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1974: l'anno dell'inflazione galoppante1975: un altro anno di purgatorio |
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Guglielmo
Tagliacarne
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Quando,
alla fine dell'anno, si cerca di fare un consuntivo su quello ch'esso
ci ha dato di bene e di male, si usa scegliere un titolo qualificante:
il 1974 passerà alla storia come l'anno del cancro dell'inflazione:
un'inflazione galoppante.
Si potrebbe pensare - e qualcuno lo sostiene - che dallo sconvolgimento provocato dall'inflazione derivi una migliore perequazione sia fra le classi sociali, sia fra i settori di attività, sia fra regione e regione; ma purtroppo ciò non avviene: l'inflazione è malefica, distruttrice, sperequatrice. Le categorie più povere e più deboli ne soffrono più di quelle ricche e più robuste. Le regioni meno sviluppate sono più sacrificate di quelle più progredite. Nella esposizione che faremo ne avremo varie prove. IL TERMOMETRO DELLA FEBBRE: IL COSTO DELLA VITA. Il pubblico può
misurare da se stesso, senza che di ciò si incarichino gli
economisti e gli statistici, l'effetto dell'inflazione, che si riflette
sul livello dei prezzi, quindi sul costo della vita, quindi sui sacrifici
e le rinunce che ognuno è costretto a sopportare. L'indice
del costo della vita per il mese di settembre 1974 segna un incremento
del 24,6 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Il potere d'acquisto della moneta, in termini di prezzi al minuto,
ha quindi perduto un quarto del suo valore. E' un taglio gravissimo
verificatosi nel giro di soli dodici mesi, più elevato di quello
subito negli anni di guerra; eppure una guerra non c'è stata,
ma per i prezzi sì. INDICE DEL COSTO DELLA VITA PER LE FAMIGLIE DI OPERAI E IMPIEGATI fra settembre 1973 e settembre 1974 Alimentazione
+ 22,8 per cento Questi indici
non dicono tutto. Il termometro dell'indice del costo della vita è
insufficiente a misurare lo stato della malattia. Citiamo un esempio:
il costo dell'abitazione è aumentato del 4,8 per cento. Ciò
è vero secondo l'applicazione delle norme vigenti (blocco della
grande maggioranza degli affitti), ma in pratica sono intervenuti
e continuamente intervengono fra inquilino e proprietario di casa
degli "arrangiamenti bonari", che la statistica non registra. L'AUMENTO DELL'INDICE SINDACALE (CONTINGENZA) In tema di prezzi
è ancora da ricordare l'indice sindacale, calcolato per il
pagamento della contingenza: per il trimestre che va dal novembre
1974 al gennaio 1975 si è avuto un ulteriore incremento di
15 punti: un record. Con questo nuovo scatto il totale dei punti per
il 1974 sale a 41, contro 23 punti nel 1973, 12 nel 1972, 9 nel 1971,
8 nel 1970, 6 nel 1969, 2 nel 1968. Come si vede, vi è stato
un crescendo rapido, vertiginoso. RETRIBUZIONI REALI IN SENSIBILE AUMENTO Le retribuzioni minime contrattuali sono aumentate fra il 1973 e il 1974 almeno nelle stesse proporzioni o leggermente in più dell'incremento del costo della vita.
L'ORO AD OLTRE 4.000 LIRE IL GRAMMO Gli indici del
costo della vita misurano la perdita del potere d'acquisto della moneta
rispetto ai bilanci famigliari; ma la perdita del potere d'acquisto
della lira si può pure misurare rispetto ai cambi con l'estero.
In questo caso la svalutazione della lira viene calcolata, secondo
l'indice della Banca d'Italia, del 21 per cento dal 3 febbraio 1973,
quando la nostra moneta abbandonò il corso fisso del cambio.
Vale a dire il valore della nostra moneta ha perduto il 21 per cento
rispetto alle altre monete nell'ambito degli scambi internazionali. DISAVANZO COMMERCIALE PREVISTO IN 8.000 MILIARDI DI LIRE Nel mese di settembre 1974 la bilancia commerciale ha presentato un saldo negativo di 598 miliardi, che aggiunto a quelli dei mesi precedenti, fa salire il disavanzo del periodo gennaio-settembre a 5.646 miliardi di lire, dei quali 3.761 miliardi sono imputabili ai prodotti petroliferi e 1.885 miliardi alle altre merci. Rispetto allo stesso periodo del 1973, il disavanzo si è più che raddoppiato; infatti nei primi nove mesi del 1973 esso era ammontato a 2.298 miliardi, dei quali 891 miliardi per i prodotti petroliferi e 1.407 miliardi per le altre merci.
PEGGIORAMENTO DEI PREZZI IMPORT-EXPORT E' interessante
considerare il livello medio dei prezzi medi delle merci importate
e quello delle merci esportate. Mentre la media dei prezzi delle merci
che abbiamo acquistato all'estero è aumentata nei primi otto
mesi del 1974 rispetto allo stesso periodo del 1973 del 79,6 per cento,
quella delle merci che abbiamo venduto all'estero è aumentata
solo del 39,3 per cento. Il confronto di queste due cifre mostra chiaramente
il peggioramento della "ragione di scambio". Le quantità
delle nostre esportazioni sono aumentate nello stesso periodo dell'11,7
per cento, mentre le quantità importate sono diminuite dell'1,4
per cento. Si ha quindi la conferma del peggioramento dal punto di
vista finanziario, subìto dalla nostra economia nelle operazioni
di scambi con l'estero.
GRAVE DISAVANZO VERSO LA CEE Più di
un terzo del disavanzo della nostra bilancia commerciale riguarda
gli scambi con i paesi del Mercato Comune. Specialmente grave è
il disavanzo riguardante gli scambi con la Francia e ancora di più
con la Germania: il saldo fra importazioni ed esportazioni nei primi
otto mesi del 1974 è stato negativo per 709.277 milioni rispetto
alla Francia, di 779.614 milioni rispetto alla Repubblica federale
della Germania. Il saldo della nostra bilancia commerciale è
passivo anche verso il Belgio-Lussemburgo, l'Olanda e la Danimarca;
risulta attivo solo verso il Regno Unito e l'Irlanda. In complesso
nei primi otto mesi del 1974 il nostro saldo con i paesi della Comunità
allargata è stato negativo per 1.697.275 milioni, essendosi
più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 1973 (817.946
milioni di lire). FORTE DISAVANZO ANCHE DELLA BILANCIA VALUTARIA Una parte del
disavanzo creato dall'interscambio delle merci viene coperta dalle
partite attive costituite specialmente dalle rimesse degli emigrati
e dalle spese dei turisti stranieri. Ma anche in questo campo la situazione
sta peggiorando. Le rimesse degli emigrati erano ammontate nei primi
otto mesi del 1973 a 380 miliardi di lire, e sono scese nello stesso
periodo del 1974 a 304 miliardi; gli incassi dei turisti stranieri
erano stati di 960 miliardi nel 1973 e si sono ridotti a 837 miliardi
nel 1974. Per contro sono aumentate le spese degli italiani recatisi
all'estero, da 543 miliardi a 637 miliardi. Pertanto il saldo positivo
riguardante il turismo, che era stato di 415 miliardi nel periodo
gennaio-agosto 1973 si è ridotto a meno della metà,
200 miliardi nel 1974. E' questo un peggioramento grave e preoccupante.
Il turismo ha sempre rappresentato per l'Italia una fonte cospicua
di riserve; era considerato una "esportazione sul posto"
di grande importanza; ora sta perdendo quota rapidamente. Le cause
sono varie: 1) irregolarità dei nostri servizi (specialmente
aerei, per scioperi, ecc.), 2) scarsa propaganda in confronto ad altri
paesi, 3) prezzi troppo elevati.
ABBASTANZA BUONI I RACCOLTI AGRICOLI A conforto di molti guai sofferti nel 1974, i raccolti agricoli sono stati abbastanza buoni nel complesso, segnando incrementi talvolta rilevanti. Tuttavia non sono mancate talune riduzioni.
LENTO DECLINO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE Di mese in mese
gli incrementi della produzione industriale tendono a ridursi. Nei
primi nove mesi del 1974 l'aumento della produzione industriale è
stato dell'8,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 1973, ma
nel mese di settembre 1974 l'incremento, in confronto a dodici mesi
addietro, è stato solo dell'1,2 per cento. CRISI DELL'EDILIZIA Il settore della
casa non presenta alcun miglioramento. Le nuove costruzioni sono in
diminuzione e aggravano il divario fra il fabbisogno e la disponibilità
di alloggi. Il volume dell'attività edilizia espresso in metri
cubi è diminuito del 29,8 per cento nel 1972 rispetto al 1971
e del 19,8 per cento nel 1973 rispetto al 1972. Nei primi mesi del
1974 l'attività non si è ripresa, specialmente nel settore
delle abitazioni economiche. Il lavoro che ancora presenta qualche
interesse è quello per la seconda casa. CADUTA VERTICALE DEI CORSI DEI TITOLI Ogni giorno i
corsi dei titoli di stato, le obbligazioni e in parte anche le azioni
scendono, scendono; talvolta precipitano. Le brevi pause sembrano
soltanto momenti di sosta per rinvigorire la tendenza al ribasso.
La caduta èdiventata così rapida da farei ricordare
gli anni di guerra o di violente crisi economiche generali.
LA STRETTA CREDITIZIA. PIU' RISENTITA NEL MEZZOGIORNO. Da un'accurata
indagine effettuata dalla Confederazione dell'industria sugli effetti
della politica delle autorità monetarie volta a contenere l'espansione
del credito al fine di limitare la tensione inflazionistica, è
risultato che un gran numero di imprese non hanno fatto alcuna richiesta
al sistema bancario di accrescere il proprio livello di indebitamento:
ciò va interpretato come un indirizzo molto cauto delle imprese
nell'espandere la loro attività e nell'indebitarsi ulteriormente
ai livelli elevatissimi raggiunti dal costo del danaro. Inoltre sono
aumentate da parte delle banche le domande di "rientro"
del credito in essere. 800.000 DISOCCUPATI. AUMENTO NEL MEZZOGIORNO Il ministro del
lavoro ha dato notizia delle cifre più recenti riguardanti
il numero dei disoccupati, quale risulta dagli iscritti nelle liste
di collocamento. In ottobre gli iscritti in tali liste superavano
il milione di unità. Ma lo stesso ministro riconosce che fra
gli iscritti nelle liste di collocamento figurano, oltre ai veri disoccupati,
anche molte persone che si iscrivono per usufruire di una serie di
benefici assistenziali; pertanto la cifra dei disoccupati (lavoratori
che hanno perduto l'occupazione e giovani in cerca di prima occupazione)
è stimata in circa 800.000 unità. OLTRE UN MILIONE DI DISOCCUPATI PREVISTO ALL'APRILE 1975 Sul fenomeno della
disoccupazione disponiamo di una statistica fornita dai Servizi dell'Esecutivo
Europeo di Bruxelles, secondo i quali il numero dei disoccupati a
tempo pieno nella Comunità Economica ammonterebbe in settembre-ottobre
1974 a 3.245.000 unità e salirebbe a 4.100.000 nell'aprile
1975 (una stima più ottimistica ridurrebbe detta cifra a 3.585.000).
L'Italia in questa statistica occupa, purtroppo, il primo posto con
oltre un milione di disoccupati.
Anche per il Regno Unito, la Germania e la Francia si prevede un aumento della disoccupazione, che interessa pure l'Italia, specialmente il Mezzogiorno, in considerazione del forte numero dei nostri lavoratori emigrati in dette nazioni. PROSPETTIVE 1975: UN ALTRO ANNO DI PURGATORIO La "Nota
preliminare al bilancio di previsione 1975" redatta dal Ministro
del Bilancio e della programmazione economica fornisce alcuni dati
di carattere generale e globale, dai quali si desume che il 1975 sarà
peggiore del 1974.
Purtroppo, il 1975 non sarà migliore, ma - lo temiamo seriamente - sarà peggiore del 1974. Il 1974 è stato un anno di purgatorio: il 1975 non sarà un inferno, ma sarà pur sempre un purgatorio. In parte, ad evitare il peggio, non tocca solo al Governo e alla politica governativa, ma a tutti noi, lavorando senza troppo scoraggiarci. Se ci perdiamo d'animo, sarà ancora peggio. |
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