prefetture? Che giova raccoglierle se non si rendono di
pubblica ragione? Come mi Consiglia Lei? Se avessi dei fondi disponibili
le pubblicherei io; ma son questi che mi mancano e non so dove carpirli.
Attendo quindi una sua risposta alle mie precedenti ed a questa lettera.
Mi comandi in quel che crede e mi tenga pel
Suo Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 19 Marzo 1879
Pregiatissimo P.
Denza
Son tornato ieri da Gallipoli, dove ho assistito alla festa d'inaugurazione
dell'osservatorio meteorologico. Mi sono raccomandato ai Sig.ri Direttori
della Stazione gallipolina perchè mi mandassero mensilmente le
loro osservazioni e li ho trovati gentilissimi e me lo hanno promesso.
Non può immaginarsi con quanta compiacenza fu accolto il suo
telegramma diretto al Dott. Rocco Magranella direttore della stazione.
Fu letto nella pubblica adunanza e destò molto entusiasmo; e
la sala della Biblioteca rimbombò dei plausi e dei battimani
per Lei che parlava con parole sì affettuose dall'altro estremo
d'Italia. Bisogna però scrivendo a quei Sig.ri raccomandar loro
la costanza e la perseveranza nelle osservazioni. lo conosco i miei
polli, come dicono in Toscana; e so che qui si fa molto in breve tempo,
ma però la costanza non è propria del carattere meridionale.
Cerchi pure di fare ottenere, se Le riuscirà, qualche sussidio
alla Stazione di Gallipoli dal Governo: io cercherò di far lo
stesso presso il Consiglio Provinciale nelle tornate di Agosto p.v.
lo dal canto mio non cesserò di invigilare e sorvegliare sulla
nuova Stazione lontana dalla costa circa 39 chilom.
Attendo le schede della Corrispondenza alpino-appennina e gliele manderò
mese per mese, siccome facevo prima per quelle del giornale di Agricoltura.
A maggior diritto debbo mandarle lo, che sono stato nominato socio onorario
della Sezione Lucana del Club Alpino Italiano.
Se sarò invitato al Congresso meteorologico, siccome spero, essendo
stato il primo ad inaugurare un'osservatorio ed una rete pluviometrica
in queste provincie meridionali, porterò anch'io la mia contribuzione
con un lavoro originale di meteorologia. La ringrazio dei buoni uffici
presso il Consiglio direttivo e mi auguro che diano buoni risultati.
Intorno agli sconcerti atmosferici del febbraio, il più importante
fatto verificatosi fu il vento S.E. del 20 e del 25 che raggiunse la
velocità di 87 Kilometri all'ora e che produsse danni immensi
alle nostre campagne. Una pioggia avvenuta nella notte del 26 lasciò
precipitare una polvere meteorica grigia nelle stazioni di Ortelle,
di Ruffano e di Manduria. In Lecce non fu osservato nulla. Da Aquila
ho ricevuto un saggio di polvere meteorica caduta nello stesso giorno
sulla città in gran copia. Se ne desidera un poco posso mandarglielo
per lettera. Non appena sarò più libero voglio fare un'analisi
microscopica della polvere aquilana e gliene scriverò i risultati.
Ho scritto anch'io al Gajani Amministratore del giornale agrario di
Bologna per sapere se debbo anch'io continuare o smettere nelle mie
Note di Climatologia agraria salentina: ma fin qui nessuna risposta.
Vedremo che cosa ne diranno. Oh, quante volte mi rammento d'un certo
detto di Esopo appreso mentre ero bambino, e che ho trovato sempre nuovo
perchè sempre vero.
Le rinnovo i miei ringraziamenti e mi auguro del suo valido appoggio
anche in avvenire
Mi creda con tutta stima
Di Lei Devot.mo
C.D. Giorgi
STAZIONE METEOROLOGICA
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 20 Dicembre 1879
Ill.mo P. Denza
Rispondo illico et immediate alla sua cartolina del 17 corr. pervenutami
ier sera.
Ecco i dati che si riferiscono alla caduta delle pioggie nel Maggio
u.p. sulle diverse stazioni formanti la rete pluviometrica di questa
provincia:
Si potrebbe dire che dal 1 al 21 del mese è stato un periodo
continuamente piovoso e in tutta la Provincia, se pure si eccettuano
i giorni 9, 15 e 16 nei quali si sono avute delle pioggie parziali e
limitate. Nell'ultima decade non si è avuto nulla di pioggia,
e il cielo si è rasserenato.
Ha bisogno di altre notizie? Torno a raccomandarle caldamente d'insistere
presso l'Ufficio centrale per un piccolo sussidio non ad personam ma
per le sole spese materiali di viaggi alle diverse stazioni pluviometriche
per collocazione dei termografi, per verifica degli strumenti, per cambiare
la direzione; si tratta di stazioni pluviometriche lontane da qui 140
kilometri! E nei viaggi, Ella lo sa bene, i quattrini volano. Se poi
vogliono che siano lasciati a loro stessi i Direttori e gli strumenti,
senza sorveglianza e senza controllo, allora si può essere certi
che in un paio d'anni il servizio sarà ridotto a zero. lo ci
pongo tutto del mio, intelligenza, fatighe, disagio: ma perchè
rimetterci anche le spese? Ne parlai a Tacchini, gli presentai anche
una dimanda sul proposito, ma per ora buio pesto. Gli chiesi pure un
Elettrometro, e neppure ho saputo nulla se me lo accorderanno o no.
La prego a continuarmi la sua benevolenza ed amicizia. Ho ricevuto la
sua bella e dotta relazione "La Meteorologia e l'Agricoltura"
ma le sue circolari, no.
Colgo la bella occasione per porgerLe gli auguri pel Natale e pel Capod'anno.
I moderni progressisti si ridono di queste feste; noi della vecchia
scuola sentiamo ancora una scintilla nel nostro cuore, e quella sacra
scintilla ci rivela che non è tutto materia!
Gradisca i miei sentimenti di stima e mi creda
Devot.mo
C.D. Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 24 Gennaio 1882
Ill.mo P. Denza
Tra qualche giorno vi manderò un mio lavoro per essere inserito
nel bullettino periodico della vostra associazione. Riguarda la distribuzione
della pioggia e l'andamento della temperatura nella rete meteorica salentina
durante il 1881. E' un lavoro bene. Aspetto ancora alcuni dati da Gallipoli,
e ne ho scritto ben tre volte: e quei Sig.ri Direttori fanno sempre
i sordi. Appena gli avrò ve lo manderò subito.
Ho letto le vostre due ultime lettere. Accetto di esser relatore del
quesito di Meteorologia popolare. Dovremo però discutere un po'
insieme sui mezzi per raggiungere lo scopo. lo vi dirò alcune
mie idee, voi le vostre. Così andremo d'accordo. Va bene così?
Per la conferenza non posso ancora mandarvi il titolo perchè
voglio prima ponderarlo bene. Quello che voi mi indicaste è troppo
vasto e non so quanto potrebbe riuscire accetto al pubblico. Trattandosi
di conferenze, la geologia si presta molto difficilmente a farsi popolare,
e richiede molte conoscenze che pochissimi degli uditori posseggono.
Lasciatemi quindi riflettere un poco e ne riparleremo. Fatemi intanto
capire e sapere quali argomenti hanno scelto gli altri nostri colleghi.
Ed ora vi abbraccio di nuovo e aspetto vostra lettera
C.D. Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 12 Aprile 82
Ill.mo Sig. Direttore
Finalmente dalla stazione di Gallipoli potei avere i dati che si riferiscono
alla sola quantità della pioggia caduta nel 1881 e distribuita
nelle diverse stagioni dell'anno. Eccole i dati ch'Ella avrà
cura di aggiungere nel prospetto riassuntivo:
Eccole poi alcuni dati relativi al solo osservatorio di Lecce nel 1881.
La prego di aggiungerli nella mia relazione: Pressione barometrica.
Media annua del 1880-81:
Alla stazione meteorica (72 m. sul mare) Mill. 754,87. Al mare Mill.
761,69.
Medie delle stagioni:
Desidererei sapere dove si trova il sig. Prof. Modestino del Sagro per
mettermi d'accordo con lui intorno alla relazione che dovrò fare
dinanzi al Congresso. Se poi non vorrà farne nulla, lavorerò
da me. Ma perchè allora il Comitato di Napoli me lo ha dato per
aiuto?
Per le conferenze aspetterò una sua risposta quando saprà
qualcosa di preciso. Sarebbe bene però che coloro che dovranno
farle fossero avvertiti prima che i titoli delle stesse conferenze siano
dati alle stampe.
La durata dal 25 al 30 settembre mi sembra molto bene per la discussione
delle importanti materie messe all'ordine del giorno. Perchè
tanto precipitar la discussione delle stesse? Perchè non farlo
almeno per 7 giorni? Si ricordi che quella sua iniziativa, di fare un'escursione
alla Sagra S. Michele, il giorno dopo l'apertura del Congresso di Torino,
condusse ad ottimi risultati che fece conoscere tra loro tutti i congressisti
prima di cominciare la discussione. Non lo proporrà anche in
Napoli questo? Io lo crederei utilissimo.
Le raccomando l'inno del Galli, che è molto bello e farà
onore al Congresso e potrà essere anche l'inno della nostra Associazione
pei futuri congressi.
Aspetto le istruzioni.
Ed ora mi creda con mille affettuosi saluti ed augurii
Devot.mo
C.D. Giorgi
P.S.
Della Stazione di Gallipoli è inutile parlarne: i direttori fanno
i sordi: curavimus Babilonem, non est sanata, derelinquamus eum! E'
la tinta del giorno!
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 23 Agosto 1882
Ill.mo P. Denza
Ho già scritto la relazione per il Congresso, e fra qualche giorno
uscirà alle stampe la relazione sul nostro osservatorio e su
tutta la rete meteorica salentina: lavoro che m'è costato un
mondo di fastidii, ma del quale però sono contentissimo. Ve lo
manderò appena pubblicato.
Riguardo alla relazione non è nè lunga nè breve:
durerà al più un 25 minuti della mia celere lettura.
Vi scrivo per accennarvi le conclusioni di questo lavoro e desidererei
parimenti sentire il vostro parere su queste mie proposte e su altre
che potessi e dovessi aggiungere.
Comincerò dal dire che la formula del quesito non è veramente
molto felice: "Mezzi più acconci per rendere utile e diffusa
la meteorologia al popolo". A coloro che sono attaccati alla parola,
forse la mia relazione potrà sembrare alquanto deviante dall'argomento.
Ma, ripeto, la colpa di questo è nell'enunciato del quesito ed
io ci tengo a chiarirle poi il mio concetto del bel principio. Specialmente
quella parola utile mi mette nell'imbarazzo.
Dunque io propongo questo, per sommi capi: per diffondere la meteorologia:
1) Cooperazione agli studi meteorici di tutti i Direttori di stazioni
agrarie, e dei gastaldi e contadini intelligenti. Lavoro sintetico sul
clima locale da farsi dopo 5 o 10 anni di osservazioni dai Direttori
di ogni rete meteorica locale.
2) Fornire gratuitamente gli strumenti.
3) Stabilire le stazioni secondo le condizioni geografiche di una data
regione.
4) Diffondere in più larga scala le nostre osservazioni con telegrammi,
bullettini, giornali, fogli volanti, ecc.
5) Conferenze pubbliche sulla meteorologia.
6) Retribuzione a qualcuno dei cooperatori e premio agli altri.
Per renderla utile (non già nel senso quattrinaio di questa parola,
ma in senso più comprensivo e più scientifico) io proporrei:
1) Mercè pubbliche conferenze o colla stampa mostrare quali colture
possono prosperare in una data regione con un clima dato e un terreno
dato.
2) Applicazione del vento e del calore solare, con forza motrice, In
alcune stazioni.
3) Associare la meteorologia all'igiene pubblica nei momenti della comparsa
di nuove epidemie e nello studio delle endemie.
4) Raccogliere l'acqua pluviale in vantaggio dell'igiene pubblica nei
luoghi dove manca l'acqua sorgiva.
5) Servizio di previsione del tempo a prò del l'agricoltura.
E qui terminano le mie proposte. Aspetto ora da voi i consigli che accetterò
volentieri.
Intanto credetemi
Vostro Devot.mo
C. De Giorgi
P.S.
E per l'inno musicato dal Galli s'è pensato?
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 12 Aprile 1883
A.S. Non si spaventi
della lunga lettera. Avrebbe dovuto essere brevissima. Ma le parole
son come le ciliegie: ne prendi una e ne vengono 100. Ma ritenga che
"Ex abundantia cordis os loquitur".
Ill.mo P. Denza
Ricevo la sua lettera e le bozze di stampa e gliele rimando subito corrette.
Della mia cartina sulla distribuzione fitografica delle pioggie nel
leccese, che le mandai prima di Pasqua, ne verbum quidem! E dimenticanza
involontaria o meritata: voglio augurarmi non sia quest'ultima.
Ho letto le conclusioni del Consiglio direttivo nel suo giornale. Furono
quali me le aspettavo. Avremo dunque i congressi biennali, e un 20 Congresso
a Torino. Fiat Voluntas Consilii directivi. La prima cosa mi deprime
più della seconda. Per un verso o per l'altro sarei venuto a
Torino a veder l'Esposizione. Ma ripetere i congressi scientifici ogni
due anni questo non lo ammetto, no, no, no. Non facciamo cosa seria.
E peggio poi farli in occasione di Esposizioni. Oh che dobbiamo metterci
in mostra anche noi? Non ci mancherebbe altro. Ma così si èdeciso
e così sia. A Milano non ci fu e si pensò meglio. lo vorrei
che il nostro congresso potesse adunarsi, per dir così, sulla
vetta del monte Bianco, ossia nel punto il più remoto. Così
a certuni, che Lei sa, non verrebbe il prurito di convertirli in palestre
teatrali per fare dello spirito e per essere applauditi dal pubblico,
e divenire i beniamini dei giornalisti! Prima a Torino, poi a Napoli
ne abbiam visti parecchi di questi.
Perdonerà: ma io il bianco lo dico bianco e il nero nero: aborro
dalle ipocrisie. Amo la scienza vera, non quella teatrale; e in questi
benedetti congressi, Ella lo sa meglio di me, si fa più teatro
che scienza. Un congresso dopo 8 o 10 anni lo comprendo; ma quelli annuali
o biennali mi rassomigliano, scusi la somiglianza, a partite di caccia
che si fanno tra amici. Comprendo che le mie parole, oggi dopo il fatto,
son, come dice il proverbio, fiato che gonfia otri; ma io non ho il
rimorso di non avergliene scritte prima della Riunione del Consiglio.
Ma la maggioranza nei governi costituzionali impone e governa; ed io
non ho che a piegare la fronte, libero però anch'io di assistere
o non assistere alla commedia, quando si aprirà il teatro. Una
mostra di meteorologia all'Esposizione, quella la comprendo e la lodo;
ma un nuovo congresso e in quella occasione no, no. Nè a Torino
nè altrove, dopo due anni. Anzi, se vorranno fare cosa migliore
aprano le sale nel congresso nel luglio o nell'agosto, o nei primi di
settembre come si fece nel 1880, così sarà un congresso
settentrionale. Ma ripeto, in queste mie idee guardi la sostanza e non
la forma. Noi lavoriamo modestamente alla ricerca del vero e ci aiutiamo
a vicenda; ecco lo scopo dei congressi. Ma come si fanno, riescono delle
vere comparse teatrali. Per carità, si dimentichi di me, e non
mi ponga fra gli attori. Dovrei rappresentare la brutta parte del tiranno.
Con Lei posso sfogarmi e lo fo volentieri. So che divide le mie idee.
ma la maggioranza! ... Se non fossero tutti quelli del Consiglio miei
colleghi, che stimo assai e sinceramente, ripeterei un certo sonetto
dei Giusti! ...
Di Cavorigno ecco quel che so. Il Sig. Cavallo scrisse a me per sapere
da chi avesse dovuto dirigersi per avere del parafulmini. lo gli proposi
Enavero, accennandogli di quelli che questi avea posti sul palazzo Lenzi.
Poi non ho saputo più nulla; che c'è di nuovo?
Mi voglia bene e abbracci di cuore, accetti la sincerità
Dei suo Devot.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 25 Aprile 1883
Carissimo P. Denza
Ella ha voluto fare una difesa nella sua lettera del 15 corr. come se
io le avessi fatto una requisitoria. Nulla di tutto questo. Io le dissi
i miei pensieri intorno a questi benedetti congressi, ma non intesi
mai di censurare l'opera dei miei colleghi del Consiglio Direttivo.
Però anche dopo la lettura della sua bella lettera resto nel
mio convincimento che i congressi ripetuti dopo un breve lasso di tempo
non giovano a nulla e lasciano il tempo che trovano; che il tenerli
in occasione di esposizioni, e quando vi è uno straordinario
concorso di gente di ogni colore, nuoce alla serietà delle nostre
adunanze e le riduce a una palestra accademica poco fruttuosa per la
scienza; e che sebbene alla Mostra torinese la nostra associazione farà
una bella figura - ed lo accetto la parte che noi vi rappresenteremo
- non mi pare che ciò comporti la necessità e l'opportunità
di un congresso. lo desidererei, come le dissi l'altra volta, toglier
tutto l'apparato teatrale dei congressi; ecco perchè non divido
le opinioni dei più, cioè di coloro che vogliono tenere
i congressi in occasione di Mostre nazionali o internazionali. Vedrà
che di questo passo anche nel 1887 dovrà tenersi il congresso,
o Assemblea che voglia dirsi, a Milano, perchè ci sarà
l'Esposizione; e così noi andremo di Mostra in Mostra, cosa che
non mi pare troppo seria. Basta: io le ho esposto le mie idee schiettamente;
ed Ella. non potrà nemmeno per un momento dubitare che ciò
che le dico non sia nell'interesse della nostra Associazione e della
scienza che modestamente rappresentiamo. Appunto perchè amo l'associazione
e l'amo non d'amore platonico, ma lavorando per essa più forse
di molti e molti miei colleghi dell'Italia meridionale, vorrei che l'edificio
sorgesse maestoso sulle salde fondamenta sulle quali è stato
piantato. E perciò aborro tutto ciò che sa di teatro;
e del teatro se ne fece anche abbastanza l'anno scorso in Napoli al
congresso. E si ripeterà a Torino senza dubbio, perchè
non è presumibile che in due anni vengan fuori dei lavori scientifici
nuovi, originali e importanti.
Godo che finalmente l'Ufficio centrale va d'accordo con la mia associazione.
Ma è l'Ufficio che si avvicina a noi o noi all'Ufficio? Questo
vorrei sapere. In ogni modo bisogna cooperarsi perchè l'accordo
continui e la dualità sparisca del tutto. E dualità non
dovrebbe esserci. Uno è lo scopo di entrambi e gli stessi i mezzi.
Per la carta fitografica la farò in colori e la manderò
a Lei per l'esposizione. Sarà un h inter literas!
Dei Sig.ri Cavallo non ho avuto più notizie. Ma se imbroglio
vi è, credo che sia più dei mediatori fra Cavallo e Enavero,
che del Sig.ri Cavallo che io conosco e che par gente per bene. Me ne
informerò.
Mi voglia sempre bene, caro P. Denza. E soprattutto legga tra le linee
delle mie lettere l'affetto e la stima che nutro per Lei
Il suo Devot.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 29 Aprile 83
Carissimo P. Denza
La sua lettera del 25 corr. pervenutami ieri mi ha recato moltissimo
piacere. Il Municipio di Lecce non solo ricevette la sua lettera, ma
volle anche pubblicarla su due giornali di questa città.
Ho parlato ieri stesso col tipografo per avere delle copie della carta
nella quale son collocate le diverse stazioni pluviometriche e gli osservatori
di questa Provincia; ed ha acconsentito. Mi dia ora il numero delle
copie che Le servirebbero per il Bullettino.
Io proseguirò nella via incominciata, non ne dubiti; potrà
mancarmi l'ingegno, ma la volontà, almeno fin'ora, non mi è
mancata mai. Ed a questa soltanto io debbo l'istituzione di una vastissima
rete meteorica nella nostra provincia. E domani partirò per istituire
due nuove stazioni termo-pluviometriche. Ciò le dimostri se io
ho amore per la meteorologia. E perciò lascio dire al Blaserna
(e di ciò le fo confidenza); il quale ad un suo discepolo che
gli parlava di me nella Pasqua p.p. e della istituzione di questa rete
meteorica leccese, pose in dubbio se veramente io fossi stato lo A.
di questa istituzione. lo non nego il concorso generoso di Lei, dell'Ufficio
centrale, dei municipii, della provincia e dei privati; ma senza una
ferrea volontà a riuscire nell'intento tutti quel concorsi sarebbero
riusciti a zero. Non le pare? Ma il tempo è galantuomo, e la
verità si fa strada da sè. lo non ho mai ambito nulla;
ma la provincia dovrà essermi grata d'aver iniziato degli studi
che finqui non erano stati fatti da alcuno, nè in meteorologia
nè in geologia. Il fatto di Blaserna, che io non conosco personalmente,
riferitomi giorni orsono da un suo discepolo mi è però
dispiaciuto.
Ma a me basta l'affetto di coloro che mi conoscono, fra i quali in prima
linea è il suo. E con lo stesso affetto la saluta stringendole
la mano
Il Suo aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 2 Nov. 83.
Carissimo P. Denza
Eccomi finalmente rimpatriato e con le costole sane, grazie al cielo.
Appena lasciai Roma per riprendere l'esodo delle mie stazioni meteoriche,
si scatenarono tutte le bufere e tutti gli uragani. A Spoleto mancò
poco non restassi fulminato. Negli Abruzzi dovetti rinunziare alla visita
di parecchie stazioni, perchè mi era assai disagevole il passaggio
dal treno alla carrozza o al cavallo, in mezzo a quelle ire di Giove
pluvio. Quindi ho omesso per questa volta le stazioni di Ascoli, Teramo
e di Aquila. A Chieti e a Vasto, dov'ebbi cordiali accoglienze di D.
Girondo, fui costretto a fermarmi due giorni perchè era impossibile
andare da un punto all'altro senza bagnarsi come pulcini nell'acqua.
Ora che mi son rimpatriato, penserò a stendere la relazione e
gliela manderò. Ora sono occupatissimo per mille faccende domestiche
e di tavolino e municipali; ma spero di sbrigarmene nella prossima settimana.
Della scena del Congresso di Roma non ne parliamo: fu una villana romanata
degna di chi la fece non di chi dovette subirla. lo non ero, nè
volevo essere un intruso; volevo semplicemente consegnare al Gen. Barozzi
la lettera di Riboli e non altro. Non so chi fu quello scostumato, nè
mi son brigato di saperne il nome!
Grazie del bellissimo ritratto in litografia al quale farò fare
una cornice dorata e porrò nell'Osservatorio. De Simone che lo
ha visto lo desidera pure in litografia e lo ringrazia.
Non ho ancora ricevuto il lo Voi. delle istruzioni: aspetto anche il
secondo al più presto perchè mi interessa moltissimo aver
le altezze precise degli osservatori da me ispezionati. Non se ne dimentichi.
Grazie delle lettere scritte ai Direttori: alcune però giunsero
quando già ero arrivato e avevo fatto l'ispezione.
La prego di porgere l'acchiusa a Cravero nella quale gli mando la misura
precisa della striscia anemometrica pel suo Anemografo.
Dal Sindaco di Torino non ho niente nè trovato sul tavolo alcuna
lettera. Noi del Tacco siamo troppo piccini e sfuggiamo ai telescopi
torinesi, come le nebulose. Siamo però nebulose di buona volontà!
Si rammenti di fare la pratiche colle ferrovie meridionali per avere
il biglietto gratuito nell'ispezione delle stazioni meteoriche. Questo
viaggio mi è pure costato 530 lire, ma io le ho spese volentieri
per l'incremento della nostra Associazione meteorica e per secondare
i suoi desiderii. Almeno ci si abbonino le spese di viaggi... per l'avvenire...
non le già fatte per le quali non voglio nulla, assolutamente
nulla!
Mi scriva e si ricordi di me. E mi voglia bene perchè mi studio
di meritarlo.
Riceva un abbraccio fraterno dal
Suo Devot.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 27 Marzo 1884
Ill.mo P. Denza
Eccola servita fulmineamente. Ho fatto una copia precisissima della
burrasca dal 18 al 22 Xbre 84; e la potrà tenere con sè
dopo studiata. Aspetto ora una sua risposta alla mia lettera del 25
corrente.
Mi creda con stima ed affetto a Lei
Dev.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 5 Novembre 1884
Ill.mo Sig. Presidente
Di risposta alla sua riverita Nota del 30 ottobre m.s. N. 166 p.p. Categoria
Conferenze ho l'onore di assicurare la S. V. Ill.ma che fra qualche
giorno Le manderò la copia richiestami dell'ultima conferenza
tenuta il 21 ottobre nella sala dell'Esposizione, dietro invito dell'On.
Comitato esecutivo.
Le acchiudo la nota delle spese materiali anticipate da me per questa
seconda conferenza, pregandola del rimborso una all'altra nota mandata
il 17 Luglio 1884.
Coi sensi della più profonda stima mi creda di Lei
Devot.mo
Prof. Cav. Cosimo De Giorgi
All'Ill.mo Sig.
Presidente del Comitato esecutivo dell'Esposizione in Torino..
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 5 Febbraio 1885
Illustrissimo P.
Denza
Non sapevo ripresentarmi a Lei, come suoi dirsi, con le mani in mano.
Ed ho aspettato che venisse fuori la "Rassegna meteorico-agraria
delle osservazioni raccolte nelle rete meteorica Salentina nel 1884"
per mandargliene la primissima copia, or ora uscita di sotto ai torchi.
Questa monografia che accompagnerà la presente lettera, precederà
un altro lavoro più serio, pel quale io e i miei assistenti da
4 mesi siamo in continuo e indefesso lavoro. Pubblicherò tutte
le medie decadiche e mensili del 1° decennio del nostro osservatorio
(dal 1875 all'84) e cercherò che non ci sia alcun errore di stampa,
soprattutto nelle cifre. Da un'accurata e attentissima revisione fatta
delle medie delle stazioni in tutto il Decennio, è risultato
che parecchi errori sono stati commessi e pubblicati tanto nei nostri
bullettini come in quelli dell'Ufficio centrale e della nostra Associazione
meteorologica. Con la presente pubblicazione saranno corretti tutti.
Ecco tutto il lavoro materiale. Il lavoro scientifico l'ho fatto tutto
e soltanto io; e sarà ridotto modestamente in tanti corollarii,
nei quali studierò gli elementi meteorici tra loro, rispetto
alla posizione geografica della nostra città, rispetto a quelli
delle altre stazioni d'Italia. Parrà un lavoro secco, arido,
pieno di sole cifre: ma questo non sarà tanto diretto al solito
e non colto pubblico, ma alle persone che amano e coltivano i nostri
studii. Ed ora sono appunto tutto immerso nella parte scientifica, cioè
nei corollarii.
Veniamo ad altro. Ieri parlando con un distinto signore di questa città,
il quale è associato al Giornale della Esposizione di Torino,
mi diceva che in uno degli ultimi numeri vi era un lunghissimo articolo
tutto dedicato alle Conferenze tenute in quell'occasione: e che di tutte
si parlava fuorchè della mia. Ciò non mi fece punta meraviglia,
1° perchè se n'era parlato fin troppo dai giornali torinesi
nel giugno e nell'ottobre, 2° perchè noi altri meridionali
da certi presunti italiani del Nord siamo ritenuti minorum gentium e
pressochè barbari!
Ora lo colgo quest'occasione per domandarle se è cominciata la
pubblicazione di quelle conferenze. Desidererei saperlo presto, perchè
le due mie le ho ritoccate e limate, prima di presentarle al pubblico
per le stampe. In tal caso ne farei fare le copie e le manderei a Lei.
Ho inteso che le va pubblicando l'Editore Barbera a Firenze. E' vero?
Lo fa di suo conto o per incarico del Comitato? Crede Ella che debba
dirigermi al Barbera direttamente? lo farò quel ch'Ella mi dirà.
E della nostra Associazione che novità vi sono? Al castello medioevale
si è inagurato l'osservatorio? II Congresso sarà tenuto
in quest'anno e dove?
Mi perdoni: ma io che sto, come dice con frase un po' triviale un mio
dotto amico, in caelibus mundi, sono perfettamente all'oscuro di tutto.
Ma anche da questo cantuccio ho sempre viva e cara la memoria per Lei
e nel mio cuore vi è un posto bellissimo assegnato a Lei. Ami
il
Suo Aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 25 Marzo 1885
Ill.mo P. Denza
Prima d'ogni altro vi ringrazio dell'articolo mio sulla burrasca del
23 Novembre 1884 inserito sull'Annuario di Trevej che stamani ho avuto
tra mani; e della conferma ad ispettore delle stazioni meteoriche dell'Italia
meridionale. Ora io dovrei fare l'ispezione delle Stazioni della Calabria
e della Sicilia, e voi sapete quanto costa il camminare in quelle contrade
italiane. Cercate se è possibile di farci ottenere - a noi tre
ispettori - il biglietto di circolazione su quelle reti, almeno per
diminuire un po' le spese di detta ispezione. lo son pronto a sacrificar
del mio; ma tutto tutto no. E in quelle contrade non vi sono neppure
biglietti di circolazione. Questo dovreste trattarlo voi con i capi
delle amministrazioni ferroviarie i quali concedono tanti biglietti
gratuiti a deputati, senatori, ingegneri, ecc. che spesso girano per
mero passatempo, mentre noi rendiamo un servigio alla scienza ed alla
patria! Ve lo raccomando caldamente.
Ho letto sui giornali che ai primi d'Aprile saranno dispensate le medaglie
e i diplomi agli Espositori. Qui si suoi fare con un po' di pompa questa
premiazione dalla nostra Camera di Commercio ed ànno invitato
me a tenere un discorso in quella occasione. Potreste dirmi più
o meno quando potranno venire i premii destinati agli Espositori leccesi?
Per le due conferenze io le sto facendo ricopiare per mandarvele. Anche
questo desidererei sapere, se e quando potranno essere pubblicate. Cosi
ne affretterei l'invio; altrimenti tarderei a mandarvele qualche altro
mese.
Le ho in gran parte rivedute e rimesse a nuovo, trattandosi di doverle
stampare; e le ho corredate di tutte le cifre che in una lettura pubblica
sarebbero state noiosissime.
Fate che il Congresso sia a Firenze nel Settembre p.v. e nella seconda
o terza Decade perchè dal 1° al 20 settembre vi è
qui un'Esposizione internazionale di macchine idrovore, ordinata dal
R. Governo, ed io sono tra i componenti del Comitato. Mi dispiacerebbe
dover mancare al Congresso; e desidero ardentemente venirvi per quella
tale mia proposta sulla parte economica della nostra Associazione meteor.
che volevo svolgere a Torino l'anno scorso.
Attendo ansiosamente una vostra lettera e frattanto vi abbraccio fraternamente
Aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 17 Aprile 1885
Ill.mo e Carissimo
P. Denza,
Rispondo alla sua gentilissima lettera del 31 p.m. Non l'ho potuto far
prima, perchè assente da Lecce per istituire una nuova stazione
termopluviometrica in Tricase. Come vedete la nostra rete si va sempre
più estendendo; e, quel che è più, è condotta
da persone intelligenti e di buona volontà.
Non vi mandai le mie memorie meteorologiche per l'esposizione i Anversa
perchè non avevo da presentare nulla fuori di quello che già
avevo esposto a Torino. Approvai quindi il vostro divisamento di mandare
a quella Mostra i miei lavori presentati a Torino e donati a voi direttamente
per l'osservatorio di Moncalieri.
Sa, è in corso d'istanza un lavoro sul clima di Lecce sui dati
raccolti nel primo decennio; lavoro che mi ha fatto impazzire per tre
mesi continui e che intendo presentare al congresso di Firenze.
Ed a proposito di questo congresso, avrete già saputo che la
nostra Esposizione internazionale di macchine idrovore e di motori a
vento sarà inaugurata il 15 settembre e durerà fino al
15 ottobre. Se quindi non avete deciso nulla intorno al nostro congresso,
fate che questo succeda nella prima quindicina di settembre. Ma già
a quest'ora credo che il Consiglio direttivo avrà di già
deliberato sul da farsi.
Per le mie conferenze, le ho date a ricopiare e quando saranno pronte
le manderò a voi, direttamente. Ma quando comincerà la
stampa delle altre precedenti alla mia compiacetevi di farmelo sapere.
Anche qui avremo nel 1887 una piccola Esposizione provinciale; e in
quella occasione sono in piccolo ciò che voi faceste di bene
in grande in quella di Torino, cioè una modesta Esposizione della
nostra rete meteorologica salentina.
Ho collocato già il termometro nel pianterreno dell'Osservatorio
e dal 5 Aprile son già cominciate le osservazioni.
La premiazione qui sarà il giorno dello Statuto perchè
ancora non sono arrivati i premi e i diplomi della Sez. X ch'è
la più numerosa pei premiati di questa provincia.
In quella occasione vi terrò presente come meritate.
Amate sempre il
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 24 Maggio 1885
Ill.mo e Cariss.
P. Denza
Sono stato nella settimana scorsa in Conversano (Prov. di Bari) per
istituirvi un Osservatorio meteorologico, il quale sarà annesso
e dipendente dalla nostra Associazione meteorologica, e entrerà
nella nostra rete. E' collocato nel Seminario-convitto, uno dei primi
del Barese. Vi scriverà il Rettore, al quale ho mandato una lettera
di presentazione per voi. Fategli quelle accoglienze che voi sapete
fare ai nuovi venuti! Nel Barese sarà il primo osservatorio annesso
alla nostra rete sociale.
Ho estratto a parte il lavoro decennale sul Clima di Lecce. Come vedete,
non dormo sugli allori. Mi costa tre mesi di continuo, ingrato e noioso
lavoro. Voi ne conoscete le difficoltà e saprete apprezzarlo.
Ve ne manderò una copia a parte e vi prego di farne un riassunto
nel Bullettino, inserendo se credete tutto l'ultimo capitolo delle conchiusioni
generali, ossia del Riepilogo. Quello è un lavoro di sintesi
tutto mio, che credo sarà accolto dal meteorologisti. Il clima
tra noi non va d'accordo con le stagioni e con il ciclo solare. Il resto
lo direte voi. Vorrei presentarlo al Congresso di Firenze nel 7bre.
Che ne dite?
Farò pubblicare su qualche giornale locale il riassunto della
seduta preparatoria del nostro Congresso pubblicato sulla Nazione. Son
certo che tutto riuscirà bene. Non dimenticate di porre una lo
escursione nel 20° giorno del Congresso, salvando possibilmente
le esigenze economiche dei congressisti, precisamente come si fece a
Torino nel 1880 e riuscì cosi bene. Ve ne troverete contentissimo.
Lo scopo non deve essere il pranzo ma la fusione! M'intendete.
Riguardo ai temi sarà bene precisarli in tempo, per non incorrere
nel bis in idem, e per evitare le chiacchiere, inevitabili purtroppo
nei congressi dove assistono i giornalisti! I minimi han sempre la smania
di mostrarsi massimi, a scapito del tempo e della scienza.
Non saprei poi come attuare il nostro desiderio di trattare un tema
di meteorologia applicata all'agricoltura. Gli studii su tale argomento
sono ancora troppo bambini, e i dati mi mancano; quello dei Ferrari
è piccolissima cosa. Ditemi meglio quel che credete, ed io cercherò
di farlo. Ma quello mi pare più tema da conferenza che da congresso
e da discussione.
Non rinunzio alle mie proposte sulla parte economica della nostra Associazione
e di rivolgere un voto al Parlamento perchè ci ponga in grado
d'esser utili al pubblico italiano, dandoci i mezzi opportuni per farlo.
Aspetto vostro avviso per mandarvi le conferenze già limate e
ripulite per esser stampate a Torino.
A che sta la pubblicazione della altre? Qui ho un mondo di richieste
dopo la lettura della 2da fatta in Lecce. Scrivetemi qualcosa.
lo sto benissimo. Doly fa l'Ebreo errante e tortura sempre il suo povero
osservatorio con continue modificazioni che fanno interrompere le osservazioni.
Ed è inutile: non mi sente.
Vostrissimo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 3 Giugno
85
Ill.mo P. Denza
Grazie della sua lettera gentilissima alla quale rispondo senza perdere
tempo perchè debbo narrarvi dei fatti che mi hanno assai contristato.
E ve li narrerò con la massima franchezza.
Pare che il Comm. Tacchini l'abbia presa con me, e non so perchè.
Comincio innanzitutto collo scrivere una lettera al direttore della
stazione pluviometrica di Spongano, figlio del Bar. Barile, una delle
più distinte persone della provincia, rimproverandolo della poca
esattezza delle osservazioni e debbo supporre che abbia adoperato modi
troppo bruschi perchè questo Direttore, dolendosi con me di questa
lettera, rinunziava di raccogliere più le osservazioni, come
di fatto ha rinunziato. Ed io ho perduto uno del più intelligenti
direttori della mia rete salentina. Se farà cosi con gli altri,
li perderò tutti.
lo scrissi al Tacchini un mese dopo che mi sarei recato a, Conversano
per istituire una stazione pluviometrica e gli chiesi l'udometro e i
termografi. N'ebbi anch'io una brusca risposta: che non spettava a me
quella istituzione, ma al Direttore dell'Osservatorio di Bari; il quale
non ne sa nulla, neppure del suo Osservatorio. Ed io ero stato invitato
dal Rettore del Seminario di Conversano a stabilire quella stazione;
non era partita da me l'iniziativa.
E di fatto il Tacchini non mandò a me gli strumenti ma al Porcelli,
direttore dell'osservatorio di Bari; e questi scrisse al Morea (Rettore),
mentre io ero a Conversano, che Tacchini era dispiaciuto che vi fossi
andato io, non barese, a stabilire quella stazione. E fu allora che
io proposi di legare l'osservatorio di Conversano all'Associazione meteorologica
italiana e ve ne scrissi. E la proposta fu accettata a braccia aperte.
Non basta. Giorni fa Tacchini mi scrisse un uffizio impertinente, rimproverandomi
che il servizio telegrafico di Lecce andava malissimo, e che spesso
vi erano errori nella previsione barometrica, come per esempio in quel
giorno (27 Maggio) che mi scriveva. Ed io verificati i miei registri,
e poi il telegramma consegnato all'Ufficio telegrafico, trovai che l'errore
non era mio, ma era stato commesso dall'impiegato del telegrafo nella
trasmissione. E scrissi subito al Tacchini mandandogli la copia legalizzata
del dispaccio presentato da noi, e che era esattissimo. Credevo che
si fosse persuaso.
Ma con certi esseri non v'è ragione che tenga. E' tornato a scrivermi
ieri, dicendomi che voleva sapere da me se intendevo o no continuare
il servizio telegrafico e nel caso negativo che avessi rinunziato.
Vi assicuro che è mancato un pelo non lo mandassi al diavolo!
E' addirittura una prepotenza! Non dar nulla e pretender tanto è
una vera Tacchineria! Ciò non ostante ho risposto prudentemente;
ma se tornerà a insistere lo manderò a quel paese!
Desidero quindi svolgere in seno al Congresso di Firenze la parte economica
della nostra Associazione in rapporto al Governo e al Parlamento. E'
una vera sventura che al posto di P. Secchi sia succeduto!
Vi raccomando di patrocinar voi la mia causa in seno al Consiglio Direttivo
che sarà adunato fra qualche giorno perchè temo che Tacchini
vorrà togliermi il sussidio. E allora poi la romperemo definitivamente.
E pensare che lo trascuro tutti gli affari miei pel servizio meteorologico
di Lecce e della provincia; e che io me ne occupi seriamente lo dicono
i fatti. Perciò vi scrivo in lettera chiusa, a voi personalmente
diretta, pregandovi di appoggiar le mie proposte.
Riguardo alla scelta del tema pel congresso non vi pare che sarebbe
il caso di cominciare una serie di argomenti che riguardino il clima
di vaste regioni d'Italia in rapporto all'agricoltura ed all'igiene?
Sarebbe un tema pratico, che darebbe nel complesso un'idea del clima
generale d'Italia, posto in relazione alle condizioni geografiche. In
questo congresso si potrebbero scegliere 5 o 6 zone italiane; in un
altro delle altre, e cosi via. In tal caso io potrei trattare quello
della nostra regione salentina che meglio conosco. Che ne dite? E gli
altri, chi potrebbero essere? La meteorologia regionale mi pare un tema
importantissimo e che si presterebbe bene per mostrare al pubblico l'utilità
pratica dei nostri studii.
Se poi non vi piacesse, favoritemi voi il tema, purchè non sia
generico e non sia di quelli che si possono leggere in qualunque libro
di meteorologia o d'igiene. lo aborrisco dai luoghi comuni e lo avete
visto a Torino l'anno scorso.
Vi ringrazio poi dell'invito per la Conferenza a Firenze. Voi fate troppo
afidanza con le mie povere forze: ve lo dico senza ipocrisia. Ma giacchè
voi lo volete e quel signori di Firenze (mia seconda patria) lo desiderano,
io farò del meglio che potrò. Soltanto vorrei sapere se
l'argomento deve essere esclusivamente meteorologico, o se si può
uscire da quel campo, del quale tanto dovrà parlarsene in Congresso.
Vi prego di dirmelo per regolarmi sulla scelta: il tema voi lo saprete
pel 1° Rispondetemi frattanto quam citius.
Ed ora che Tacchini, immeritatamente (e sento dirlo con tutta coscienza!)
mi dà tante punture, riposo volentieri nel vostro affetto, del
quale ho sempre avuto prove generose e pregnanti; amatemi quindi, chè
non altro vi chiede che affetto il
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 14 Giugno 1885
Ill.mo e Cariss.
P. Denza
Dopo l'ultima che vi scrissi, vi è stata un poco di tregua coll'Ufficio
Centrale. Ma certo non è bene che alla testa d'un servizio -
via, diciamolo pure - divenuto preziosissimo, per le troppe esigenze,
in parte scientifiche in parte burocratiche, che si richiedono ai poveri
Direttori e osservatori; e si richiedono gratuitamente, che alla testa
di questo servizio vi sia un isterico! Lo so lo, quante dolci maniere,
quanta pazienza, quanta prudenza mi tocca usare con tutti i Direttori
della mia rete salentina, per ottenere da loro che continuino le osservazioni
che fanno già da 8 anni, senza neppure avere il piacere di averne
una copia dall'U.C. dopo pubblicata, e di queste se ne sciupa abbastanza
in quell'Ufficio. E si che quei signori generosamente e gratuitamente
si sono sobbarcati a questo servizio! Ma non ci sarebbe un modo di far
capire al Direttore questa verità? lo gliene ho scritto e vi
ho avuto in risposta che ne avrebbe parlato al Consiglio Direttivo!
Guardate almeno voi - unica àncora nostra in quel consiglio -
di indurlo con le vostre belle maniere ad esser più umano!
E nel Congresso non credete che sia presentato un voto di tutta l'Assemblea
al Parlamento, perchè aiuti la rete dell'Associazione meteor.
italiana se non direttamente ai Direttori, almeno per l'acquisto di
strumenti, per stampa di monografie, per premii ai più diligenti?
E un voto generale di tutti i Direttori coi quali ho parlato ed ai quali
ho scritto chiedendo loro un parere. Favoritemi anche il vostro giudizio.
Riguardo al Congresso come si è fissato per la presentazione
dei lavori pel clima delle regioni prescelte (Liguria, Lecce, Foggia
e Vicenza)? Non sarà permesso ai Direttori che presentano i lavori
di parlarvi sopra dinanzi all'Assemblea? lo crederei che cosi devesi
fare; altrimenti le cose scritte o stampate saranno lette da pochissimi,
e non desteranno che un interesse locale. Mentre invece conferendo all'Assemblea
il Direttore potrà meglio illuminare il suo tema, in rapporto
alle condizioni geografiche locali. Bisogna però raccomandare
che i lavori meteorici versino sopra una certa e vasta estensione di
territorio italiano e non sopra una città o paese e sui dati
raccolti in 2 o 3 anni d'osservazione Per quelle che voi accennate ciò
non si verificherà. E la mia trattazione per quel giorno del
Congresso è stata stabilita? Dei programma son sempre al buio.
Riguardo poi alla conferenza son sempre imbarazzato nella scelta del
tema e temo assai, divagando per le generali, poter riuscire noioso
e dir cose che già si sanno da molti se non da tutti. Ardirei
di chiedervi un favore, cioè di saper qual tema tratterete voi,
per modellare il mio, e per creare un'unità in quei 3 discorsi
in modo che l'uno completi l'altro. Vi sarei gratissimo se potessi saperlo
presto. Dio mio! Siamo cosi lontani! Se fossimo vicini! Che fascio di
littori formeremmo!
E per la conferenze di Torino, saranno o no pubblicate? lo aspetterò'
sempre di saperlo per mandarle al tipografo e al Comitato. Ho già
ricopiato la prima; appena mi saranno richieste copierò la seconda.
Informatevene di grazia e scrivetemene.
Da Conversano ottime notizie. Sono lietissimi di far parte della mia
rete diretta dall'amabilis e dottissimo (son parole loro) P. Denza!
Ed ora abbracciandovi tenetemi per
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 2 Luglio 85
Carissimo P. Denza
Non ho potuto rispondere prima d'ora alla vostra ultima lettera perchè
sono stato occupatissimo a comporre una monografia sulle acque e sul
vento in Terra d'Otranto, da servire per il prossimo Congresso internazionale
di macchine idrauliche e di Motori a vento che si terrà quest'anno
in Lecce nel Settembre. Siccome in quel tempo io sarò a Firenze,
cosi ho voluto scrivere ora quel lavoro, trovandosi qui l'ing. Cav.
Pasqui, Ispettore mandato dal Governo per questa Esposizione. E ier
sera l'ho letto in pubblico, e Pasqui me l'ha strappato di mano per
farlo pubblicare contemporaneamente e presto qui ed a Roma. Ho dichiarato
in questa relazione che impegni già presi col P. Denza mi impedivano
d'esser qui presente nel giorno dell'apertura di quella Mostra; perciò
ho fatto ora ciò che avrei dovuto fare allora.
Tra qualche giorno manderò all'Associazione la mia adesione ufficiale
pel Congresso e la quota di ammissione. Il titolo della mia relazione
lo mando invece a Voi ed è questo:
Il Clima della Penisola Salentina e non dico della provincia di Lecce,
riguardo all'atmosfera spariscono le divisioni amministrative e restano
soltanto le geografiche. Vi prego di fare inserire questo tema nel Programma
del Congresso. Quante relazioni ci saranno? Per carità, che non
siano molte; annoieremo anche le statue sotto la Galleria degli Uffizii!
Che siano 4, 5 o 6 al più; e se è mestieri rinunzierò
io alla mia. Ditemene qualcosa.
Per la conferenza vi prego di comunicarmi subito il tema del 3°
conferenziare; lo farò anch'io, per non sembrare di voler uscire
dal seminato; ed ho già un argomento pronto. Scrivetemene subito
perchè il tempo stringe e il caldo soffocante si avvicina. Ricordatevi
che siamo in Puglia!!! E il sole ha già 450 di calore!
Tacchini mi ha scritto. Ha conservato il sussidio; ha accordato i soli
pluviometri, ma non l'elettrometro nè una copia delle osservazioni
pluviometriche a quei Sig. Direttori che da 8 anni lavorano gratuitamente
e pazientemente per la scienza e per l'Ufficio centrale.
E una vera ingratitudine mascherata sotto le forme di una falsa economia
in quell'Ufficio dove si spendono tante migliaia per pubblicazioni di
lusso! Bisognerà veder se possiamo far noi qualche cosa. Ne riparleremo.
Attendo vostra lettera e frattanto ritenetemi col solito affetto
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
P.S.
Nel programma ponetemi al 30 o 40 posto nelle relazioni, non nel primo
o 2°: ve ne prego.
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 7 Luglio 85
Carissimo P. Denza
Ho pensato qualche giorno sul tema per la mia conferenza a Firenze.
Ed ho scelto tra parecchi questo:
Puglie ed Albania
Non sarà una conferenza brillante, come desideravate; ma varrà
a correggere qualche errore che sempre si ripete nei libri di geografia
italiana. Vedrete come vi entrerà pure la meteorologia, proprio
come la confessione nella predica di S. Giuseppe, per mezzo del confessionile.
Ora sto raccogliendo i materiali per la relazione al Congresso: questa
mi preme più assai della conferenza. Quante saranno? Vi saluto
cordialmente e in fretta
Aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 16 Agosto 85
Ill.mo P. Denza
Ricevei la vostra lettera gentile. Aspetto il programma. Ho scritto
a 4 Direttori dei nostri osservatori e son certo che non mancheranno
al Congresso. Lo stesso Mazzarella verrà, ch'è il più
vecchio fra tutti, e condurrà seco il suo bravo assistente Sig.
Buccarella.
Su tal proposito, egli mi prega di farle iscrivere questo suo assistente
nell'elenco dei Socii, prima del Congresso, per poter godere della franchigia
del 50% sulle ferrovie. lo da parte mia sarei lieto d'aver tra noi questo
bravo giovane, al quale è veramente affidato l'osservatorio di
Gallipoli. Gli ho scritto ieri che vi rivolgesse una dimanda di far
parte deila nostra società. Vi prego di appoggiarla e di farlo
iscriver subito per poter godere quella franchigia.
lo non potrò goderla, perchè dovendo al ritorno passare
da Roma e da Napoli mi conviene piuttosto di prendere un biglietto circolare.
Non importa. E per noi ispettori non han pensato ancora?! Ci accordassero
al meno quel ribasso che accordano a tutti gli impiegati dello Stato!
Basta: ne riparleremo a Firenze. lo anticiperò verso il 6 di
settembre e forse anche la sera del 5. Dove è il nostro punto
di ritrovo?
Ho preparato relazione e conferenza. Anche delle conferenze avrei desiderato
essere l'ultimo, non il 2°. Cosi delle Alpi saremmo passati al Vesuvio
e da questo alle Puglie e all'Albania.
Ho lavorato molto molto per queste relazioni e giusto in questi mesi
caldissimi ed ora mi sento spossato. Ho bisogno di un po' di riposo!
Datemi vostre notizie e del Congresso, e tenetemi nel cuore, il quale
vi dà strette più forti di quelle delle mie mani.
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di
LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 25 Agosto 85
Ill.mo Sig. Presidente
Le trasmetto la domanda di ammissione al Congresso meteorico di Firenze
e di Socio della nostra Associazione del Sig. Francesco Buccarella,
assistente all'Osservatorio di Gallipoli.
Ho già scritto allo stesso che mandasse la sua quota di lire
5 per essere ammesso al Congresso.
Aspetto il biglietto di riconoscimento al congresso, che non ho ancora
ricevuto.
Dev.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 25 Agosto 85
Carissimo P. Denza
Dalla vostra del 21 corr. giuntami ieri rilevo che il 27 e 28 corr.
sarete a Firenze perciò mi affretto a scrivervi per pregarvi
che nello stabilire gli ordini del giorno della seduta di porre la mia
relazione sul Clima di Lecce in un giorno diverso da quello nel quale
dovrò tenere la conferenza nelle ore della sera. Ciò mi
gioverà fisicamente e moralmente. lo evito, e voi lo sapete bene,
di mettermi in mostra, contento di portar l'obolo mio con modestia e
senza chiasso. Dunque, ve ne prego caldamente. Dei resto il programma
va benone. Se soltanto ciò che si farà il 14 si potesse
fare il 9 settembre, sarebbe meglio. A Torino, ricorderete, servi quell'escursione
alla Sagra S. Michele per conoscerci e affratellarci prima della seduta.
Dei resto, cosa fatta capo ha.
Ho scritto a Buccarella che mandasse la quota di ammissione al Congresso
e vi ho mandato direttamente a Moncalieri la domanda dello stesso.
Anch'io giungerò a Firenze il 5 settembre. Mi par mille anni
abbracciarvi e darvi una delle mie strette di mano! Non vi spaventate!
Dei miei colleghi di T. d'O. non mancherà nessuno; me lo hanno
promesso.
Vedete, se vi riesce, di ottener qualche facilitazione dal Sindaco,
per gli alberghi; ma dovrebbe esserci un incaricato nella sala della
stazione. A Napoli non ci si pensò: e gli osti furono molto ostili
coi congressisti! E cosi pure per le escursioni, cercate di aver qualche
riduzione.
Ed ora vi abbraccio col cuore Vostro aff.mo C. De Giorgi
LICEO GINNASIALE
di CONVERSANO
Conversano 10 Ottobre 85
Carissimo P. Denza
Eccomi in Conversano. Stamani ho collocato il Barometro nell'Osservatorio.
Fortunatamente è giunto in ottime condizioni, nonostante le molte
peripezie sofferte nel viaggio e nelle fermate a Pisa, a Livorno, a
Roma, a Velletri, a Napoli e a Benevento. Stamani ho pure mostrato come
si osserva questo strumento. Ora è mestieri che mandiate, quam
citius, al Sig. Prof. Domenico Morea, Rettore del Seminario e Direttore
dell'Osservatorio, una copia dei due volumetti. "Norme delle osservazioni
meteoriche, e le tavole per fare le correzioni barometriche".
Lo stesso Prof. Morea vi prega di fargli sapere il prezzo del Barometro
per potervene rimborsare.
Io partirò oggi stesso per Lecce; sento la necessità di
rimpatriare e di riordinare le idee sulle cose osservate. Là
aspetto una vostra lettera e vostre notizie.
Farò una relazione sul terremoto di Benevento del 17 p.m. Ho
raccolto di già tutti i dati relativi a questo fenomeno endogeno.
La pubblichereste voi nel Bullettino? Verrà un po' lunghetta.
Vi manderò poi la conferenza e la relazione fatta al Congresso.
Quale delle due vorreste avere prima? La Conferenza o la relazione?
Mille saluti da parte del Prof. Morea, dal Nigri, dal Direttore Renzo
e un abbraccio dal suo
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce. 15 Ottobre 85
Carissimo P. Denza
Eccomi a voi appena ho un momento da respirare. Dacchè son tornato
ho avuto un mondo da fare; e la stazione forzata a tavolino, dopo una
vita attiva di un mese mi ha portato una malattia ai visceri, dalla
quale però sto meglio e spero di guarire presto.
Lo scopo del mio viaggio fatto nel mese scorso è stato di visitare
alcuni osservatori meteorologici ed alcuni dei principali Istituti tecnici
del Regno. Dovendosi qui in Lecce istituire di pianta il nuovo Istituto
tecnico, nel quale io insegno Scienze naturali, ho voluto di mia spontanea
iniziativa visitarne parecchi a Napoli, Roma, Livorno, Firenze, Pesaro,
Ancona, ecc. per raccogliere notizie sulla disposizione delle scuole,
sul materiale scientifico, ecc.
Degli osservatorii della nostra Rete ho visitato quelli di Potenza,
Napoli, Ancona, e di Vasto. Tranne quello di Ancona che è in
pessime condizioni e con pessimo servizio, gli altri tutti vanno egregiamente,
specie quelli di Napoli e di Potenza. In quello di Vasto ho raccomandato
al Direttore di tener pulito l'anemografo che non funzionava niente
bene nella parte esterna, e di collocare nella gabbia l'evaporimetro
per avere l'uniformità in tutte le osservazioni con il resto
d'Italia. Dei resto il servizio procede bene in tutti.
Ho visitato pure l'Osservatorio governativo meteorico e astronomico
di Pesaro. Come corredo di strumenti è ben fornito; ma il servizio
lascia molto a desiderare.
Avrei voluto visitare anche quelli di Ascoli e di Conversano; ma fui
chiamato da Ancona con telegramma e dovetti affrettare il mio ritorno.
Sarà per un'altra volta.
Per tutto ho avuto richieste sulla vostra salute ed augurii sinceri
ed affettuosi d'un sollecito e completo ristabilimento in salute. Ciò
vi dimostri l'affetto grande che si nutre per voi da tutti. Perfino
nell'Ufficio centrale di Roma n'erano addoloratissimi quelli coi quali
ho parlato. Le cose in quell'Ufficio non volgono punto bene, e forse
nel venturo anno pochi vi resteranno di quelli che son rimasti. Col
grande Direttore non si fa buona farina, neppure a Roma. Oh se avessero
anch'essi un P. Denza alla testa! Essi son felici quando Tacchini va
ad osservare qualche Eclissi di sole!
Vi prego di non occuparvi in lavori mentali se prima non sarete pienamente
ristabilito. Ricordatevi che la lama corrode il fodero e lo spirito
il corpo. Datemi vostre notizie che io avrò sempre carissime.
Vedendo i Sig. Stampacchia ossequiatemeli caramente e dite ad essi che
scriverò presto. Ignoro se sono ora a Torino o a Moncalieri.
In attesa di vostra lettera e di notizie credetemi con affetto fraterno
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 2 Dicembre 85
Carissimo P. Denza
Le mando la mia conferenza tenuta in Firenze in questo anno, e la prima
di quelle che tenni l'anno scorso in Torino e che non fu ancor pubblicata.
L'On. Comm. Villa me la richiese per la pubblicazione; ma se avessero
cambiato pensiero quei sig. del Comitato esecutivo, allora si compiaccia
di rimandarmela perchè troverò modo di pubblicarla altrove.
La Conferenza di Firenze spero invece che sarà presto pubblicata
con le altre due. Desidererei riveder le bozze di stampa; e si ricordi
di farne tirare due copie a parte di ciascuna conferenza per noi conferenzieri.
E' l'unico compenso che chiediamo alla buona volontà colla quale
abbiamo obbedito ai desideri suoi e del Comitato fiorentino dell'Esposizione.
Per la 2da Conferenza da me tenuta a Torino, aspetto ch'ella mi avvisi
e gliela manderò pure.
Si ricordi di quei tali diplomi votati dal Congresso per quegli Enti
morali che in Italia sussidiano gli osservatori della nostra Associazione.
E una proposta che ci giova assai per aver qualche sussidio maggiore.
La prego di non dimenticarsene.
Ho ricevuto stamani la lettera del 30 p.m. Riguardo alla pioggia meteorica
del 27 p.m. ho scritto un articolo sul Propugnatore e gliene ho mandato
una copia. Quella sera con altri tre amici ne contammo circa 600 in
un'ora. Il radiante era tra le Costellazioni di Cassiopea, di Perseo
e di Andromeda. Notevoli alcuni bolidi che entrati unici nella atmosfera
terrestre si frangevano in più punti luminosi aventi un cammino
divergente, come nei razzi dei fuochi d'artificio. Alcuni lasciavano
una traccia visibile di luce per qualche secondo, dopo scomparso il
corpo che l'aveva prodotti. La luce in generale era bianca; in qualcuno
rossa e giallastra, in qualche altro violetta. Il periodo della pioggia
più copiosa fu dalle 6 alle 8 pomeridiane: ma si prolungò
meno fitta fino all'una dopo mezzanotte.
Questi i fatti che ho potuto raccogliere. Nella sera e notte del 28
non si ripetè il fenomeno.
Mi dia qualche sua notizia e con stima e con affetto mi creda di Lei
Devotissimo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 12 Dicembre 1885
Carissimo P. Denza
Lo avevo già capito che quei Sig. del Comitato per l'Esposizione
di Torino non volevano più saperne di pubblicare le nostre conferenze.
Un nostro proverbio locale in vernacolo dice "Mmara a lu muertu
ca non è chiantu all'ura" che vuoi dire un italiano: guai
a quei morto che non è pianto all'ora, cioè appena morto.
Tirando tanto a lungo le cose, son divenute serpi!
Avete fatto benissimo a non dar transazione a quel Sig.: o tutte pubblicate
o nessuna! Sarebbe stato un atto di sfiducia e di vera ingratitudine
dato ai conferenzieri. Finalmente che compensi morali hanno dato a noi
quei Signori, delle nostre fatighe e dei nostri viaggi? Nessuno, proprio
nessuno! La pubblicazione sarebbe stata un compenso morale; e neppure
hanno voluto darla, dopo averci chiesto le conferenze per questo scopo.
Servirà per un'altra volta.
Del resto la 2da io l'ho pubblicata già in un'opera mia su questa
Provincia: e la prima troverò il modo di stamparla.
Vorrei sapere se gli Atti del Congresso di Napoli sono stati pubblicati.
E quando lo saranno quelli di Firenze?
La mia conferenza tenuta nell'Assemblea sul Clima della provincia quando
dovrò mandarvela? Posso aspettare ai primi di gennaio, giacchè
ora sono affogato di lavori e di lezioni? Ho veduto la lettera mandata
alla provincia di ringraziarmi all'Assemblea per gli incoraggiamenti
dati agli osservatori. Ma non si decise, a proposta del Pagliani, credo,
che fossero dati dei diplomi di benemerenza? E perchè non si
è fatto?
Riguardo al fatto del P. Bertelli io non mi sono meravigliato nè
dispiaciuto che voi abbiate fatto vedere a lui la mia relazione. L'ho
stampata e quindi era pubblica. Mi dispiace qui soltanto che P. Bertelli
invece di rivolgere a me (che mi conosce e gli sono amico) le sue osservazioni
le rivolge invece a voi. Se fossero state pubblicate avremmo attaccato
una polemica. lo non per tanto ho risposto a tutte le sue osservazioni
fattemi anche per la parte teorica, mostrando a lui, come al Gatti,
l'esclusività della loro teoria non giustificata dal fatto. Se
volete, vi dirò le ragioni mie; ho tenuto copia della lettera
direttagli. Vedete che non ho poi tutti i torti. lo accetto il giudizio
di persone competenti come sono appunto il P. Bertelli ed il Gatti.
Ma quando altre, anche competenti, come il De Rossi e il Bombini la
pensano come me, io non so iurare in verba magistri. Ognuno è
libero delle sue opinioni: dite benissimo.
Del resto farò come voi mi direte. Aspetto la vostra lettera.
E con stima pari a sincero affetto tenetemi pel
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 3 Maggio 86
Il ritardo frapposto
nell'invio del termografo a minimo alla Stazione termopluviometrica
di Alessano non è dipeso da me, ma da quel Direttore, il quale
mi scrisse che mi avrebbe mandato il termografo guasto con persona sicura
(essendo una staz. 60 chilom. lontana da Lecce e 31 dalla più
vicina stazione) e con la stessa avrebbe ritirato un termografo esatto:
e non lo ha fatto mai. Solleciterò subito da lui l'invio di questa
persona.
Con distinta stima
Dev.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 7 Ottobre 86
Carissimo P. Denza
Sono stato assente per oltre due mesi da Lecce, prima ai bagni nell'Agosto,
poi in viaggio per Napoli - Roma - Firenze e ne son tornato ier l'altro.
Per tutto ho potuto sapere le sue notizie di salute, a tutti (
)
Ella è l'anima e la vita della nostra Associazione. Mi chiedeva
con cartolina notizie sul terremoto del 27 Agosto, mentre io ero in
viaggio. Le rispose il mio Assistente. Ora le mando un numero del giornale
nel quale è pubblicata anche la relazione che ne feci al Terremotista
Prof. De Rossi.
Mi dia sue notizie al più presto ed anche benissime: sono ansioso
di saperle direttamente e non di seconda mano. E con affetto costante
mi creda
Devot.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 3 Giugno 86
Dietro vive, continue
e calde sollecitazioni al Sig. Direttore della Staz. Pluviometrica di
Alessano di mandar qui persona a ritirar il termografo a minimo e mandarmi
quello reso inservibile, finalmente stamani ho ricevuto una risposta
nella quale mi comunica che fra qualche giorno verrà qui a prendere
il nuovo e restituire il vecchio.
Ciò in risposta alla sua cartolina del 1° Giugno p.p
Devot.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 18 Aprile 1887
Carissimo P. Bertelli
Grazie della sua lettera gentilissima, dalla quale però rilevo
con dolore ch'Ella è stata poco bene in salute. lo spero (e glielo
auguro) che questa mia la troverà perfettamente ristabilito.
Ho fatto leggere al Sig. Colonello Lamberti la lettera di suo figlio;
se se n'è molto compiaciuto e gli risponderà direttamente.
Gli renda il saluto anche da mia parte. Venendo ora al nostro argomento
dei Terremoti, io ero già persuaso (anticipatamente) che rivolgendosi
a Tacchini o a Conti, l'adunanza dei sismologi italiani sarebbe stata
rimandata alle Calende greche. Al Tacchini sarà forse dispiaciuto
che l'iniziativa sia partita da Lei; il Conti invece avrà pensato
che i sismologi in fatto di terremoti debbano, sottostare al verdetto
dei geologi, per la creduta maggior competenza di questi! Cosi è
fatto il mondo; ed Ella lo sa meglio di me perchè ha più
esperienza di me. La ragione addotta del chiasso delle feste sarebbe
stata ragionevole per un Congresso (come quelli che oggi si fanno, e
nei quali tra ricevimenti e festeggiamenti si perde un tempo preziosissimo),
ma non per un'adunanza di carattere famigliare, fuori di Firenze, breve,
senza feste, ma certamente più produttiva per la scienza e per
l'umanità. E poi non si convocano in occasione delle feste di
Firenze i Congressi d'igiene, di Stenografia, ecc. ecc.? E perchè
si fa questo? Perchè in questa occasione vi sono dei ribassi
sulle ferrovie; e la posizione e la forma dell'Italia è tale
che bisogna spendere assai per recarsi da Girgenti o da Lecce sino a
Savona o a Torino, mentre la spesa è alquanto assennata trattandosi
di una città più centrale come Roma o Firenze e con biglietti
ridotti.
Per queste ragioni che non sono da disprezzarsi (perchè non tutti
gli scienziati sono ricchi) e per la urgenza nei provvedimenti da prendersi
intorno agli diversi strumenti da adottare per l'esame dei moti macro
e microsismici in relazione colle diverse condizioni geologiche locali,
io crederei che converrebbe non perder questa bella occasione, in una
città ch'è centrale in Italia (fatto importantissimo per
la parte finanziaria) com'è Firenze e per l'umanità che
reclama urgentemente il nostro verdetto. Giacchè è da
convenire che in questi ultimi anni in Italia si è fatto gran
progresso nella parte strumentale per l'analisi dei terremoti, ma pochissimo
per la parte dinamica degli stessi. Bisogna raccogliere il contributo
di ogni regione italiana dei terremoti avvenuti nel passato, e coordinarlo
con la geologia di essa, e questo dovrebbe essere il modesto compito
della nostra adunanza, dalla quale vorrei escluso ogni carattere ufficiale.
La scienza non è stata mai il patrimonio del Governo o dei suoi
rappresentanti.
Io direi (e in ciò anche il Colonnello Lamberti si associa con
me, e ne La prega) che Ella e il P. Secchi dovrebbero prender l'iniziativa
di questa adunanza famigliare (non congresso!) e formulare un programma
definito da svolgersi in una o due tornate al più ed invitare...
gli uomini di buona volontà che han fatto studii su questa materia.
La scienza è, come la fede cristiana, diffusiva; noi, poveri
pescatori, ne diverremo gli apostoli! lo mi prenderò la mia parte
di croce! Ma bisogna far presto perchè il tempo stringe. L'adunanza
potrebbe tenersi in Firenze, lontani dai rumori della città,
e verso il 14 o 15 Maggio, dopo sbollito il primo entusiasmo della festa
e dopo scoperta la facciata. Saremo 10, saremo 15, non importa; ma faremo
senza chiasso e forse conchiuderemo più degli altri congressi.
Io poi avrei bisogno di un suo invito per presentarlo alla Giunta dell'Istituto
ed ottenere il permesso di 8 o 10 giorni, che mi verrà certamente
accordato. E desidero ardentemente venirci. E allora riparleremo dei
termometri bifilari e di tante altre cose analoghe.
Si ponga d'accordo col P. Secchi e con De Rossi e faccia presto. Lasciamo
i Danaos et... Formuli Lei il programma; ormai sa come io la penso e
credo che le mie idee saranno divise da altri. Saremo in pochi; non
importa. Francamente da Tacchini e da Conti non spero nulla per l'avanzamento
della Sismologia. Non si fidi delle loro promesse. Essi nei preti non
vedono degli amici! Ecco tutto, e lo confido a Lei. Se P. Denza (per
la sua salute) potesse esser tra noi, toccheremo il cielo col dito!
Mi scriva presto e m'inviti. Aspetto il programma. lo giungerò
verso il 12 o 13. Non addio, ma arrivederci.
Suo aff.mo Collega C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Gabinetto del Direttore
Lecce, 28 Giugno 1887
Carissimo P. Denza
Avete ragione. Da un pezzo non vi scrivo; ma le mie notizie ve le ho
mandate indirettamente per mezzo del P. Bertelli e del Direttore Stampacchia.
Il nostro modesto congresso a Firenze riusci benissimo; in poco tempo
si fece assai e quel che più importa si fecero delle cose pratiche.
Son lieto che le nostre conchiusioni vi siano piaciute. Che vorrei sapere:
si riunirà il Congresso o la Commissione sismica nel Settembre
p.v.? E dove? A Bologna o ad Aquila? E il programma è stato formulato?
Vi prego di mandarmelo, appena uscirà.
Le voragini che s'incontrano nei monti del Carso e nell'Istria e nella
Dalmazia (e che noi diciamo vore e capoventi) là si appellano
doline. Queste è il nome che trovo spesso citato nei lavori geologici
di Tavamelli e di Stoppani. Forse nel trascrivere la mia lettera il
P. Bertelli lo ha convertito in dolmie che non esiste. Dei resto può
essere uno spostamento del punto sull'i nello scrivere, come spesso
mi succede.
Volentieri scriverò qualcosa per l'Annuario meteorologico di
quest'anno. Per es. vorrei trattare brevissimamente e briosamente di
un argomento di meteorologia applicata all'industria. Non vi piace?
Il titolo ve lo dirò un'altra volta. Credo che riuscirà
accetto ai lettori, molto più che nei due annuarii pubblicati
predomina la parte scientifica. Mostrerò cosi l'utilità
pratica dei nostri studii e con questo apostolato son persuaso che ci
faremo parecchi proseliti. M'accingerò a scriverlo appena avrò
il vostro assenso. Ora è tutto imbozzolato nel mio cervello.
Dipenderà da voi, se lo volete, che la crisalide rompa la sua
prigione cranica!
Mantenetevi sempre forte e sempre amorevole verso chi vi ama e vi stima
assai, col
Vostro aff.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, 10 Giugno 88
Carissimo P. Denza
Eccovi i valori e le date dei minimi termometrici dei mesi di Dicembre
87 e Gennaio 88 del corr. anno meteorologico:
Dicembre 1887 + 0,2 il 26
Gennajo 1888 -1,8 il 2
Vi prego poi di farmi sapere se le schede vi son giunte, perchè
il mio Assistente mi dice che le ha spedite; e le trovo di fatto segnate
nel registro di spedizione del mio osservatorio. Nel caso di smarrimento
postale ve le farò ricopiare e rimandare.
Aspetto vostra lettera e notizie sul prossimo congresso.
Credetemi con affetto
Vostro dev.mo
C. De Giorgi
OSSERVATORIO METEOROLOGICO
di LECCE
Rete Termo - Pluviometrica Salentina
Gabinetto del Direttore
Lecce, (Puglie), 28 Gennajo 1898
M. R. P. Boffito,
Rispondo finalmente alla sua lettera del 13 corr. ed Ella mi perdonerà
il giusto ritardo prodotto dalla ricerca bibliografica che ho dovuto
fare intorno alle mie pubblicazioni riguardanti la meteorologia dal
1872 sino ad oggi. Ella sa che per queste ricerche non basta la sola
volontà ma si chiede molto tempo, ed io ne ho pochissimo disponibile
essendo quasi tutto assorbito dalle cure domestiche, dall'insegnamento,
dall'osservatorio e da un mondo di piccole seccature di commissioni
delle quali fo parte.
Comincio oggi dal mandarle l'elenco di tutto ciò che ho pubblicato
io intorno alla meteorologia. Con questa lettera Le giungerà
un opuscoletto mio intitolato "Studii sul clima di Lecce e della
Penisola salentina dal 1874 al 1892". Fu scritto come un'auto-difesa
del l'osservatorio, al quale si voleva togliere il piccolo sussidio
dalla Provincia pur di distruggerlo. E fui allora obbligato, mio malgrado,
a parlare di me e dell'opera mia ed a presentare al Consiglio provinciale
il nostro stato di servizio, ossia la storia dell'Osservatorio.
In questo opuscoletto Ella troverà tutte le mie pubblicazioni
dal 1872 al 1892 e per facilitarle il compito le ho segnate in margine.
Troverà pure nel 1879 una pubblicazione dei Prof. R. Mazzarella
sull'Osservatorio di Gallipoli.
Un'altra che mi è sfuggita riguarda l'osservatorio di Martano,
che visse un anno solo e poi scomparve. E' intitolata cosi:
Pietro Bosan-Foly. Osservatorio meteorologico di Martano. Rivista del
1883 Pag. 117 con tav. fotogr. Lecce, Tipografia Simone, 1884.
Un'altra più recente è la seguente:
Tramonte Stefano. Riassunto meteorico-sanitario-agrario del 1893 in
Massafra. Pag. 3 Bari, Tip. del Corriere delle Puglie 1894.
Le scrivo ora l'elenco delle mie pubblicazioni dopo il 1892 sino ad
oggi, avvertendola però che in questo elenco non sono compresi
i numerosi articoli pubblicati sui giornali locali intorno a temporali,
turbini, terremoti, nevicate, caldi fortissimi ed altri fenomeni meteorici
osservati tanto in Lecce come nella rete meteorica salentina dal 1894
al 97. lo ne ho tutto l'elenco ma credo che a Lei non abbisogni. In
ogni modo se volesse pubblicarlo mi occuperei volentieri a compilarlo
e mandarglielo, perchè ho tutti gli elementi.
Le mie pubblicazioni dopo il 1892 sono le seg.:
= Osservazioni meteoriche, necroscopiche e agrarie raccolte in Lecce
nel 1891. Lecce, Tip. editrice salentina, 1892.
= Studii sul Clima di Lecce ecc. (è l'opera che ora si spedisce
con questa lettera).
= I Periodi Termini in T. d'Otranto.
= Annuario meteor. della Associaz. meteor. italiana, Anno Vili, 1892.
= Calendario astronomico, agricolo e commerciale per la Provincia di
Lecce. Lecce, Tip. L. Lazzaretti, 1893.
= Osservazioni meteoriche agrarie e sanitarie raccolte nella rete meteorica
salentina nel 1892 e 93. Lecce, Tip. L. Lazzaretti, 1894.
= Note statistiche sul clima di Lecce nel ventennio 1875-94. Lecce,
Tip. editr. Sai., 1895.
= Geografia fisica e descrittiva della Provincia di Lecce. Lecce, Tip.
editr. sai., 1887-97. Capitolo IV Meteorologico.
= Il turbine atmosferico di Oria. Rassegna nazionale di Firenze. Anno
XVI. Fase del 16 Nov. 1896.
= Vicende meteoriche normali del clima di Lecce. Lecce, Tip. editr.
sai., 1898.
Vere osservazioni meteoriche non vi sono state mai in provincia prima
del 1874. Alcune osservazioni furono fatte dal Prof. Oronzo Gabriele
Costa dal 1813 al 1826 e furono pubblicate sugli "Annuali civili
del Regno delle due Sicilie. Vol. VI. Fascic. II. Napoli 1834"
con questo titolo:
"Osservazioni meteorologiche fatte in Lecce a 23 tese sul livello
del mare ed a 16,17 di Long. dal Merid. di Parigi e a 40° 22' di
latitudine".
Oltre a queste del Costa non ve ne sono altre raccolte in tutta la provincia.
Ben vero che tutti gli scrittori patrii di questo e dei secoli scorsi
parlando o di tutta o di una parte della provincia hanno dato un cenno
anche sul clima, ma in termini molto vaghi e generali e non riposanti
sulla base di osservazioni strumentali.
Dimenticavo una recente pubblicazione del Cav. Mauro Perrone riguardante
Castellaneta, dove da 20 anni ha istituito e dirige l'osservatorio meteorologico.
"M. Perrone, Storia documentata della città di Castellaneta.
Noci, Tip. Cressati, 1896, da pag. 355 a 367".
Ed ora basta chè abbastanza l'ho annoiata. Proseguirò
intanto le ricerche. Quando poi pubblicherà l'opera sua ne desidero
una copia.
Perdoni di nuovo il ritardo e mi creda con tutta stima
Dev.mo
Prof. C. De Giorgi
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