LOccidente non ama più se
stesso; della sua storia vede oramai
soltanto ciò che
è deprecabile
e distruttivo, mentre non è più in grado di
percepire ciò che
è grande e puro.
|
|
Nei gravi sconvolgimenti del nostro tempo cè unidentità
dellEuropa che abbia un futuro e per la quale possiamo impegnarci
con tutti noi stessi? Non sono preparato per entrare in una discussione
dettagliata sulla Costituzione europea. Vorrei soltanto brevemente
indicare gli elementi morali fondanti, che a mio avviso non dovrebbero
mancare.
Un primo elemento è lincondizionatezza con cui la dignità
umana e i diritti umani devono essere presentati come valori che
precedono qualsiasi giurisdizione statale. I diritti fondamentali
non vengono creati dal legislatore, né conferiti ai cittadini,
«ma piuttosto esistono per diritto proprio, sono da sempre
da rispettare da parte del legislatore, sono a lui previamente dati
come valori di ordine superiore». Il valore della dignità
umana, precedente a ogni agire politico e a ogni decisione politica,
rinvia al Creatore: soltanto Lui può stabilire valori che
si fondano sullessenza delluomo e che sono inviolabili.
Che esistano valori che non sono modificabili da nessuno è
la vera e propria garanzia della nostra libertà e della grandezza
umana; la fede cristiana vede in ciò il mistero del Creatore
e della condizione di immagine di Dio che egli ha conferito alluomo.

Oggi quasi nessuno negherà esplicitamente la precedenza
della dignità umana e dei diritti umani fondamentali rispetto
a ogni decisione politica; sono ancora troppo recenti gli errori
del nazismo e della sua dottrina razzista. Ma nellambito concreto
del cosiddetto progresso della medicina ci sono minacce molto reali
per questi valori: se pensiamo alla clonazione, se pensiamo alla
conservazione dei feti umani a scopo di ricerca e di donazione degli
organi, o se pensiamo a tutto lambito della manipolazione
genetica, la lenta consunzione della dignità umana che qui
ci minaccia non può venir misconosciuta da nessuno. A ciò
si aggiungono in maniera crescente i traffici di persone umane,
le nuove forme di schiavitù, il commercio di organi umani
a scopo di trapianti. Da sempre si adducono finalità buone
per giustificare quello che non è giustificabile...
Un secondo elemento che qualifica lidentità europea
è il matrimonio e la famiglia. Il matrimonio monogamico,
come struttura fondamentale della relazione tra uomo e donna e al
tempo stesso come cellula nella formazione della comunità
statale, è stato forgiato a partire dalla fede biblica. Esso
ha dato allEuropa, a quella occidentale come a quella orientale,
il suo volto particolare e la sua particolare umanità, anche
e proprio perché la forma di fedeltà e di rinuncia
qui delineata dovette sempre venir riconquistata, con molte fatiche
e sofferenze.
LEuropa non sarebbe più Europa, se questa cellula fondamentale
del suo edificio sociale scomparisse o venisse cambiata nella sua
essenza. Tutti sappiamo quanto il matrimonio e la famiglia siano
minacciati: da una parte cè lo svuotamento della loro
indissolubilità ad opera di forme sempre più facili
di divorzio, dallaltra si va diffondendo la pratica di una
convivenza fra uomo e donna senza la forma giuridica del matrimonio.
Al contrario, paradossalmente, gli omosessuali chiedono che sia
conferita alle loro unioni una forma giuridica, che sia più
o meno equiparata al matrimonio. In questo modo si esce dal complesso
della storia morale dellumanità che, nonostante la
diversità di forme giuridiche espresse, non ha mai perso
di vista che il matrimonio, nella sua essenza, è la particolare
unione di uomo e donna, che si apre ai figli e così alla
famiglia.
Qui non si tratta di discriminazione, bensì della questione
di cosè la persona umana in quanto uomo e in quanto
donna e di quale unione può ricevere una forma giuridica.
Se da una parte lunione fra uomo e donna si distacca sempre
più da forme giuridiche, se dallaltra lunione
omosessuale viene vista sempre più come dello stesso rango
del matrimonio, siamo allora davanti a una dissoluzione dellimmagine
delluomo, le cui conseguenze possono solo essere estremamente
gravi.
Lultimo elemento è la questione religiosa. Non vorrei
entrare qui nelle discussioni complesse degli ultimi anni, ma mettere
in rilievo solo un aspetto fondamentale per tutte le culture: il
rispetto nei confronti di ciò che per laltro è
sacro, e particolarmente il rispetto per il sacro nel senso più
alto, per Dio, cosa che è lecito supporre di trovare anche
in colui che non è disposto a credere in Dio. Laddove questo
rispetto viene infranto in una società, qualcosa di essenziale
va perduto. Nella nostra società attuale, grazie a Dio, viene
multato chi disonora la fede di Israele, la sua immagine di Dio,
le sue grandi figure. Viene multato anche chiunque vilipenda il
Corano e le convinzioni dellIslam. Se invece si tratta di
Cristo e di ciò che è sacro per i cristiani, ecco
che allora la libertà di opinione diventa il bene supremo,
limitare il quale sarebbe minacciare o addirittura abolire la tolleranza
e la libertà in generale. La libertà di opinione trova
però il suo limite in questo: che non può distruggere
lonore e la dignità dellaltro, non è libertà
di mentire e di cancellare i diritti umani.
Cè qui un odio di sé dellOccidente che
è strano e che si può considerare solo come qualcosa
di patologico; lOccidente tenta sì, in maniera lodevole,
di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più
se stesso; della sua storia vede oramai soltanto ciò che
è deprecabile e distruttivo, mentre non è più
in grado di percepire ciò che è grande e puro. LEuropa
ha bisogno di una nuova certamente critica e umile
accettazione di se stessa, se vuole davvero sopravvivere.
La multiculturalità, che viene continuamente e con passione
incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono
e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose
proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere
senza basi comuni, senza punti di orientamento offerti dai valori
propri. Sicuramente non può sussistere senza il rispetto
di ciò che è sacro. Essa comporta landare incontro
con rispetto agli elementi sacri dellaltro, ma questo lo possiamo
fare solamente se il sacro, Dio, non è estraneo a noi stessi.
Certo, noi possiamo e dobbiamo imparare da ciò che è
sacro per gli altri, ma proprio davanti agli altri e per gli altri
è nostro dovere nutrire in noi stessi il rispetto di ciò
che è sacro e mostrare il volto del Dio rivelato, del Dio
che ha compassione dei poveri e dei deboli, delle vedove e degli
orfani, dello straniero; del Dio che è talmente umano, che
egli stesso è diventato uomo, un uomo sofferente, che soffrendo
insieme a noi dà al dolore dignità e speranza.
|